Un nuovo piano dell’aeronautica israeliana mira ad aumentare di 10 volte il numero di obiettivi che è in grado di rilevare e distruggere. È quanto ha dichiarato il capo delle Operazioni Aeree della Israel Air Force (IAF), Brigadier Generale Amikam Norkin, in un intervista esclusiva con Defense News. Il nuovo piano, Expanding Attack Capacity (EAC), punta ad un uso “massiccio, persistente e punitivo” della cosiddetta “forza aerea di precisione” per ridurre la durata delle guerre future e evitare l’uso di forze di terra, considerato costoso e dannoso in termini diplomatici.
Per sostenere quanto previsto dal programma EAC, è in atto una ristrutturazione detta storica, la più importante negli ultimi 40 anni, dell’aeronautica israeliana che verrà attuata in modo graduale nei prossimi mesi. Il rinnovamento toccherà ogni aspetto delle operazioni aeree e comporterà importanti cambiamenti nella pianificazione delle missioni, nella gestione delle risorse, nella valutazione dei danni dei bombardamenti e nel coordinamento con eventuali forze delle coalizioni occidentali nella regione.
Secondo Norkin, la potenza della “macchina” deve essere tale da “sostenere un aumento enorme nella quantità di bersagli” che l’IAF rileva e distrugge. Con miglioramenti significativi nelle capacità di abbinare la continua raccolta di intelligence alle “armi di precisione”, la IAF prevede, infatti, di generare un numero esponenziale di nuovi obiettivi nel corso di ogni giorno di guerre future.
Il generale Norkin fa riferimento all’operazione “Pilastro di Difesa”, l’attacco israeliano a Gaza del novembre 2012, per illustrare questi “miglioramenti” e le ambizioni dell’IAF. “In Pilastro di Difesa, la nostra capacità giornaliera di attacco era il doppio di quello del Libano [del 2006], nonostante il fatto che [Gaza] era un’area molto più piccola e più densamente popolata”, ha detto Norkin. “Ora, quando parliamo della zona nord di operazioni, aspiriamo in un aumento di un ordine di grandezza – forse di più – nel numero di obiettivi da distruggere ogni giorno”.
In appena otto giorni, oltre 170 palestinesi sono stati uccisi sotto la precisione aerea dell’IAF durante “Pilastro di Difesa”. Sono state distrutte circa 450 abitazioni e danneggiate oltre 8000.
Norkin presenta il nuovo piano EAC con descrizioni che spaziano da “un treno espresso di attacchi aerei che rimpiazzerà le tradizionali ondate” ad “un termostato che si può aggiustare in maniera più dura o morbida”.
Nel caso di Piombo Fuso, l’attacco israeliano a Gaza del 2008-2009 in cui oltre 1400 palestinesi sono stati uccisi in 21 giorni, si vede che il termostato era posizionato su una temperatura, appunto, tale da fondere il piombo.
Il nuovo approccio di Israele si concentrerà su “ferire il nemico dove fa più male”, prendendo di mira la leadership, i comandanti e le infrastrutture significative di combattimento. In particolare, colpendo i nemici del “primo cerchio”, come Hezbollah in Libano e Hamas a Gaza, in modo da non concedergli il tempo per riprendersi dallo shock iniziale.
“Non saremo in grado di spingere il nemico fino al punto in cui non sarà più in grado di sparare razzi e missili. Perciò dobbiamo spingerlo fino al punto in cui non vuole più sparare razzi e missili”, ha detto Norkin.
È proprio in questo contesto che atterra il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare Italiana, Pasquale Preziosa, ospite personale del Generale Amir Eshel, Comandante dell’IAF e padre del piano EAC. Preziosa è arrivato in Israele nei giorni scorsi, in vista della partecipazione dell’Italia nelle prossime esercitazione aeree “Bandiera Blu”, la prima esercitazione multinazionale di Israele, che prende spunto da “Bandiera Rossa” dell’aviazione statunitense.
Per due settimane, oltre 100 aerei e circa 1000 ufficiali, soldati e piloti provenienti da altre tre nazioni parteciperanno nelle esercitazioni alla base IAF di Ovda vicino a Eilat nel sud di Israele. Bandiera Blu prevede esercitazioni aeree aria-aria e aria-terra, il tutto pianificato da Israele, nelle quali le forze partecipanti saranno in azione contro il “Drago Volante”, lo squadrone aggressore di Israele.
In attesa dell’inizio delle esercitazioni, Preziosa ha visitato le basi israeliane e ha fatto un giro in un F-16 commentando: “Tutto è vicino qui, quindi per qualsiasi tipo di minaccia allo stato, l’IAF deve essere pronta in tempi rapidi e preparare una risposta veloce. Sono impressionato dalle capacità dell’IAF di rispondere rapidamente ed efficacemente a qualsiasi minaccia”.
Il volo era evidentemente per ricambiare il giro che il generale Norkin ha fatto su un M-346 dell’Alenia Aermacchi il 30 aprile durante una visita in Italia che rientrava nel Piano di Cooperazione in corso d’attuazione tra l’aeronautica militare italiana e l’IAF. Secondo il generale Norkin, Bandiera Blu verrà stabilito dall’IAF come un evento biennale “volto a dimostrare le capacità, rafforzare legami diplomatici e prepararsi per i futuri scenari che coinvolgono le forze della coalizione”.
Per l’Italia, fa parte dei sempre più stretti legami tra le forze armate, i governi, i centri di ricerca e le industrie belliche delle due nazioni, che si tratta di esercitazioni militari congiunte, scambi scientifici e tecnologici, che spesso celano scopi bellici, o fornitura di armi.
In vista del vertice Italia-Israele in programma per il 2 dicembre a Torino, si parla soprattutto di accordi politici, economici e culturali. Più nell’ombra invece è la cooperazione militare che si sta sviluppando con floridi risultati per i produttori di armi e sistemi di sorveglianza.
In una nota diffusa dall’ufficio di Tel Aviv dell’Istituto Nazionale del Commercio Estero, sono state identificati i settori maggiormente remunerativi per le imprese italiane, tra cui l’aerospazio e la “cyber-security”, quest’ultimo oggetto di un convegno a La Sapienza di Roma lo scorso giugno, organizzato dalla ditta privata israeliana Maglan insieme alla Vitrociset di Finmeccanica, e contestato da chi ha capito che invece si trattava dell’ultima frontiera della guerra tecnologica.
Durante la recente “missione per la crescita” di Antonio Tajani in qualità di Commissario europeo per l’industria e l’imprenditoria, per stringere rapporti più stretti tra Israele e l’Unione Europea, due delle dieci imprese italiane che hanno partecipato erano del gruppo Finmeccanica, Selex e Global Services.
E con 473 milioni di euro, Israele si è aggiudicato il primo posto fra gli acquirenti di armi italiane, merito soprattutto dell’acquisto di 30 caccia da addestramento M-346. I velivoli addestratori al combattimento della controllata di Finmeccanica fanno parte di un pacchetto di acquisti “reciproci” però sbilanciato a favore di Israele. Nel pacchetto che vede l’Italia impegnata ad acquistare due velivoli AWACS Gulfstream, c’è anche un satellite ottico ad alta risoluzione, nonostante il fatto che l’Italia ha già accesso ai dati satellitari francesi, fatto che ha portato Defense News a chiedere se l’acquisto del satellite israeliano era opportuno, oppure era un acquisto necessario per la vendita degli M-346.
Tratto da NenaNews