Monthly Archives: Aprile 2011

Viva la sincerità

Ufficiali dei Marines spiegano al “Washington Post” come hanno “conquistato i cuori e le menti” di una tribù afgana: “Non li convinci con i progetti e la buona volontà. Devi arrivare con due compagnie di Marines e iniziare ad ammazzare gente”.

A volte capita che la cruda e brutale realtà della guerra emerga anche tra le righe di servizi giornalistici tutt’altro che pacifisti e antimilitaristi. È il caso di un articolo pubblicato una settimana fa dal “Washington Post”, il più prestigioso organo della propaganda militare americana.

Come si capisce dal titolo del pezzo – Progressi in tre distretti del sud dell’Afghanistan segnalano un cambiamento – si tratta del solito entusiastico quanto parziale resoconto dei progressi militari americani sul fronte afgano, con tanto di afgani felici di vedere i propri villaggi rasi al suolo dall’aviazione Usa o ingabbiati da muri in stile israeliano. Continue reading


Decollano da Sigonella i Predator contro la Libia

di Antonio Mazzeo

Operano da Sigonella gli aerei senza pilota UAV MQ-1 Predator che il Pentagono ha destinato per le operazioni di bombardamento in Libia. La notizia, filtrata nei giorni scorsi su alcuni quotidiani statunitensi, ha trovato l’autorevole conferma dell’International Institute for Strategic Studies (IISS) di Londra. Secondo l’ultimo rapporto del centro studi sulle unità alleate impegnate nell’operazione “Unified Protector”, meno di una settimana fa due squadroni dell’US Air Force con velivoli Predator sono stati schierati nella base siciliana. Un drone è stato utilizzato la prima volta sabato 23 aprile per distruggere una batteria di missili libici nei pressi del porto di Misurata; un secondo raid è stato sferrato invece a Tripoli nella tarda mattinata del 24 contro un sistema anti-aereo “SA-8”. Quest’ultimo attacco avrebbe subito un ritardo sulla tabella di marcia stabilita dagli operatori di terra del Predator. “Nei pressi della postazione missilistica sorge un campo di calcio dove era in corso un incontro di football tra numerosi civili”, riporta una nota del comando NATO per le operazioni di guerra in Libia. “L’attacco è stato eseguito solo dopo che tutte le persone si erano allontanate dall’area suddetta”. Continue reading


Golfo di Augusta sempre più a rischio Chernobyl-Fukushima

di Antonio Mazzeo

Gli abitanti del polo chimico e petrolifero di Augusta-Melilli-Priolo, in provincia di Siracusa, sanno di vivere in una delle aree più a rischio e inquinate d’Italia. Lo chiamano giustamente il “golfo della morte”. Alle spalle, le grotte e le cave naturali dei monti Climiti, per decenni depositi delle armi chimiche in dotazione alle forze armate italiane e statunitensi. Sulla costa, selve di ciminiere, raffinerie e oleodotti: hanno avvelenato le acque e i fondali con arsenico, mercurio, metalli pesanti, diossine, idrocarburi e scorie cancerogene. Infine il porto, uno dei più grandi d’Italia, 6,8 km di pontili dove si movimentano annualmente oltre 31,5 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi. Un’area del complesso è off limits: serve per gli attracchi delle unità della marina militare impegnate nei pattugliamenti del Canale di Sicilia e per rifornire di carburante e munizioni la VI Flotta USA e le navi da guerra degli alleati NATO. Con la guerra alla Libia il via vai militare si è fatto ancora più intenso ed è sempre meno raro osservare nel golfo le minacciose sagome dei sottomarini nucleari delle classi “Ohio” e “Los Angeles” della US Navy, quelli che hanno sferrato gli attacchi con centinaia di missili da crociera “Tomahawk” all’uranio impoverito. Presenze dall’insostenibile impatto ambientale che mettono ancora più a rischio la sicurezza e la salute della popolazione, ignara – stavolta – di convivere a fianco di reattori simili a quelli della famigerata centrale di Chernobyl. Continue reading


Catania-Fontanarossa per la guerra contro la Libia

di Antonio Mazzeo

C’è chi chiede più aerei, più missili e più bombe, chi vorrebbe lo sbarco dei marines e l’intervento delle forze terrestri. Tutti in ordine sparso, il coordinamento tra i comandi è scarsissimo e le divisioni in ambito NATO si fanno giorno per giorno sempre più evidenti. E alla fine, la “coalizione dei volenterosi” in guerra contro la Libia rischia di trasformarsi in un’armata Brancaleone alla nuova crociata del XXI secolo.
Ne sanno qualcosa le forze armate svedesi, tornate ad una missione militare in Africa dopo un’assenza di mezzo secolo (l’ultima volta si era trattato del Congo negli anni ’60). Dopo l’invio a Sigonella di otto caccia multiruolo JAS 39 “Gripen” (Grifone) e la partecipazione alle attività d’interdizione aerea nei cieli di Tripoli e Bengasi, finite le scorte di combustibile, la Swedish Air Force ha scoperto che i velivoli non sono omologati all’uso del carburante in dotazione agli aerei della marina e dell’aeronautica militare USA ospitati nella base aeronavale siciliana. Stop alle operazioni, dunque, e caccia a terra fino a quando non è stata trovata una soluzione d’emergenza. Le autorità italiane hanno consentito ad un aereo cisterna TP 84 (versione scandinava dell’aereo da trasporto C-130 “Hercules”) di utilizzare le piste dell’aeroporto di Catania-Fontanarossa per rifornirsi di carburante presso la locale stazione Agip. Con buona pace degli attoniti passeggeri che s’interrogano sulla conversione alla guerra di quello che è il principale scalo siciliano e il terzo in Italia come volume di traffico. La Sicilia dunque sempre più trampolino di guerra alla Libia: agli attacchi dei reparti di volo USA e NATO erano già stati destinati Sigonella, Trapani-Birgi e Pantelleria. Adesso c’è pure Fontanarossa… Continue reading


Da Quirra

Un documento dalla lotta contro il poligono militare:

Scarica qui “atobiu”


Birdi ke su porru

Un giornale sardo contro la militarizzazione del territorio e non solo.

numero 0 / numero 1 / numero 2 / numero 3 / numero 4 / numero 5 / numero 6 / numero 7 / numero 8-9 / numero 10 / numero 11 / numero 12 / numero 13/ numero 14 / numero 15


I fiammiferi e le idee

 Al termine di una delle decine di perquisizioni eseguite in tutta Italia, il 6 aprile, su di un tavolo c’era il materiale sequestrato dalla Digos: una pila di giornali e volantini anarchici con sopra una scatola di fiammiferi. Una metafora variamente interpretabile.

Bruciamo le idee sovversive? Oppure le idee sovversive sono come il proverbiale fiammifero che può incendiare la prateria?

L’operazione repressiva che ha colpito le compagne e i compagni di Fuoriluogo, e che si è estesa a varie delle loro “frequentazioni non occasionali”, è indicativa dei tempi in cui viviamo.

Anni di iniziative, di assemblee, di presìdi, di manifestazioni, di occupazioni, di scontri con la polizia, di blocchi e diverse azioni anonime contro le strutture del dominio, della segregazione, della guerra diventano un’“associazione a delinquere” con tanto di capi e di sottoposti. Con l’arresto di sei compagni (uno poi rilasciato), le misure restrittive applicate ad altri sette e il sequestro di uno spazio di documentazione, la procura di Bologna non vuole solo far terra bruciata attorno ad alcuni anarchici, ma cancellarne la presenza e la minaccia.    Continue reading


Fuori la guerra dall’università

Venerdì 25 marzo presso il Polo scientifico e tecnologico “Fabio Ferrari” della Facoltà di Scienze e Ingegneria dell’Università di Trento si è svolto l’Education Day, giornata dedicata alla presentazione dei corsi universitari e organizzata in stretta collaborazione con le maggiori aziende del settore. Questa serie di lezioni e incontri con docenti, ricercatori e manager è stata interrotta da un gruppo di antimilitaristi che hanno ricordato la sinergia tra ricerca universitaria, aziende produttrici di armi e guerre in corso. In particolare, attraverso una serie di interventi e in un testo distribuito, si è messa in evidenza la connessione del DISI (Dipartimento di Ingegneria e Scienze Informatiche) e di alcuni centri di ricerca ad esso collegati (Eledia Group, Rs Lab) con Finmeccanica. Nonostante la reazione stizzita di alcuni dei docenti coinvolti, in particolare di Fausto Giunchiglia, ordinario di Ingegneria e membro del comitato scientifico di Eurotech (azienda correlata a Finmeccanica), si è aperto uno spazio di discussione con alcuni studenti e ricercatori mettendo al centro le responsabilità di una ricerca scientifica sempre più al servizio di interessi privati e funzionale allo sviluppo di tecnologie che trovano applicazione in campo bellico.

Informare di queste responsabilità è un primo passo per scacciare la guerra dall’Università e dalle nostre vite.

Per maggiori informazioni sulle iniziative e su incontri di approfondimento: fuorilaguerradalluniversita@gmail.com

Leggi il volantino distribuito


Corteo a Bologna, il 16 aprile

Scarica il manifesto


Dossier sull’ENI

Scarica, stampa e diffondi il dossier sull’Eni: le sue malefatte, e le malefatte contro di lei. Da stampare preferibilmente su carta gialla, formato A3 fronte retro.