Domenica 12 maggio, a Rovereto, si è svolta l’inaugurazione del “monumento alla zigherana” all’ex Manifattura Tabacchi. Presenti il sindaco, il presidente di Manifattura Domani, l’assessore all’industria, il parroco… insomma, tutte le autorità. A elogiare lo spirito di sacrificio delle operaie della Manifattura e a raccontare quanto è bello, pacifico, solidale, ecologico il progetto che si prepara per l’ex fabbrica. Ma non c’erano solo loro a parlare, da un lato, e i cittadini ad applaudire, dall’altro. Un gruppo di ex operai e operaie della Manifattura ha sonoramente contestato chi – come Mario Cossali – ieri ha giustificato la privatizzazione e la chiusura della Manifattura e oggi inaugura un monumento alle sue operaie.
Di seguito il volantino distribuito.
IL FUNERALE DELLA MANIFATTURA TABACCHI DI ROVERETO
Per chi ci ha lavorato per decine di anni, “l’inaugurazione della chiusura della Manifattura”, con relativo monumento, è uno spettacolo inaccettabile. E’ inaccettabile anche per tutto il territorio che sull’attività della manifattura aveva basato, fin dal lontano 1854, la propria economia. Naturalmente nulla contro le zigherane commemorate.
Conosciamo bene alcuni dei commemoratori/trici!… Sono gli stessi personaggi che fin dal 1989 hanno condiviso e sostenuto la privatizzazione di questa azienda pubblica, con il risultato che tutti possono verificare: l’azienda è stata chiusa e delocalizzata.
Questi “bravi” personaggi che, è bene ricordare, sono e/o sono stati politici, sindacalisti locali e nazionali: sono costoro i corresponsabili dello sfascio e, caso più unico che raro, nel marzo 2008 hanno perfino salutato, con un brindisi all’interno dello stabilimento, la sua chiusura.
Che cosa vogliono ricordare questi signori, gli stessi appunto che, in nome delle sacre leggi del mercato, hanno negli anni condiviso e perseguito questa scelta? Ipocrisia allo stato puro.
E’insopportabile che i fautori della chiusura si presentino oggi a commemorare la storia cercando di far dimenticare le loro gravi responsabilità. E’ come se a commemorare la Resistenza ci fossero tra i promotori gli occupanti nazisti. Oppure, per essere più attuali, ricordano da vicino i banchieri che, usando i governi amici, stanno facendo pagare i danni da loro stessi provocati, alle vittime prime di quei danni.
Come è noto i lavoratori hanno da sempre manifestato la loro contrarietà alla privatizzazione, in tutte le occasioni possibili. Non ci voleva molto a capire come sarebbe andata a finire.
Non si può dimenticare il trattamento riservato in quegli anni a coloro che si opponevano a quella sciagurata scelta; bollati come terroristi e primi ad essere messi in esubero ed ancora oggi discriminati economicamente.
La crisi oggi ha evidenziato quanto fosse importante, sia sul nostro territorio che nel resto d’Italia, un’azienda pubblica, ma ora che non esiste più, rimangono i cocci e le corone d’alloro.
Cocci che alle nostre casse provinciali sono costati oltre 23 milioni di euro per il riacquisto dello stabile e dell’area, oltre al finanziamento di altri 103 milioni di euro per la sua riqualificazione. A cinque anni dalla chiusura ci sono solo spese….Ma anche questo rientra nella logica del business del mercato: profitti privati e oneri pubblici.
Non siamo disposti a lasciare che la storia venga riscritta ad uso e consumo di chi, a fronte di un disastro voluto, cerca di rifarsi una verginità come se nulla fosse.
Rovereto, 12 maggio ’12
ex esuberi Manifattura Tabacchi di Rovereto