Monthly Archives: Maggio 2020

Un dedalo di strade per un Afghanistan tra parcellizzazione etnica e unificazione culturale

Invitiamo l’ascolto dell’intervista che trovate nel link qui sotto, riguardo alla situazione della guerra in Afghanistan:

Un dedalo di strade per un Afghanistan tra parcellizzazione etnica e unificazione culturale

Tratto da https://radioblackout.org/2020/05/un-dedalo-di-strade-per-un-afghanistan-tra-parcellizzazione-etnica-e-unificazione-culturale/

L’impegno bellico americano più lungo della storia degli Usa rischia di lasciare solo macerie e agio ai soliti Signori della guerra ampie praterie per imporre spartizioni di potere deja vu. L’aspetto confessionale ammanta secolarmente il controllo politico di un’aura che si confonde con la realpolitik fatta di compromessi esaltati dalla struttura familistico-tribale, ma che anche nei fondamenti vede contrapposte il modello verticistico-piramidale di origine turkmeno-mongola a contrasto con quella clanica-assembleare a cavallo della Durand Line.

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Non se ne andranno

Non se ne andranno

Da qualche giorno l’esercito pattuglierà l’esterno del carcere di Sulmona e L’Aquila. Dopo l’operato dei militari nelle carceri durante la Fase1 con lo scopo dichiarato di sanificare gli ambienti, ecco che questi amanti dell’ordine e disciplina, per la Fase2 si sono sistemati in un ambiente in cui si trovano a loro agio, ambiente di gerarchia e repressione, e pensiamo non se ne andranno molto presto. Quindi dal controllo di questi mesi delle strade di tutto il paese insieme alle altre forze dello Stato, si passa direttamente al passaggio del controllo delle carceri e non solo. Ma in certi casi eccezionali, come una rivolta, potrebbero intervenire in caso che la polizia penitenziaria non riesca a sedarla sul nascere? E se si in che modo lo farebbero? Come i loro colleghi della penitenziaria di Modena con i mitra che sparano ad altezza uomo?

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Sulla guerra e sulla “Lettera aperta dei lavoratori dell’agenzia marittima Delta”

Tratto da https://calp238599372.wordpress.com/2020/05/18/sulla-guerra-e-sulla-lettera-aperta-dei-lavoratori-dellagenzia-marittima-delta/

Sulla guerra e sulla “Lettera aperta dei lavoratori dell’agenzia marittima Delta”

Il 20 maggio 2019, un anno fa, per la prima volta un carico militare destinato alla Guardia Nazionale saudita è stato bloccato nel porto di Genova grazie all’iniziativa di lavoratori portuali e tanti compagni e compagne, cittadini e cittadine, che sono accorsi al presidio al Genoa Metal Terminal, dove ormeggiava la Bahri Yanbu. Accanto al presidio, non meno importante, uno sciopero proclamato dalla CGIL-Filt. Le ragioni erano piuttosto semplici, quasi banali: non voler collaborare al grande meccanismo della guerra. Le navi della compagnia nazionale saudita Bahri, infatti, hanno sempre trasportato – e a volte imbarcato anche qui a Genova – mezzi militari ed armi verso Oriente, e in particolare verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi, coinvolti (da aggressori) nel conflitto in Yemen. Continue reading


Gli affari d’oro della nostra industria bellica in Qatar. Fincantieri connection. Aggiornato

Riceviamo e diffondiamo:

 

Gli affari d’oro della nostra industria bellica in Qatar. Fincantieri connection

Si chiama Barzan Holdings ed è una specie di cassaforte da cui l’emirato del Qatar attinge i finanziamenti per la ricerca, lo sviluppo, la produzione e la compravendita di nuovi sistemi d’arma e per “rafforzare le capacità militari delle forze armate nazionali”. Fondata solo due anni fa, la società è quotata in borsa ed è interamente controllata dal Ministero della difesa. “Barzan Holdings agisce pure come porta d’ingresso commerciale in Qatar per le industrie militari e offre l’opportunità alle compagnie internazionali di collaborare nella produzione e il trasferimento di tecnologie innovative nel settore della difesa e della sicurezza”, spiegano i suoi amministratori. La sede principale è a Doha, all’interno del Parco scientifico e tecnologico realizzato dalle autorità qatarine accanto all’Education City, il grande complesso universitario, con lo scopo di facilitare lo scambio di conoscenze tra le industrie militari e il mondo accademico-scientifico. Da qualche mese, il gruppo italiano a capitale pubblico-privato Fincantieri ha stretto con essa un’alleanza strategica per poter accrescere affari e profitti nei tempestosi mercati d’armi mediorientali e africani.

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Cile: il governo invia l’esercito nei quartieri poveri

Riceviamo e pubblichiamo:

Cile: il governo invia l’esercito nei quartieri poveri

(junge Welt 20 maggio 2020 + AFP*)

In seguito alle proteste l’esercito è stato inviato in un quartiere povero della capitale Santiago. I soldati pattugliano da martedì (19 maggio) armati di mitra il quartiere El Bosque dove nella protesta contro si sono verificati scontri con la polizia a causa del coprifuoco (cioè: divieto di uscire dalle proprie abitazioni, di circolare per le strade, di manifestare, ecc.) disposto in relazione alla diffusione del coronavirus.

A Santiago viene impiegato da alcuni giorni uno stretto coprifuoco per arginare la radente estensione del nuovo tipo di coronavirus. Da questa situazione ha preso vita la crescente protesta: nei quartieri di classe media e operai, dove tante persone hanno perso il posto di lavoro, lunedì (18 maggio) sono esplose violenti proteste. Le persone in strada urlavano: “Abbiamo fame … Dobbiamo lavorare” … a El Bosque si sono battute contro la polizia e per espropriare generi alimentari … con bastoni e sassi. Il giorno dopo a sostegno della polizia negli stessi quartieri e sobborghi è stato inviato l’esercito.

In Cile l’11,7 percento della popolazione totale (18 milioni di persone), è considerata povera.

Il 19 maggio in Cile si è registrato il più alto numero di morti e di infezioni, nel volgere di 24 ore, causate dal coronavirus. Sono salite a 3.520 le persone contagiate, 31 sono morte. Dai primi casi di coronavirus verificatisi in Cile all’inizio di marzo, dicono le statistiche ufficiali: circa 50.000 sono le persone colpite dalle infezioni e oltre 500 le morti.

(*) AFP : Agence France-Presse è un’agenzia di stampa francese. Fondata nel 1835, è tra le più importanti e autorevoli al mondo.

 

 

 


Militari ad un’assemblea della Brt a Milano

Pubblichiamo qui di seguito un fatto accaduto all’assemblea dei lavoratori della BRT a Sedriano (Milano), i quali stanno protestando contro il mancato rispetto dei protocolli firmato alcuni giorni fa. L’intervento dei militari durante l’assemblea all’interno dello stabilimento assieme ai carabinieri è un fatto emblematico dei tempi che ci aspettano sia in strada che sui luoghi di lavoro. I militari nelle strade negli ultimi dieci anni o la loro presenza come al terremoto de L’Aquila, sono stati infatti propedeutici a situazioni come quelle attuali. Essi si stanno inserendo molto velocemente in altri aspetti che sono, guarda caso, quelli che potrebbero dare a breve delle risposte ai problemi economici che i lavoratori e gli sfruttati in generale dovranno affrontare. Il mondo delle logistica da anni uno dei settori più combattivi del mondo del lavoro, è il primo che in questi mesi è stato sotto attacco in varie forme sia dai padroni che dai loro servi in divisa. Siamo solo all’inizio.

Tratto da http://www.osservatoriorepressione.info/sciopero-alla-bartolini-sedriano-milano-intervengono-carabinieri-esercito-lavoratori/

Militari e carabinieri si sono presentati all’assemblea dei lavoratori della Brt di Sedriano. Avete letto bene: i militari! Lo avevano già fatto lunedì 18 maggio. I lavoratori della Brt a Sedriano sono in sciopero contro il mancato rispetto del protocollo di accordo firmato con l’azienda solo pochi giorni prima”. Così su Facebook la pagina ufficiale del Partito della Rifondazione Comunista che critica aspramente la presenza dei carabinieri in un presidio pacifico organizzato dagli operai in stato di agitazione.

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L’Esercito Italiano al Supermarket Armi di Israele

Riceviamo e pubblichiamo:

 

Come potenziare le capacità di fuoco e l’efficienza bellica delle nostre forze armate? Intensificando la cooperazione con il complesso militare-industriale d’Israele. “Una delle cinque linee programmatiche dell’Esercito italiano consiste nel poter disporre di sistemi d’arma tecnologicamente avanzati e competitivi per ridurre il grave gap che comprende l’interoperabilità a livello interforze e multinazionale”, riporta lo Stato Maggiore dell’Esercito sul proprio sito istituzionale. “Tra gli strumenti adottati c’è l’intensificazione della cooperazione italo-israeliana in materia di veicoli blindati tesa a incrementare le capacità e le performance delle rispettive piattaforme nazionali, estendendo la collaborazione anche a possibili ulteriori progettualità comuni, come in tema di Main Battle Tank (grandi carri armati, n.d.a.) ecc.”. Continue reading


I dati sull’export delle armi italiane per il 2019. Aggiornato

Pubblichiamo quest’articolo redatto dalla Rete Italiana per il Disarmo, relativo ai dati dell’export italiano di armi per l’anno 2019. Pur non condividendo l’impostazione dello scritto, soprattutto per quanto riguarda l’appello al governo italiano (il cui silenzio su queste faccende ci sembra eloquente), riteniamo importante diffondere questi dati, che posti in comparazione con quelli degli ultimi decenni mostrano l’aumento delle proporzioni delle esportazioni italiane e l’entità dei principali attori in campo (non ci stupisce ritrovare Leonardo quale prima azienda esportatrice). Articolo originale disponibile qui.

Export armi italiane: nel 2019 autorizzati 5,17 miliardi, Egitto primo acquirente

Due sistemi militari su tre sono destinati a Paesi non UE e non NATO. Oltre agli 872 milioni per governo di al-Sisi, Armi per oltre 446 milioni anche al regime autoritario del Turkmenistan, mentre le consegne definitive fatturate si attestano sui 2,9 miliardi. 15 maggio 2020

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Leonardo Finmeccanica rafforza la partnership strategica con Israele

Riceviamo e pubblichiamo:

https://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2020/05/leonardo-finmeccanica-rafforza-la.html

Sarà l’holding militare-industriale israeliana Rafael Advanced Defense Systems a fornire le tecnologie per il funzionamento dei sistemi d’arma e la ricerca dei bersagli dei nuovi aerei da combattimento leggero M-346FA di Leonardo (già Finmeccanica). Lo ha reso noto il management del gruppo israeliano precisando che la fornitura riguarderà i pod di quinta generazione Litening-5 e RecceLite che consentiranno ai velivoli italiani di migliorare le capacità di combattimento. “Il Litening-5 offre immagini della telecamera a colori e a infrarossi in tempo reale e ad alta definizione per notevoli distanze”, spiega la direzione dei sistemi elettro-ottici di Rafel. “Il pod consente il funzionamento di tutti i tipi di armi intelligenti come le munizioni a guida laser, a guida GPS e EO/IR. Con il sistema ISR di RecceLite, l’M-346FA sarà invece in grado di eseguire la ricerca del bersaglio utilizzando l’intelligenza artificiale per il suo rilevamento e tracciamento automatico. Questa collaborazione con Leonardo apre alla nostra società nuovi mercati per integrare i sistemi avanzati in piattaforme leggere aggiuntive”.

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L’Unione Europea ha dato avvio all’intervento della marina militare davanti alla costa della Libia

Riceviamo e pubblichiamo:

L’Unione Europea ha dato avvio all’intervento della marina militare davanti alla costa della Libia

Junge Welt 8 maggio 2020

L’Ue ha iniziato il suo nuovo intervento marino riguardo alla sorveglianza disposta dall’ONU sull’impedimento del trasporto-consegna delle armi. Come ha comunicato ieri il quartier generale, che ha sede a Roma, già dall’inizio della settimana una fregata francese e un naviglio militare del Lussemburgo, sorvegliante sui voli aerei, sono già disposti a prendere parte alla prova della marina militare europea chiamata “Irini”. Altre forze, anche della Germania, in breve si uniranno. Il parlamento tedesco giovedì 7 maggio ha deciso che per la partecipazione tedesca è necessaria per il mandato (dell’Ue). Le forze armate tedesche prendono parte con un aereo da ricognizione del tipo “P-3 C Orion”, come pure con 300 soldati.

La missione marina deve principalmente attivare lungo la costa marina libica, l’impedimento del traffico di armi disposto dall’Onu, attraverso gli aerei, i satelliti e le navi in mare.

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