Monthly Archives: Settembre 2010

Vicenza è sempre più Africom

di Antonio Mazzeo
Dal dicembre 2008, il comando SETAF (Southern European Task Force) dell’esercito USA di stanza a Vicenza ha assunto il nome di US Army Africa, componente terrestre di Africom, l’organismo delle forze armate statunitensi che sovraintende a tutte le operazioni di guerra nel continente africano. Mentre proseguono i lavori per trasformare il vecchio scalo aeroportuale Dal Molin, la città di Vicenza rafforza il suo ruolo di base avanzata per la proiezione di Stati Uniti e alleati NATO in Africa, ospitando il principale centro di formazione strategica degli eserciti dei paesi africani (alcuni dei quali in testa nelle classifiche relative a crimini di guerra, violazione dei diritti umani e repressione di organizzazioni e movimenti sociali). Continue reading


Sabotare la guerra dalla base

La lotta contro la base militare di Mattarello (Trento)

(contributo per l’incontro internazionale antimilitarista del 24-25-26 settembre 2010 a Barcellona)

Abbiamo già illustrato il progetto della base militare di Mattarello e il contesto in cui si inserisce nel nostro appello (tradotto anche in castigliano) Impediamo la costruzione della base militare di Mattarello. Agli anarchici, ai libertari, agli antimilitaristi del febbraio 2009. Con l’intervento di oggi vogliamo sviluppare alcune considerazioni più generali e allo stesso tempo raccontare a grandi linee l’attività che abbiamo svolto nel frattempo e ciò che ci proponiamo per il prossimo periodo.

Vista l’importante occasione di questo incontro internazionale, ci sembra utile confrontarci soprattutto sui metodi di lotta, su come ridare all’antimilitarismo tutta la sua carica sovversiva. Per agevolare la discussione procederemo per punti. Queste nostre note vanno lette come una semplice scaletta di problemi.

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Un miliardo di dollari per le nuove basi USA in Afghanistan

di Antonio Mazzeo
Erano 38.000 i militari USA in Afghanistan sino all’avvio della controffensiva di primavera nel sud del paese e in Pakistan. Per il Pentagono, l’obiettivo è però quello di trasferire nell’area di guerra altri 30.000 militari entro la fine dell’anno e 12.000 nel 2010. Una escalation senza precedenti che richiede la realizzazione in tempi brevissimi di infrastrutture di supporto per le nuove “brigate di combattimento”. L’US Army ha così richiesto lo stanziamento di 924 milioni di dollari per costruire “basi di proiezione avanzata”, alloggi per le truppe, scali aerei operativi, depositi di munizioni e carburante.
Una parte delle nuove infrastrutture militari sarà realizzata all’interno dell’aeroporto di Kandahar, dove sin dalle scorse settimane hanno preso il via imponenti lavori di scavo e movimentazione terra. Nello scalo dovrebbero sorgere diversi edifici da adibire a centri comando, caserme, alloggi ufficiali ed uffici. Si starebbero inoltre asfaltando ampie superfici di terreno da adibire a piattaforme per l’atterraggio di elicotteri e, entro il prossimo anno, a piste d’atterraggio e parcheggio per i velivoli da trasporto ed aviolancio “Lockheed C-130 Hercules” ed altri velivoli da guerra. I lavori sono coordinati da unità specializzate dell’esercito e della marina statunitense, tra cui il IV Battaglione d’Ingegneria appena trasferito dall’Iraq. Nell’intera regione verranno realizzate progressivamente altre infrastrutture più “leggere”. Continue reading


La guerra è qui

 (volantino distribuito a La Spezia)

Nonostante oggi, nella propaganda mediatica, si definiscono “umanitarie” e “operazioni di pace”, tutta una serie di terminologie in uso di chi le guerre le crea, ci guadagna e le fomenta per interessi economici, sopratutto.

D’altronde se una guerra è violenza, stragi, controllo del territorio e delle risorse, stupri e genocidi, allora, a ben guardare, la guerra è ben presente qui ed ora, nelle città, nelle case. Continue reading


CAMPEGGIO in Sardegna!

Clicca qui per vedere o scaricare il manifesto con il programma.


1-2-3 ottobre: campeggio libertario antinucleare e antimilitare

Quello del Salto di Quirra è il poligono sperimentale più grande d’Europa. In questo poligono fabbricanti di morte e militari sviluppano e sperimentano nuovi sistemi d’armi, uomini e donne si addestrano per uccidere.

Negli anni ’50 quando basi e poligoni in Sardegna vennero istituiti, essendo appena terminata la guerra, il rifiuto del militarismo era patrimonio diffuso nelle nostre comunità. Per questo a maggior ragione lo Stato fece credere alle popolazioni che quello che si andava a creare non fosse un luogo di guerra, bensì un poligono dedicato alla ricerca spaziale e civile. Questa favola continua ancora oggi, infatti il ritornello è sempre lo stesso; propagandando un uso civile dell’area si vuole imporre un ampliamento vero e proprio per esigenze strategiche a scopo militare. E anche su quest’imbroglio si basa tutt’ora la pacifica convivenza tra la popolazione e il poligono.

Un’altra favola è quella secondo cui la base è portatrice di ricchezza, benessere e posti di lavoro: a fronte di poche centinaia di civili impiegati occupa 12.000 ettari di territorio, una quindicina di comuni limitrofi sono esposti direttamente alle conseguenze delle attività e sperimentazioni belliche. Decine di ettari di terra per ogni lavoratore assunto in base! Nel frattempo l’emigrazione continua come cinquant’anni fa.

Ciò che realmente la base ha portato è un aumento del controllo e della militarizzazione, un inquinamento insidioso e invisibile, ma che causa in ogni momento malattie e morte tra la popolazione. Basta dire che nella frazione di Quirra si osserva un incidenza di tumori emolinfatici mortali almeno dieci volte superiore alla media regionale, mentre a Escalaplano in un solo anno si sono verificate 8 malformazioni gravissime su 21 bambini nati. Malformazioni, aborti e terribili malattie si verificano con grande frequenza tra il bestiame presente in prossimità del poligono.

Fino a poco tempo fa la risposta dello Stato è stata quella di negare l’evidenza, fino alla grottesca affermazione dell’allora generale Molteni che arrivò a dichiarare che le deformazioni sono dovute al fatto che i sardi si accoppiano tra parenti!

Nel momento in cui non si poteva più fare finta di niente lo Stato ha ammesso le sue colpe concedendo degli indennizzi alle popolazioni colpite dalle attività belliche; ammettendo che le basi sono pericolose, dannose e mortali. Ma al posto di eliminare le cause di morte, inquinamento, malattie e sofferenze dai territori interessati, i progetti delle istituzioni politiche militari prevedono un ampliamento della militarizzazione e un’intensificazione delle attività del poligono, alla ricerca di armi di distruzione sempre più letali e sofisticate.

I fatti dimostrano che la possibilità di convivere con il poligono militare è una pura illusione, alimentata dalla propaganda militarista. Conviviamo con lo sviluppo e la produzione di armi distruttive, utilizzate ogni giorno nelle guerre di sterminio in tutto il pianeta, i soldati nelle strade. Accettare questa convivenza ci rende le prime vittime e i primi complici di questa vergogna.

 


La “privatizzazione” della guerra

La scorsa settimana la deputata del Partito Democratico Federica Mogherini ha diffuso, indignata, la terribile notizia che il governo ha rinunciato al comando della missione NATO in Kosovo (missione nota con la sigla KFOR), dato che la manovra finanziaria non consentirebbe di reperire i fondi necessari neppure per mantenere l’attuale contingente. Un ritiro, parziale o totale, dei militari italiani, per qualsiasi motivo venga deciso, di per sé non sarebbe una di quelle notizie in grado di suscitare particolare dolore; ma il problema è che, come sempre, c’è l’inganno. Continue reading


A scuola… di guerra

«A partire dal prossimo anno scolastico i residui non utilizzati del fondo finanziario delle scuole non rimarranno più a disposizione degli istituti per essere riutilizzati l’anno successivo, ma serviranno a finanziare i corsi di tre settimane, voluti dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa, per avvicinare gli under 30 alle forze armate: il provvedimento è contenuto nella manovra finanziaria, la legge 122, il cui testo è stato pubblicato nel supplemento ordinario della “Gazzetta Ufficiale” del 30 luglio. Nella legge di riordino dei conti pubblici si stabilisce che le somme risparmiate potranno essere riutilizzate per gli stessi scopi nell’anno successivo ma “al netto di quanto previsto all’articolo 55, comma 7-bis, lettera c)”: ciò significa che almeno una parte delle risorse finalizzate alla “diffusione dei valori e della cultura della pace e della solidarietà internazionale tra le giovani generazioni” – in particolare 5.772.720 euro per il 2011 ed una cifra analoga per il 2012 – verranno prelevate dai fondi non utilizzati per vari motivi dalle oltre 10mila scuole italiane. L’operazione sarà agevolata dal fatto che, proprio a partire dal prossimo anno scolastico, il cosiddetto Fis, il fondo d’istituto destinato a compensare le attività non propriamente didattiche (supplenze, progetti, visite culturali e via dicendo), verrà liquidato direttamente dal ministero del Tesoro e non più dalle singole scuole attraverso l’innovativo meccanismo del ‘cedolino unico’. “In pratica il meccanismo previsto – spiega Reginaldo Palermo del periodico ‘La Tecnica della Scuola’ – è questo: il ministero comunica alle scuole l’entità delle risorse disponibili, ciascuna scuola definisce il piano di spesa attraverso il contratto di istituto, come avviene già ora, e alla fine dell’anno comunica al ministero del Tesoro la misura del compenso spettante a ciascun dipendente”. Una procedura che supera, quindi, quella attuale, in base alla quale “i risparmi dovuti a somme non spese per varie ragioni (attività non svolte, rinuncia all’incarico da parte di un docente, modifica al piano delle attività, ecc..) vengono trattenuti dalla scuola e utilizzati l’anno successivo sempre per il contratto di istituto”. Proprio grazie “a questo nuovo meccanismo – conclude Palermo – il Mef riuscirà a utilizzare una parte dei risparmi del fondo di istituto per la promozione di corsi organizzati dalle forze armate”.
Nello stesso testo della finanziaria viene indicato anche come si svilupperanno le ‘full immersion’ di tre settimane che i giovani tra i 18 e i 30 anni passeranno all’interno delle caserme. I corsi, organizzati delle stesse Forze armate, saranno finalizzati “a fornire le conoscenze di base riguardanti il dovere costituzionale di difesa della Patria, le attività prioritarie delle Forze armate, in particolare nelle missioni internazionali di pace a salvaguardia degli interessi nazionali, di contrasto al terrorismo internazionale e di soccorso alle popolazioni locali, di protezione dei beni culturali, paesaggistici e ambientali e quelle di concorso alla salvaguardia delle libere istituzioni, in circostanze di pubblica calamità e in altri casi di straordinaria necessità e urgenza”(fonte: http://notizie.virgilio.it/notizie/cronaca/2010/07_luglio/31/scuola».


QUANDO LA GUERRA VIENE A GALLA

Pubblichiamo due testi tratti da “Nunatak. Rivista di storie, culture e lotte della montagna”. Una riflessione tra urbanistica, “emergenze ambientali” e militarizzazione della società; uno sguardo sulla trasformazione militar-affaristica della Protezione civile all’epoca del Capo Bertolaso. Alcuni spunti per capire che la logica di guerra non è in un lontano Altrove, ma qui. Ed è la stessa logica del profitto.

QUALCHE PUNTO FERMO, TRA EMERGENZE E CROLLI Continue reading


Out now

E`uscito il numero 10 di Rompere le Righe

il foglio antimilitarista contro la base di Mattarello e contro la guerra

Scarica il pdf romperelerighe 10 pag. 1, pag. 2, pag. 3, pag. 4