Monthly Archives: Gennaio 2017

Dispositivi contro-insurrezionali: L’operazione STRADE SICURE e le forze d’elite dello stato italiano

 Per contro-insurrezione intendiamo tutti quegli interventi che vengono operati dal potere dominante nei confronti dello spazio circostante, spazio sociale e relazionale, spazio geografico ed urbano, ma anche spazio semantico, concettuale e filologico, con l’obbiettivo di rafforzare e proteggere le propria fondamenta dal rischio di una radicale messa in discussione e destabilizzazione delle stesse.

Questa frase riportata definisce in modo puntuale le pratiche e i contenuti che sottendono un intervento definito dagli analisti militari e di controllo sociale come contro-insurrezionale. Queste dinamiche, dapprima evocate o analizzate come situazioni abbastanza lontane dalla nostra quotidianità, divengono mano a mano sempre più visibili e pressanti, facendoci ricordare a noi tutti che l’anno 2020 del famigerato rapporto NATO sulle operazioni urbane è ormai alle porte. Basti pensare all’accelerazione di queste dinamiche solo nell’anno appena trascorso in italia, dove le città sono state invase da corpi speciali dell’arma dei carabinieri e dove il sindaco di Milano, Sala, ha proposto l’utilizzo dei soldati per la militarizzazione delle periferie. Ecco una proposta inquietante che è stata ripresa da vari esponenti del dominio anche per le periferie di altre città anche di minor dimensione. Questo improvviso scatto in avanti da parte dello Stato nel predisporre nel territorio un dispositivo contro-insurrezionale articolato, non è però scevro di contraddizioni e di problematiche per lor signori, che, purtroppo, non provengono da una contrapposizione di classe a queste misure da parte degli sfruttati, ma banalmente dal fatto che la presenza dei militari nelle strade richiede un aggiornamento della legislazione dei padroni della società.

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Vuoi vedere che…

Tratto da nobordersard

Che siti e blog di compagni, dei movimenti e delle lotte in generale, vedessero in primafila tra i visitatori sbirri di ogni risma è cosa nota e assodata. Più volte è successo che in piazza i vari digossini si lascino andare a commenti riferendosi ad articoli apparsi sui vari blog. Così come succede di tanto in tanto che dalle pagine di gestione di questi siti si notino visite di account non protetti della questura. Non mancano neanche i commenti, questo blog ad esempio è spesso visitato da militari che lavorano in Sardegna e che si sentono di dover dire la loro, specialmente sugli articoli di cronaca. E’ successo anche che la digos riuscisse a iscriversi alle mailing list dei compagni in modo da non dover neanche entrare nelle caselle altrui per tenersi aggiornata.

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Belluno: esercitazioni militari in corso

Se ci saranno danni alle abitazioni presentare un documento scritto entro il 12 maggio al Comune dove è avvenuto il danno.

Così finisce l’articolo del giornale locale “Il Gazzettino” sulla pagine di Belluno.

Di cosa si sta parlando?

Di un’esercitazione militare che ha luogo da oggi nei Comuni di Belluno e Ponte delle Alpi e che andrà avanti fino a Marzo-Aprile.

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Trento: scritte e manifesti contro l’università in guerra

Apprendiamo dal giornale locale “L’Adige” di qualche giorno fa che il sottopasso della stazione ferroviaria di Povo-Mesiano è stata affrescata di manifesti e scritte contro la partecipazione dell’Università di Trento in progetti di guerra. Una della scritte apparse recita: “Disi, Eledia, FBK: ricerca per la guerra”. Secondo il giornalista il fatto che esista una collaborazione di varie aziende trentine, e non solo, e la guerra è solo una supposizione, anche se poi cita testualmente alcuni brani usciti negli ultimi anni da parti di chi cerca di denunciare questa effettiva collaborazione. Poi lo scribacchino si spinge a fare una breve cronologia incompleta delle proteste antimilitariste su questo tema e conclude definendo questa nuova azione come un “salto di qualità” ed “è la prima volta che si spingono fino in collina”. È evidente che non è bene aggiornato sulla storia delle proteste ai vari laboratori negli ultimi 5 anni e non sa cosa si fa “lassù” in collina.

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