I CAMPI DEI TERREMOTATI DE L’AQUILA: UN PEZZO DI GUERRA DIETRO L’ANGOLO
La questione de L’Aquila è davvero emblematica di come la condizione di sfollati di guerra possa varcare le frontiere della democrazia e di come le “emergenze” siano un’ottima occasione per assuefare la popolazione alla presenza dell’esercito. I terremotati sono infantilizzati e resi passivi per impedire ogni forma di autorganizzazione, ma già si vedono i primi segni di insofferenza e di rabbia. Spezzare il silenzio su questa ignobile situazione ci sembra una forma di solidarietà.
Durante il campeggio antimilitarista a Trento è emersa la proposta, per il 10 o 11 luglio (a seconda delle disponibilità dei compagni), di organizzare delle iniziative nella varie città contro la militarizzazione dei territori e in particolare contro il ruolo della Protezione Civile nella gestione concentrazionaria dei campi de L’Aquila.
Qui sotto potete trovare una prima selezione di testimonianze da e sui campi.
- L’Aquila: vietato contestare
- Sciacalli d’Italia (da Napoli)
- Le testimonianze in formato pieghevole
- Volantino distribuito a Messina
- Volantino distribuito a Lecce
- Tendopoli: braccialetto al polso e divieto di accesso ai giornalisti
- Abruzzo, quei morti di cui nessuno ci parla
- Ancora dall’inferno delle tendopoli
Altro materiale è reperibile su:
- www.epicentrosolidale.org (sezione “corrispondenze”)
- www.3e32.com (sezione “diario aperto”)
- femminismorivoluzionario.blogspot.com (dove poter scaricare un “dossier terremoto”)
- abruzzo.indymedia.org