Monthly Archives: Settembre 2009

Quando si vuol negare l’evidenza. A proposito di Alpini

Vista la gran mole di mistificazioni e di calunnie, sarà il caso di ribadire alcuni dati di fatto. Gli Alpini sono un corpo militare dell’esercito italiano che ha attraversato indenne tutti i regimi: monarchia e repubblica, fascismo e democrazia.

L’Italia non ha mai fatto guerre di difesa, ma soltanto guerre di aggressione. Gli Alpini vi hanno sempre partecipato, arruolando a forza nelle proprie file centinaia di migliaia di operai e contadini, molti dei quali morti in battaglie in cui non si difendevano i loro interessi, ma quelli dei loro padroni. Ora gli Alpini sono un corpo militare di professione, presente in numerosi teatri di guerra (valgano per tutti i quasi 3000 Alpini di stanza in Afghanistan). In Italia le Penne nere stanno pattugliando le strade di parecchie città, svolgendo anche compiti di controllo sociale (come presidiare discariche e inceneritori in Campania contro le proteste della popolazione) e di repressione (la settimana scorsa alcuni Alpini hanno pestato un immigrato nel Centro di Identificazione e Espulsione di corso Brunelleschi a Torino).

Il loro impiego militare non si è affatto concluso sessant’anni fa.

Se le Penne nere si limitassero ad aiutare gli anziani, a bere vin brulè e a mangiare crauti e mortadella, nessuno li contesterebbe.

La realtà è ben diversa: Continue reading


Via gli Alpini dall’Afghanistan – Via gli Alpini dalle città

Domenica 13 luglio, a Rovereto, si è svolta la parata degli Alpini per commemorare l’80° anniversario della sezione locale dell’ANA. Ma non è stata una festa. Ignoti avevano vergato durante la notte parecchie scritte sui muri contro la presenza degli Alpini in Afghanistan e nelle città italiane, contro la militarizzazione dei territori. Coperte in fretta e furia le scritte all’alba, le penne nere si sono viste costrette a celebrare l’adunata con alzabandiera e frecce tricolori davanti al loro monumento (eretto nel 1940, per la cronaca) che ancora grondava vernice rossa. Raggiunto il corso principale della città, i circa duecento vecchi e giovani guerrafondai hanno trovato prima tre compagni che hanno lanciato fumogeni e calato uno striscione da una torretta, poi, duecento metri più in là, una quindicina di altri anarchici con striscioni, fumogeni, petardi, trombe e megafono su un tetto della centralissima piazza Rosmini. Visibilmente nervosi, hanno sfilato mentre al megafono veniva spiegato che qualche giorno prima gli Alpini avevano pestato alcuni immigrati nel lager di corso Brunelleschi a Torino con la complicità della Croce Rossa (anch’essa presente alla sfilata). Dall’Afghanistan alle città italiane – questo il ragionamento fatto – il ruolo degli Alpini è difendere gli interessi dei padroni, preparandosi sempre di più alla guerra anche “in patria” (oggi contro poveri e clandestini, domani contro intere popolazioni in rivolta). Non poteva mancare, ovviamente, un riferimento alla base militare di Mattarello.

Polizia, carabinieri, vigili urbani e finanzieri hanno brigato non poco prima di identificare la ventina di compagni. Un quotidiano titolava oggi “Agguato anarchico agli Alpini” (esagerati), parlando di circa venti denunce (scontate).


Avvicinare i giovani alle Forze armate

È apparsa sui quotidiani in questi giorni la notizia di un “mini-campeggio” della
durata di 15 giorni per assaporare l’ebbrezza della vita militare, che si
svolgerà a partire dal 14 settembre a Bolzano.
Saranno 150 giovani volontari dai 18 ai 25 anni a svolgere questo stage nelle
caserme bolzanine.
"Fin dall’inizio del mio mandato di ministro – dice La Russa – ho pensato
alla mini-naja, un breve periodo che possa essere utilizzato dai giovani per
un’esperienza nelle caserme, una preparazione atletico-culturale di tipo
militare."
La Russa sottolinea di aver affidato all’Ana, l’ Associazione nazionale alpini,
il compito di selezionare i giovani "andando a colmare quel vuoto che dopo
la fine dell’esercito di leva si era inevitabilmente creato".

 

Quella
che segue è un’intervista a La Russa sul senso di questi stage di
"mini-naja" e sulle prospettive che potrebbero aprire. Continue reading


Guerra, arte e altre cose

Volantino
distribuito durante la contestazione di 
"ZANG TUMB TUMB", un’inziativa svoltasi al museo della guerra di
Rovereto, il 30 agosto, in cui si
leggevano poesie interventiste di Marinetti e si celebrava la
propaganda militarista dei futuristi sul monte Baldo nel 1915, il tutto
in una "innocente" cornice artistica, con
riproduzioni moderne di "intonarumori" e altre amenità. Un gruppo di
compagni ha rumorosamente fatto notare che l’arte come celebrazione di
massacri non procura loro alcun piacere estetico.

Zang tumb tumb