Category Archives: Progetti di guerra messi a nudo

Recovery fund e spese militari

Articolo tratto dal periodico Seme Anarchico del giugno 2021

Recovery fund e spese militari

La pandemia non ha fermato, anzi accentuato la tendenza al rialzo delle spese militari già consolidatasi da qualche anno tra molti alleati della NATO. Il 2020 potrebbe costituire lo spartiacque tra un’epoca di bilanci militari ridotti o stagnanti e una nuova fase di incremento della spesa. E’ il caso dell’Italia che ha visto la spesa per le tre Forze Armate (Funzione Difesa) crescere nel 2020 fino a 15,32 miliardi di euro contro i 13,98 del 2019 con un incremento di ben 1,3 miliardi (+9,6%), nel 2021 tale stanziamento dovrebbe salire a circa 17 miliardi con almeno 7 miliardi (4 del bilancio e 3 dai fondi del Ministero dello sviluppo Economico) destinati ad acquisire nuovi mezzi, armi ed equipaggiamenti.

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Commando speciale delle forze armate russe armato con fucili italiani Beretta?

Tratto da http://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2021/03/commando-speciale-delle-forze-armate.html

Commando speciale delle forze armate russe armato con fucili italiani Beretta?

 

Fucili Beretta per le forze speciali della Federazione Russa? Sembrerebbe di sì secondo quanto rivelato da Defense Blog, rivista online specializzata nel settore militare, che ha pubblicato una foto che ritrae due soldati della potente e segreta task force “SSO” mentre si addestrano a volto scoperto con un fucile d’assalto ARX160 prodotto negli stabilimenti bresciani del gruppo Beretta. La foto è stata postata su Telegram la sera del 6 marzo 2021 e proverebbe che il fucile mitragliatore calibro 5.56×45mm NATO sarebbe nella disponibilità di uno dei reparti d’élite delle forze armate russe. Sino ad oggi l’industria italiana leader nella produzione di armi leggere non aveva mai comunicato la vendita di componenti da guerra al governo di Mosca.

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Un opuscolo sull’ENI e la sua propaganda “verde”

Segnaliamo l’uscita dell’opuscolo “Follow the green: la narrazione di Eni alla prova dei fatti” redatto dalle associazioni A Sud e CDCA – Centro Documentazione Conflitti Ambientali, che lo hanno presentato il 14 maggio tramite diretta internet sui loro canali informativi.

Questo lavoro di 133 pagine è incentrato nel denunciare la politica propagandistica di ENI negli ultimi anni, per quanto riguarda i suoi progetti di riconversione della produzione di energia da combustibili fossili in energia cosiddetta verde. Capitolo dopo capitolo viene smontato con gli stessi dati e dichiarazioni dell’azienda, la facciata che essa ha messo in piedi tramite tutti i canali d’informazione che si possano conoscere. Non c’è progetto green venduto al pubblico che non abbia qualche scheletro nell’armadio: la capacità narrativa tramite efficaci video e pubblicità è notevole e fa ben capire dove sono finiti i 78 milioni di euro che ENI ha speso per dare al mondo un’immagine di se stessa che è ben lontana dalla realtà. Senza contare che ENI sta facendo accordi con la scuola per introdurre dei corsi formativi rivolti agli studenti sulle questioni ambientali ed energetiche. Dopo i militari, anche questa azienda sta cercando di formare a suo uso e consumo la futura e potenziale classe dirigente entrando nelle classi delle scuole del nostro paese. La sua visione deleteria e criminale, la troviamo propedeutica per due motivi: il primo è legato al fatto di creare, o meglio di opprimere, nelle menti dei giovani un pensiero su temi così complessi che porti all’annullamento dello spirito critico; il secondo, che solo tramite l’intervento dello Stato e delle sue aziende più o meno private si possa intervenire nella complessità della realtà. Il pensiero libero viene sradicato nel momento in cui è più florido, cioè nella mente di ragazzi e ragazze che si approcciano alla vita. Forse questi signori sanno che andando avanti così il futuro non è roseo, e come dimostrano le recenti sommosse americane, cilene, francesi, libanesi, irachene, hongkonghesi, c’è una parte dei giovani che ha molte motivazioni per ribellarsi a chi del futuro vuole farne una catena avvelenata. Criticare apertamente problemi ampi come l’inquinamento e il consumo e produzione di energia è fondamentale per tutti, ma porlo in modo radicale è fonte di paure per le multinazionali e per lo Stato e quindi va stroncato sul nascere, intervenendo, come dicevamo sopra, alla radice di una possibile nascita di nuovi individui liberi e non addomesticati.

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Coronavirus? Macché, la Ue apre alle manovre Usa

Pur non condividendo la linea politica de Il Manifesto, ripubblichiamo quest’articolo sulle importanti manovre militari che stanno interessando USA, EU (e non solo) a dispetto delle misure restrittive imposte per far fronte all’emergenza covid-19.

L’Arte della guerra. Lo Us Army Europe ha richiesto l’istituzione di «un’Area Schengen militare», con la differenza che a circolare liberamente non sono persone ma carrarmati. Test decisivo è l’esercitazione «Difensore dell’Europa 2020», in aprile e maggio

Da Il Manifesto

I ministri della Difesa dei 27 paesi della Ue, 22 dei quali membri della Nato, si sono incontrati il 4-5 marzo a Zagabria in Croazia. Tema centrale della riunione (cui ha partecipato per l’Italia il ministro Guerini del Pd) non è stato come affrontare la crisi da Coronavirus che blocca la mobilità civile, ma come incrementare la «mobilità militare». Test decisivo è l’esercitazione Defender Europe 20 (Difensore dell’Europa 2020), in aprile e maggio. Continue reading


Costruire asili per farsi belli

Da Il Piccolo, 1 marzo 2020:

Nell’asilo Fincantieri spazio a 75 bambini. Quattro le sezioni e costerà 1,9 milioni
Depositato il progetto preliminare e anche la convenzione Il Collegio del Mondo Unito darà un apporto pluriculturale

MONFALCONE. Sì, è un progetto preliminare. Ma per la prima volta, dopo un anno che il centrosinistra incalza, sollecita, invoca, è finalmente pubblico, non essendo stato fin qui reso noto neppure agli organi di stampa. Depositato dunque all’Albo pretorio (e pertanto a tutti accessibile) il progetto preliminare del nuovo asilo finanziato da Fincantieri e delineato dall’architetto Francesco Morena. La scuola dell’infanzia sorgerà all’angolo tra le vie Valentinis e delle Mandrie, dopo il recupero conservativo – dunque senza alterarne sedime o caratteristiche architettoniche – del fabbricato di complessivi 787,10 metri quadrati. […] Continue reading


Da Israele in Italia quaranta carabinieri robot

di Antonio Mazzeo:

I nuovi veicoli terrestri a controllo remoto per i reparti speciali anti-terrorismo dell’Arma dei Carabinieri? Li produce in Israele una delle aziende leader nella realizzazione di soldati robot e macchine da guerra interamente automatizzate. Il 6 marzo 2019 le riviste militari specializzate israeliane hanno pubblicato il comunicato della società Roboteam di Tel Aviv in cui si annunciava la fornitura al Comando generale dell’Arma di quaranta sistemi TIGR (Transportable Interoperatble Ground Robot) con relative apparecchiature, servizi di manutenzione e formazione-addestramento del personale predisposto all’uso. Continue reading


RWM SENZA CONTROLLO. La falsa crisi di un’azienda in piena espansione

Pubblichiamo il dossier redatto dall’Assemblea Cittadina Contro l’RWM, che analizza l’operato di RWM Italia rispetto al territorio sardo, in particolare dalla scorsa estate fino ad ora. I redattori e le redattrici mettono in relazione i recenti allarmismi diffusi dalla fabbrica di bombe e munizioni del Sud Sardegna rispetto a licenziamenti e ridimensionamenti produttivi, il coro unanime di sindacati, politici e media che ha acriticamente contribuito alla diffusione di tali allarmismi, ed i dati relativi al fatturato e alla produzione dell’azienda. Quello che emerge è uno scenario ben diverso da quello di crisi evocato dall’azienda e gonfiato dagli altri attori in gioco. E’ fondamentale, in questi tempi di riarmo diffuso, tenere alta l’attenzione sulle realtà produttive che si nutrono di guerra; quando poi, come nel caso presente, queste ultime arrivano a dipingersi come benefattrici, cattedrali del lavoro in un deserto di miseria, la pazienza cessa di essere virtù. Continue reading


L’Italia e il Niger. A scuola di guerra…

di Antonio Mazzeo:

Quando la Cooperazione si veste di mimetica. L’Italia collabora con le attività di formazione militare nei paesi del G5 in Sahel.

Il sistema Italia prova a conquistarsi un posto al sole nell’Africa sub-sahariana. L’8 ottobre scorso, il Comando Operativo Interforze della Difesa ha firmato a Niamey una convenzione quadro con il Segretariato Permanente del “G5 Sahel”, l’organizzazione che dal 2014 vede gli Stati africani di Mauritania, Niger, Burkina Faso, Mali e Ciad cooperare congiuntamente in ambito strategico-militare nella regione del Sahel.
Grazie al nuovo accordo, l’Italia sosterrà le attività formative promosse dal “Collège de Défense du G5 Sahel”, la scuola di guerra con sede in Mauritania che ha il compito di formare i quadri militari delle forze armate saheliane. Primo step della partnership l’assegnazione al College di due ufficiali-docenti inquadrati nella MISIN, la Missione Bilaterale di Supporto in Niger che ha preso il via il 15 settembre 2018 e che, nelle dichiarazioni del Ministero della difesa, è “finalizzata a supportare l’apparato militare nigerino, concorrere alle attività di sorveglianza delle frontiere e rafforzare le capacità di controllo del territorio dei Paesi del G5 Sahel”. Continue reading


Appunti sulla guerra totale

Fra dinamiche di riarmo, contrazioni protezioniste e corsa alle materie prime, uno sguardo al sistema globale in cui si imbastiscono progetti di guerra sempre più espliciti e si tenta di far fruttare persino l’inevitabile crisi ecologica

L’ennesimo capitolo dello scontro fra Stato Islamico, Arabia Saudita e Stati Uniti colpisce al cuore l’economia di Riad,ovvero le installazioni petrolifere di SAUDI ARAMCO. Sullo Stretto di Hormuz e nel Golfo Persico si intrecciano e le rivalità fra capitalismi e Stati rivali che ambiscono a rafforzarsi come potenze regionali e gli scontri fra blocchi capitalistici a livello mondiale (Russia, Cina, USA, UE e l’emergente e contraddittorio espansionismo britannico). Continue reading


Ecco come il Pentagono condiziona e finanzia la ricerca scientifica in Italia

di Antonio Mazzeo:
La ricerca scientifica nelle università e nei laboratori di istituti pubblici e privati italiani? Sempre più finalizzata allo sviluppo di armi e tecnologie belliche e con il generoso contributo delle forze armate degli Stati Uniti d’America. E’ quanto emerge dall’analisi del data base relativo alle spese effettuate dal governo di Washington, consultabile liberamente in rete (vedi https://gov.data2www.com). La sistematizzazione dei dati, non certo facile per l’enorme mole degli indicatori e delle informazioni contenute, ha permesso di documentare come a partire dal 2010 ad oggi il Dipartimento della Difesa USA, congiuntamente a US Army, US Air Force e US Navy abbia sovvenzionato con oltre 15 milioni di dollari programmi, sperimentazioni, conferenze, workshop e scambi internazionali delle università e dei più noti centri di ricerca nazionali. Continue reading