Monthly Archives: Maggio 2012

Numero 15 di Birdi ke su porru

birdi ke su porru 15


Il funerale della manifattura tabacchi di Rovereto

Domenica 12 maggio, a Rovereto, si è svolta l’inaugurazione del “monumento alla zigherana” all’ex Manifattura Tabacchi. Presenti il sindaco, il presidente di Manifattura Domani, l’assessore all’industria, il parroco… insomma, tutte le autorità. A elogiare lo spirito di sacrificio delle operaie della Manifattura e a raccontare quanto è bello, pacifico, solidale, ecologico  il progetto che si prepara per l’ex fabbrica. Ma non c’erano solo loro a parlare, da un lato, e i cittadini ad applaudire, dall’altro. Un gruppo di ex operai e operaie della Manifattura ha sonoramente contestato chi – come Mario Cossali – ieri ha giustificato la privatizzazione e la chiusura della Manifattura e oggi inaugura un monumento alle sue operaie.
Di seguito il volantino distribuito.

IL FUNERALE DELLA MANIFATTURA TABACCHI DI ROVERETO

Per chi ci ha lavorato per decine di anni, “l’inaugurazione della chiusura della Manifattura”, con relativo monumento, è uno spettacolo inaccettabile. E’ inaccettabile anche per tutto il territorio che sull’attività della manifattura aveva basato, fin dal lontano 1854, la propria economia. Naturalmente nulla contro le zigherane commemorate.
Conosciamo bene alcuni dei commemoratori/trici!… Sono gli stessi personaggi che fin dal 1989 hanno condiviso e sostenuto la privatizzazione di questa azienda pubblica, con il risultato che tutti possono verificare: l’azienda è stata chiusa e delocalizzata.
Questi “bravi” personaggi che, è bene ricordare, sono e/o sono stati politici, sindacalisti locali e nazionali: sono costoro i corresponsabili dello sfascio e, caso più unico che raro, nel marzo 2008 hanno perfino salutato, con un brindisi all’interno dello stabilimento, la sua chiusura. Continue reading


Vittime del terrorismo?

In riferimento all’attacco ad Adinolfi, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare (gruppo Finmeccanica), quotidiani nazionali e locali hanno parlato del nostro dossier Una piovra artificiale. Finmeccanica a Rovereto. Il rettore dell’Università di Trento, Davide Bassi, si è affrettato a dire che l’ateneo trentino ha sì rapporti di collaborazione con Finmeccanica, ma solo in ambito civile.
Come spieghiamo con degli esempi specifici nel dossier, tra “civile” e “militare” non è più possibile alcuna distinzione.
I responsabili di “Manifattura Domani” hanno parlato, per quanto riguarda la presenza al suo interno di ditte legate a Finmeccanica, di “farneticazioni” da parte nostra.
Nel consorzio Habitech (che fa parte del progetto “Manifattura Domani”) troviamo in realtà Neuricam S.p.A. e Optoi Group, entrambe di Eurotech, una controllata di Finmeccanica che produce, tra l’altro, il “cuore elettronico” dei Predator (i droni USA impiegati in Iraq e in Afghanistan). Nel consiglio di amministrazione di Eurotech siedono pezzi da novanta di Finmeccanica, come Giovanni Soccodato, Direttore Centrale Operazioni del gruppo, impegnato in particolare nel progetto degli F-35.
Tutti – politici, giornalisti e sindacalisti – hanno fatto a gara nel parlare di Adinolfi come di una vittima della “follia terroristica” da cui dovrebbe difenderci… l’esercito.
Siamo cocciuti. Continuiamo a definire terrorismo “l’uso indiscriminato della violenza al fine di conquistare, mantenere e difendere il potere” (come un tempo dicevano persino i dizionari).
Terrorismo è contribuire alla nuclearizzazione del mondo.
Terrorismo è produrre armi di distruzione di massa (come i cacciabombardieri F-35, concepiti per trasportare anche ordigni atomici).
Finmeccanica – primo produttore italiano di armi e quinto a livello mondiale – fa tutto questo. E molto di più.
Non abbiamo lacrime per chi mette le proprie “competenze” al servizio della guerra e dell’apocalisse atomica. Le nostre lacrime le abbiamo già versate per i morti e i nati con malformazioni di Chernobyl, per i cancellati di Fukishima, per i bombardati e gli sfollati di Baghdad, di Kabul, di Tripoli, di Jenin.
Rompere le righe


In Kosovo c’è sempre più NATO

di Antonio Mazzeo

 Dopo tredici anni di amministrazione militare del Kosovo e la spesa di ingenti risorse finanziarie, la NATO riconosce di non essere più in grado, con le forze attuali, di evitare la degenerazione del conflitto tra la maggioranza albanese e la minoranza serba. Così, alla vigilia delle prossime elezioni politiche in Serbia, il comando generale dell’Alleanza atlantica annuncia che dal primo maggio verrà rafforzato il dispositivo di uomini e mezzi che presidiano strade e villaggi del Kosovo (KFOR – Kosovo FORce). Secondo Bruxelles, saranno quasi 700 gli uomini dei corpi di pronto intervento di Germania e Austria che raggiungeranno la mini-repubblica balcanica dichiaratasi indipendente dalla Serbia nel 2008.

“Nel valutare la situazione odierna, la NATO e l’Unione Europea si sono rese conto che le forze KFOR sul campo potrebbero non essere sufficienti per rispondere in modo appropriato a eventuali incidenti e scontri in Kosovo, legati alle elezioni in Serbia”, ha ammesso il portavoce del Comando centrale militare tedesco, Hauke Bunks. Continue reading