Anche se tira una brezza leggera, l’ANPI corre ai ripari, figuriamoci con il vento forte!
Meglio che resti relegato al passato, assieme a banditi e bandite, così che la loro memoria resti a uso e sfoggio di chi non permette che possa scompaginare il presente.
L’ANPI a Rovereto è un’emanazione del PD, partito responsabile della militarizzazione della Val Susa, che reprime la resistenza valligiana allo scempio del TAV, opera inutile e dannosa da cui il PD trae profitti enormi grazie agli appalti assegnati alla CMC di Bersani. Potremmo dilungarci sulle responsabilità di questo partito all’infinito, per esempio sul piano case attuato da Renzi che stritola più di prima un numero sempre maggiore di persone che non possono più permettersi di pagare un affitto, ma la questione che ci preme affrontare è un altra.
Il presidente dell’ ANPI trentino Sandro Shmidt, nel condannare pubblicamente un’azione antimilitarista avvenuta alla caserma Battisti di Trento un mese fa, si augura che i responsabili vengano identificati e presi (L’Adige, 16 febbraio). Negli articoli di cronaca riportanti i fatti, si legge che ignoti avrebbero lanciato dal muro di cinta, delle bottiglie incendiarie contro i mezzi militari parcheggiati. A causa della distanza della posizione di lancio, solo uno di questi sarebbe stato danneggiato dalle fiamme.
Nella lettera inviata al comandante regionale Dario Buffa, Shmidt a nome dell’ ANPI esprime elogi e solidarietà alle forze armate, “con l’intento di diffondere la cultura di pace, libertà, democrazia e solidarietà sociale sanciti dalla nostra costituzione”. Nella stessa vengono associati in modo torbido “altri attacchi alle istituzioni repubblicane” ad un “clima più generale di disagio sociale dove il fanatismo religioso, etnico e politico fomentano odio razziale, violenza e scenari di guerra come quelli che stiamo tragicamente vivendo”.
A noi invece, sembra che gli attacchi a cui si riferisce Shmidt abbiano obiettivi molto precisi con chiare responsabilità, fare confusione con i fondamentalisti religiosi o con i razzisti è giocare sporco. Ma per l’ANPI tutto fa brodo, tanto che per il volantino dell’ iniziativa di stasera (Bandite) è stata scelta la citazione “Noi volevamo vivere e vivere in pace” di Lidia Menapace, che con Rifondazione Comunista votò a favore dell’ intervento militare italiano in Afghanistan. Ma tranquilli: le bombe dell’esercito sono intelligenti, hanno il marchio di fabbrica e massacrano democraticamente la popolazione!
L’antifascismo e la l’esperienza partigiana furono una ribellione e una lotta collettiva contro un sistema autoritario e oppressivo che non si esaurì con la caduta del fascismo.
Salutiamo i propositi e il coraggio di chi, giorno e notte sceglie di agire contro la macchina della guerra e ci auguriamo che più mezzi e strutture militari possibili vengano sabotati o dati alle fiamme. Soffiamo sulle braci, che l’incendio sociale divampi!
Solidarietà alla guerriglia Curda combattente nel Rojava, esempio dell’ emancipazione delle donne nella resistenza, oggi come ieri; alle compagne e ai compagni NO TAV in carcere o sotto processo.
Alcuni Antimilitaristi Antifascisti