A Poggio Renatico il controllo delle forze aeree NATO in Europa

di Antonio Mazzeo
Entro il marzo 2010 la NATO affiderà alla base radar di Poggio Renatico (Ferrara) il controllo dello spazio aereo compreso tra l’Oceano Atlantico e il delta del Danubio e l’eventuale conduzione di raid dei cacciabombardieri alleati in quest’area. La decisione di potenziare ed estendere geograficamente le funzioni dell’infrastruttura militare italiana è stata resa nota a conclusione della conferenza annuale dei comandanti NATO della Regione Sud, tenutasi proprio a Poggio Renatico e a cui ha partecipato, tra gli altri, il generale dell’US Air Force, Maurice L. Mc Fann, comandante supremo della componente aerea dell’Alleanza Atlantica in Europa. Nel corso dei lavori, in particolare, è stata esaminata la nuova struttura dei Comandi aerei NATO che saranno riorganizzati in due soli CAOC (Combined Air Operations Center): Poggio Renatico, appunto, e quello di Larissa in Grecia che assumerà il controllo dell’area sud-orientale europea. “Si tratta del passaggio ad un dispositivo di difesa aerea ancora più integrata”, si legge nel comunicato emesso dalla NATO, “in cui il CAOC di Poggio Renatico sarà responsabile dell’Air Policing, la sorveglianza dello spazio aereo, incluso l’impiego dei velivoli intercettori, anche nei cieli di Portogallo e Spagna, oltre agli attuali paesi di Ungheria, Croazia, Slovenia, Albania e naturalmente Italia”. Sino ad oggi il controllo dello spazio europeo era attribuito a cinque centri operativi CAOC e Poggio Renatico seguiva prioritariamente le operazioni nei Balcani.
In vista dell’integrazione dei comandi radar oggi ospitati nella penisola iberica, saranno implementati accordi bilaterali tra la NATO ed i rispettivi paesi che regolamenteranno la “gestione di eventi anomali o illegali che avvengono nello spazio aereo sud-europeo”. Il processo di transizione e centralizzazione dei Comandi aerei alleati in Italia e Grecia comporterà inoltre la realizzazione di una serie di attività addestrative che andranno ad aggiungersi a quelle già previste nel 2010 per la NATO Response Force (NRF), la neocostituita forza di rapido intervento, che vedrano il coinvolgimento diretto del CAOC di Poggio Renatico e dell’Air Component Command di Izmir (Turchia).
Nel corso della conferenza dei comandanti NATO della Regione Sud è stato pure analizzato lo stato di avanzamento del programma ACCS (Air Command & Control System), il nuovo sistema di comando e controllo per il combattimento aereo che sta per entrare in funzione all’interno dell’Alleanza, sotto il coordinamento della base di Poggio Renatico. La realizzazione dell’Air Combat and Control System (costo stimato 1, 5 miliardi di euro) è stata affidata al consorzio internazionale ACSI a cui partecipano i colossi industriali militari Raytheon (USA) e Thales (Francia).
Oltre al CAOC NATO, la base militare ferrarese ospita il Comando Operativo delle Forze Aeree (COFA) dell’Aeronautica militare, nato dalla fusione del 1° R.O.C. di Monte Venda (Padova) e dell’11° Gruppo Radar di Ferrara. Il COFA di Poggio Renatico è una struttura di vertice delle forze armate italiane: è responsabile del controllo del traffico aereo nazionale, garantisce le attività di addestramento del personale nazionale ed alleato in Italia e il servizio di ricerca e soccorso (SAR), pianifica e coordina l’impiego delle forze aeree nell’ambito delle missioni NATO. Alle dipendenze del COFA opera il Gruppo Riporto e Controllo Difesa Aerea (GRCDA) dell’Aeronautica militare, integrato nel sistema di comando e controllo C2 NATO, a cui sono attribuite le funzioni di avvistamento, identificazione e “pronta reazione” ad eventuali minacce attraverso il controllo delle batterie missilistiche e dei caccia intercettori posti in stato di allerta su tutto il territorio nazionale e degli intercettori teleguidati, come i velivoli senza pilota “Predator B” recentemente installati nella base aerea di Amendola (Puglia). Per l’espletamento delle proprie missioni, il GRCDA di Poggio Renatico si avvale di una serie di sensori “Early Warning” distribuiti in Italia e nei paesi NATO e, all’occorrenza, di aerei radar AWACS. Al Gruppo sono attributi anche compiti di formazione ed addestramento alle operazioni di guerra aerea del personale militare di alcuni paesi dell’Est Europa (Slovenia, Ungheria, Croazia, Albania, ecc.). Nell’ambito del piano di ristrutturazione delle forze armate italiane e a seguito dell’acquisizione e della piena operatività del sistema di Comando e Controllo NATO ACCS, il GRCDA verrà riconfigurato in “reparto ARS” come unico centro di controllo dello spazio aereo nazionale, con la conseguente crescita delle proprie strutture e del personale impiegato.
Il centro radar di Poggio Renatico ha sede nel vecchio scalo aeroportuale “Giuseppe Veronesi”, ubicato a meno di 4 chilometri dall’omonimo comune del ferrarese. L’installazione sorse nel 1951 quando lo Stato Maggiore dell’Aeronautica decise di localizzarvi, a titolo sperimentale, una piccola antenna radar mobile che operava in coppia con l’analoga postazione di Punta Marina (Ravenna). Diciannove anni più tardi a Poggio Renatico fu trasferito l’11° Gruppo Radar che venne integrato nel sistema di comando e controllo NATO denominato “Nadge”, volto a sorvegliare i confini dei paesi dell’Alleanza, dalla Turchia alla Norvegia. Nel 1983 la base acquisì maggiore importanza grazie all’installazione di una nuova e più potente stazione radar e del sistema di collegamento con i velivoli NATO AWACS entrati in funzione in Europa.
All’inizio degli anni ‘90 la NATO deliberò il finanziamento per la costruzione a Poggio Renatico di una sede protetta con tre piani interrati, infrastrutture a prova di esplosione atomica ed una sala operativa destinata ad ereditare i compiti del centro operativo regionale di Monte Venda. Nel 1998 la base accolse il quartier generale del Centro COFA sino ad allora ospitato a Vicenza presso la sede della 5° Forza Aerea Tattica della NATO (ATAF). L’anno successivo il COFA di Poggio Renatico ebbe il suo battesimo di fuoco partecipando alla pianificazione e alla conduzione dei bombardamenti in Serbia e Kosovo durante l’operazione “Allied Forces”. Il centro, che vedeva originariamente la partecipazione di solo personale italiano, passò ad ospitare militari provenienti da tredici paesi dell’Alleanza (Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Norvegia, Olanda, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti, Turchia e Ungheria). A partire del 2001 nella base radar sono state ampliate le infrastrutture abitative per i militari e le famiglie al seguito, grazie alla realizzazione di oltre 270 nuovi alloggi. La fase di ampliamento ed ammodernamento del COFA e del CAOC 5 è continuata sino al giugno 2004. Secondo Peacelink, nella base ferrarese siederebbero attualmente 1500-1600 persone.
Il piano di potenziamento e centralizzazione delle funzioni aeree NATO comporterà l’ennesima crescita del numero degli addetti militari italiani e stranieri ospitati a Poggio Renatico. Così come cresceranno la portata e le emissioni dei sistemi di trasmissione radar e, di conseguenza, i rischi di inquinamento elettromagnetico. In passato, gli impianti della base erano stati oggetto d’indagine come possibile causa d’insorgenza tumorale tra la popolazione locale. Nel gennaio 2003 la stampa locale riportò i risultati di un’indagine epidemiologica dell’ASL di Ferrara che avrebbe rilevato l’incidenza “statisticamente anomala, sopra la media attesa localmente” di “tumori infantili a livello cerebrale”. L’amministrazione comunale di Poggio Renatico, ricevuto il rapporto dell’ASL, decise di richiedere l’intervento dell’Agenzia regionale per l’ambiente per monitorare l’intensità delle emissioni delle antenne NATO. Da allora non si è saputo più nulla.


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