Lunedì 3 agosto, per la prima volta, un aeromobile a pilotaggio remoto dell’Aeronautica Militare decollerà da una base, il 32° Stormo di Amendola (Foggia), e giungerà a destinazione su un’altra, l’aeroporto militare di Decimomannu (Cagliari). Nuove possibilità anche per l’impiego nei Teatri Operativi
Ten.Col. Alessandro Alfonsi – SMA – Ufficio Pubblica Informazione del 30/07/2009
Lunedì 3 agosto un aeromobile a pilotaggio remoto Predator dell’Aeronautica Militare atterrerà sulla base di Decimomannu, in Sardegna, guidato tramite collegamento satellitare dalla base madre del 32° Stormo di Amendola (Foggia).
L’operazione, denominata ‘Shardan 2009’, che si concluderà venerdì 7 agosto, consentirà di testare per la prima volta la capacità di condurre missioni controllando il velivolo da distanze remote. L’occasione servirà anche come valido test per tutto il sistema del controllo e gestione dello spazio aereo nazionale, militare e civile, chiamato a condividere la nuova importante realtà rappresentata dai velivoli a pilotaggio remoto.
Il Predator A, nella nuova versione aggiornata, arriverà in tarda mattinata, dopo un volo di circa 8 ore, a Decimomannu, utilizzando un apposito corridoio aereo per dirigersi sulla Sardegna. Una volta giunto nei pressi dell’aeroporto sardo, il controllo del velivolo verrà passato ad una stazione di terra che si occuperà unicamente della fase di atterraggio.
Fino ad oggi, in Italia, come accaduto recentemente al G8 a L’Aquila, il velivolo Predator ha operato solo dall’aeroporto militare di Amendola, dove ha sede il 28° Gruppo, unico Reparto dell’Aeronautica Militare ad essere equipaggiato con velivoli a pilotaggio remoto (UAV – Unmanned Aircraft Vehicle). Stessa situazione in Afghanistan: il Predator è attualmente impiegato con compiti operativi di sorveglianza e ricognizione, decollando ed atterrando dalla base aerea di Herat, sede della Joint Air Task Force dell’ISAF.
Con l’atterraggio a Decimomannu l’Italia diviene l’unica nazione in ambito europeo a sviluppare la capacità di operare “da remoto” con velivoli come il Predator. Tale capacità sarà utilizzata al più presto per controllare dall’Italia il velivolo in Afghanistan, anche nell’ottica di rispondere tempestivamente alle disposizioni del Ministro La Russa tese ad incrementare la copertura dei Predator alle nostre truppe. Inoltre, potrà servire nel futuro per rispondere con maggiore tempestività e flessibilità ad esigenze operative di sorveglianza e ricognizione anche in campo nazionale (grandi eventi, controllo dell’immigrazione, controllo ambientale).
Il Predator, nelle operazioni svolte in Iraq ed in quelle ancora in corso in Afghanistan, ha effettuato oltre 5.000 ore di volo.
In campo nazionale, dopo un primo impiego nell’ambito del Vertice Italia – Russia del 2007 a Bari, è stato inserito tra gli assetti aerei messi in campo dall’Aeronautica Militare per concorrere alla sicurezza del G8 de L’Aquila.