Sentieri di pace o cantieri di guerra?

 Venerdì 25 giugno si è tenuta, a Rovereto, la prima serata di “Sentiero di Pace”, un’iniziativa di concerti e interventi di “esperti” di guerra, sponsorizzata dalla Provincia di Trento e seguita in diretta da Rai radio 2. Anche quest’anno un gruppo di antimilitaristi ha voluto sbugiardare l’ipocrisia della Provincia e riaffermare il senso della lotta contro la base militare di Mattarello.

Nel 2008, alla prima edizione di “Sentiero di Pace”, i responsabili della Rai avevano fatto parlare i compagni per togliersi dall’imbarazzo di dover fare una diretta in una sala presidiata dai carabinieri.

 L’anno corso una quarantina di compagni provenienti dal campeggio antimilitarista che si stava svolgendo a Trento era riuscita a salire sul palco e a fare un intervento nonostante il tentativo di polizia e security di impedirglielo.

Quest’anno è bastato presentarsi con un enorme striscione (“Blocchiamo la base di Mattarello”) per provocare agitazione tra gli organizzatori: gli agenti in borghese seguivano a gruppi qualunque compagno entrasse nella piazza del Mart. A un certo punto organizzatori del concerto e responsabili della Rai hanno detto a chi volantinava: “Se non cercate di salire sul palco durante il concerto, vi facciamo parlare in diretta”. Visto che non eravamo lì a chiedere nulla e avremmo potuto dire ciò che avevamo da dire senza filtri, abbiamo accettato.

Nell’intervento – durato circa tre minuti – sono stati sintetizzati i contenuti del volantino, ribadendo la necessità dell’azione diretta contro la guerra, fuori da ogni delega a partiti e istituzioni. Nel finale, parlando di guerra ai lavoratori, è stato mandato un caloroso saluto agli operai di Pomigliano d’Arco che hanno rifiutato l’accordo-truffa della Fiat, lanciando un invito alla lotta generalizzata.

Buona la reazione delle centinaia di persone radunate nella piazza (per quel che valgono gli applausi: di per sé molto poco).

Ora alla lotta contro la base militare di Mattarello se ne affianca un’altra, strettamente collegata: quella per impedire l’apertura di un centro di ricerca della Finmeccanica a Rovereto.

Di seguito il volantino distribuito.

 SENTIERI DI PACE O CANTIERI DI GUERRA?

 Per il terzo anno siamo qui a ripetere che è giusto ricordare le guerre del passato (come la grande carneficina mondiale del 1915-18), a patto di non dimenticare quelle del presente.

Il governo italiano ha le proprie truppe in 21 paesi del mondo, con spese militari in continuo aumento (15 miliardi di euro solo per l’acquisto dei cacciabombardieri F-35). Ma la guerra – che porta altrove morte e distruzione – ha da tempo le sue ricadute sociali: i soldati pattugliano diverse città italiane, sono già impiegati in Campania a difesa dei cantieri di inceneritori e discariche, e garantiranno in futuro la costruzione delle centrali nucleari…

Ma veniamo più vicino a noi.

Mentre sponsorizza un’iniziativa dal titolo “Sentiero di pace”, la Provincia di Trento finanzia con più di 400 milioni di euro la costruzione di una base militare a Mattarello. Una base il cui scopo è ben preciso: preparare le operazioni di guerra (i militari di stanza nelle caserme di Trento sono già impegnati in Kosovo e in Afghanistan). Il ridimensionamento della “cittadella militare” di cui ha parlato di recente Dellai è una presa in giro. La costruzione provvisoria di alcuni alloggi per ufficiali nella caserma “Pizzolato” di Trento, se salva qualche ettaro di campagna a Mattarello, non sposta minimamente la questione: in ballo sono pur sempre 1600 soldati di professione, aree e territori sottoposti a segreti e a servitù militari.

Questo progetto di guerra non viene da solo.

A Rovereto, nell’area dell’ex Manifattura Tabacchi, è previsto un centro di ricerca di Finmeccanica, il più grosso produttore italiano di armi, il settimo a livello mondiale. Per fare un esempio tra i tanti, Finmeccanica ha fornito i suoi famigerati bombardieri senza pilota usati dallo Stato di Israele nel massacro di Gaza.

Nel 2008 la Norvegia ha reciso imbarazzata un contratto con Finmeccanica relativo alle telecomunicazioni perché nello stesso periodo il colosso italiano era impegnato, attraverso uno dei gruppi che controlla (MBDA), nella produzione di missili a testata nucleare per l’esercito francese.

Invece la Provincia di Trento, che tanto si fregia dell’immagine della pace, finanzia addirittura in proprio un progetto del più grande produttore italiano di armi!

Ci dicono che quello di Borgo Sacco sarà un centro di ricerca per le cosiddette energie rinnovabili. Ma a parte il fatto che il confine tra tecnologie civili e tecnologie militari è sempre più labile, il punto è un altro. Finmeccanica fabbrica armi da guerra per il 90% del suo fatturato: collaborare con un simile gigante della morte significa esserne complici.

Ed è proprio questo che noi non vogliamo diventare: complici.

Abbiamo già bloccato in passato camion e ruspe per impedire i lavori
preliminari della base di Mattarello. La partita è ancora lunga.
Fermare i cantieri della guerra è possibile.

 BLOCCHIAMO LA BASE MILITARE DI MATTARELLO!

NESSUN CENTRO DI FINMECCANICA A ROVERETO!

 Rompere le righe – Rovereto

romperelerighe08@gmail.com

romperelerighe.noblogs.org

(materiali sulla base di Mattarello, su Finmeccanica, ecc.)


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