Il 21 dicembre, presso l’università di Povo, si è svolto un convegno di ingegneria a cui ha partecipato anche personale di Finmeccanica. La facoltà trentina è stata letteralmente militarizzata: quattro blindati e vari agenti della polizia politica che si aggiravano nell’università. Alcuni ricercatori e professori hanno denunciato con delle lettere aperte una simile e inedita presenza poliziesca. Il rettore Bassi si è giustificato dicendo che l’allarme era dovuto al precedente di Sociologia, quando una conferenza di militari era stata contestata con fumogeni e vernice rossa, e all’affissione a Povo di manifesti in cui si fa riferimento, dice il Bassi, “a deliranti blog in cui si parla della collaborazione dell’università trentina con l’industria bellica”. Probabilmente questo è uno dei blog “deliranti”. Deliranti? Le nostre informazioni sono tratte proprio dai siti dell’università (cfr. il dossier Una piovra artificiale. Finmeccanica a Rovereto).
Se la collaborazione tra l’università di Trento e l’industria bellica è un’ipotesi “delirante”, perché a un convegno di ingegneria c’era qualcuno di Finmeccanica, il più grosso produttore italiano di armi? Perché c’era la polizia a difenderlo?