Monthly Archives: Febbraio 2018

Sardegna: Parenti serpenti

Nei mesi scorsi scaldava il cuore sapere che una gru dei Fratelli Rubino,complici della logistica militare, fosse andata a fuoco.

“Il primo attentato risale al 6 settembre del 2017 nel mirino la ditta “Icom spa” a Macchiareddu, distrutta una gru del valore di circa 3milioni di euro. Il 15 settembre il secondo attentato ad Assemini distrutta un’altra gru. Il 30 settembre nel mirino finisce la ditta del cugino dell’arrestato sempre ad Assemini, distrutti quattro mezzi pesanti. Il quarto attentato il 28 novembre a Nuraminis, danneggiata la gru della ditta “Rago green power” di Potenza. L’ultimo incendio risale al 30 novembre dello scorso anno a Senorbì nel mirino la “No.Va. Service”, distrutte un’autogru e un furgone.”

Così scrivono i giornali ,dando notizia dell’arresto di Davide Rubino, cugino dei piu’ famosi fratelli con il medesimo cognome, che pronto pronto stava per partire in Thailandia vista la mala parata. Sarebbe lui quindi il responsabile dell’incendio alla gru e a qualche mezzo pesante dei Rubino e  artefice di un metodo spiccio per sbaragliare la concorrenza.

Un colpo di scena quindi che fa sgranare gli occhi e solleticare il cervello come il piu’ banale dei romanzi gialli.

In questo caso diciamo che chi vive di guerra non resta in pace, neanche nel caldo delle mura domestiche.


Alla guerra nucleare dalla base Usa di Sigonella

Riceviamo e pubblichiamo:

Follie criminali. Segretamente a Sigonella sta per entrare in funzione la Joint Tactical Ground Station (JTAGS), la stazione di ricezione e trasmissione satellitare del sistema di pronto allarme USA per l’identificazione dei lanci di missili balistici con testate nucleari, chimiche, biologiche o convenzionali. Nell’area 465 della base sorgerà il nuovo sito di guerra missilistico e nucleare. Della nuova “ricollocazione” a Sigonella grande felicitazione del Presidente del Consiglio Renzi e della Ministra Pinotti. Il governo italiano pare non abbia ritenuto doveroso informare il Parlamento e l’opinione pubblica. Mister Trump ha annunciato un piano di “modernizzazione” degli arsenali che costerà più di 1.300 miliardi di dollari nei prossimi 30 anni. Vorrebbe testate nucleari per “effettuare attacchi chirurgici con un numero ridotto di vittime”. Per le opere urbanistiche la US Navy ha affidato i lavori di costruzione degli impianti JTAGS alla D’Auria Costruzioni S.r.l. di Lamezia Terme che sembrerebbe una società quantomeno discutibile.

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La guerra dell’Europa in Africa

Riceviamo e pubblichiamo:

junge Welt 24 febbraio 2018

Incontro ‘G5 Sahel’ e Unione Europea (UE) a Bruxelles.

[Il Sahel (dall’arabo Sahil, “bordo del deserto”) è una fascia di territorio dell’Africa sub-sahariana che si estende tra il deserto del Sahara a nord e la savana del Sudan a sud, e tra l’oceano Atlantico a ovest e il Mar Rosso a est. Il G5 Sahel invece è l’iniziativa militare congiunta tra Mali, Niger, Ciad, Burkina Faso e Mauritania progettata nel febbraio del 2014 e lanciata nel luglio 2017 per portare sicurezza nella regione sahelo-sahariana. Cioè, una forza coordinata nel quadro della lotta alla criminalità locale e, soprattutto, alla minaccia terroristica e al passaggio dell’emigrazione, che dall’inizio della crisi nel Mali, scoppiata nel gennaio 2012, ha compromesso la stabilità geopolitica della zona.]

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Rubicone

Articolo tratto dal foglio francese Avis de tempêtes, n. 2, 15 febbraio 2018 trovato sul sito finimondo.org

Un altro Rubicone è stato attraversato. Ciò che malauguratamente era prevedibile non ha tardato a realizzarsi, favorito da un disgustoso giochino diplomatico avviato dagli Stati Uniti. In seguito al loro annuncio di voler costituire un esercito regolare di stanza lungo il confine turco-siriano – arruolando una parte significativa di combattenti curdi dell’YPG nel nord della Siria –, il regime di Ankara ha lanciato il 19 gennaio una offensiva militare contro l’enclave di Afrin tenuta da questi ultimi.

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Manifestazione a Monaco di Baviera contro il “cartello della guerra”

junge Welt 19 febbraio 2018

Ieri, domenica, nel centro di Monaco si è svolta una manifestazione partecipata da oltre 4.000 persone, come indica l’ “Alleanza d’azione contro la Conferenza Sicurezza NATO” (SiKo dalle iniziali in tedesco, che l’ha organizzata), aperta dallo striscione “La guerra non conosce vincitori”. Le ragioni della manifestazione erano condensate nella parola d’ordine: “scioglimento dell’Alleanza per la Difesa promossa dalla NATO, mettere fine all’esportazione di armi tedesche e agli interventi all’estero della Bundeswehr (forze armate della RFT).

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Cagliari: Due Giorni contro la RWM – 7-8 Aprile 2018

Tratto da nobordersard

7 – 8 aprile due giorni di dibattiti, assemblee e presentazioni sul tema della guerra, della militarizzazione del territorio e dell’industria d’armi.
Preparate il saccoapelo, chiamate gli amici e venite. La guerra è anche qui in Sardegna tocca a noi organizzarci per fermarla.

SEGUIRANNO AGGIORNAMENTI


Lecco: Il bollettino di guerra

Tratto da leccoriot.noblogs.org

 

  • (03-01-18) La Norvegia ha sospeso ogni esportazione di armi o munizioni verso gli Emirati Arabi Uniti per il timore che vengano usati nella guerra in Yemen. Dal 2015 al 2016 le esportazioni erano cresciute da 41 a 79 milioni di corone.
    • (21-12-17) La Gran Bretagna ha annunciato l’intenzione di firmare un accordo bilaterale di difesa con la Polonia, dopo aver concluso un accordo simile con la Francia.

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Quanta energia: Mostra sul TAP e TILT

Se energia è sinonimo di forza, di vigore, di efficacia, se nessuno può o vuole farne a meno, se ogni società ha bisogno di produrre ed immagazzinare energia (ben al di là di quanto sia strettamente necessario per sopravvivere), va da sé che ogni suo
potenziamento non può che essere presentato come una grande conquista. Questo perché la disponibilità di energia è uno dei fattori che più condizionano lo sviluppo economico di un paese. Senza l’accesso a grandi quantitativi di energia per i processi produttivi, per i trasporti, per i consumi, nessuna economia industrializzata potrebbe sussistere. Di conseguenza, creare le condizioni affinché le imprese e i cittadini possano accedere all’energia di cui hanno bisogno per produrre e consumare merci rappresenta uno dei principali obiettivi di ogni politica economica. La garanzia che queste condizioni continuino ad
esistere è considerata da qualsiasi Stato una necessità strategica ed è comunemente chiamata sicurezza energetica.
Per vivere, o per produrre merci e fare la guerra? Si tratta di un concetto ad effetto, introdotto nel dibattito politico per la sua efficacia comunicativa, giacché il richiamo alla «sicurezza» (e quindi l’implicito rimando al bisogno fondamentale di protezione di ogni comunità) costituisce un’arma retorica di grande efficacia. Ma anche in questocaso i richiami alla sicurezza vengono usati per legittimare le scelte più disparate, spesso del tutto prive di collegamento con la vera questione da affrontare ma rispondenti ad esigenze di controllo e di potere. Così, per giustificare lo sfruttamento di sempre nuove fonti di energia, la propaganda istituzionale ed industriale evoca il rischio che i nostri frigoriferi si fermino o che le nostre luci si spengano. Ma è una pura menzogna. Nelle società occidentali l’energia elettrica costituisce un quarto dell’energia consumata nel suo complesso. Di questo quarto, solo un terzo di tutta l’elettricità prodotta è destinata all’uso domestico. Ciò significa che l’energia elettrica usata dagli esseri umani per vivere come vivono corrisponde a circa l’8% dell’energia totale prodotta. Chi invoca più energia non è affatto preoccupato per il benessere delle persone: è la produzione e la circolazione di merci a richiedere tutta questa enorme quantità di energia, per non parlare della guerra e delle sue immense necessità. Guerra il cui scopo è quasi sempre il controllo di fonti di energia.
Ecco il circolo vizioso che ci sta strozzando.

Qui sotto per scaricare la mostra e il foglio:

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Trentino: Di lato e di fronte

Di lato e di fronte

Su due serate in Trentino contro il fascioleghismo

Venerdì 9 febbraio a Trento e domenica 11 febbraio a Rovereto ci sono stati due cortei non autorizzati, il primo contro la commemorazione delle “vittime delle foibe” organizzata da Casapound e il secondo contro il comizio elettorale di Salvini. Crediamo valga la pena di raccontarli un po’ nel dettaglio.

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Ghedi: Tecnologia e guerra