Viviamo in un Occidente capace, per i propri interessi politici ed economici, di sganciare tonnellate di bombe e di uccidere milioni di persone, un Occidente che tiene gli occhi ben chiusi di fronte alle proprie responsabilità, al proprio silenzio.
È la guerra, guerre pensate a tavolino per accaparrarsi ogni risorsa, per eliminare chi non è più così collaborativo, guerre per ‘esportare democrazia’, per sopprimere i ‘nemici’, guerre per riconquistare consensi. Quel consenso politico e quella docilità sociale ottenuti plasmando individui svuotati di una capacità critica che vada al di là della scelta di un nuovo modello di smartphone; accecati da una propaganda così articolata da far ripetere a pappagallo Je suis Paris, incapaci di gettare uno sguardo oltre al nostro mondo privilegiato, volto al consumo, alla paura del diverso, al “terrore che ci rubino l’argenteria”, imboccati da un potere che, nel suo insieme, è bastone e carota, è autorità che concede. Sempre meno, ma si sa “son tempi duri…”. Troppo impegnati nella guerra tra poveri, di tutti contro tutti, sfuggenti all’individuazione di chi sono i nemici, quelli che ci avvelenano l’esistenza e che ci vogliono inerti di fronte alle loro scorrerie, fatte di leggi, di privazioni, di furberie. E di massacri.
Anche se gli echi della guerra appaiono pur sempre molto lontani, in realtà è proprio accanto a noi che si prepara e si rende possibile: fabbriche di armamenti, aziende e università che sviluppano nuove tecnologie per l’industria bellica, basi NATO, caserme, esercitazioni militari…
La città di Pinerolo è una città militare, ospita infatti il 3° reggimento alpini, uno dei reparti della Brigata Alpina Taurinense. Un corpo, quello degli alpini, che riveste un ruolo importante nella struttura bellica della penisola italiana; divenuto famoso nel ‘primo macello mondiale’, passò poi durante il ventennio fascista allo sterminio imperialista nella terribile campagna d’ Africa, e durante la seconda guerra mondiale fu utilizzato nella campagna di Grecia.
Dal dopoguerra sarà uno stillicidio di interventi nei conflitti che l’Occidente muoverà in varie parti del mondo, con particolare attenzione alle zone dove le risorse sono più consistenti, in primis il Medio Oriente con il suo carico di petrolio e di gas. Senza dimenticare i vicini Balcani, luoghi di massacri indicibili dove gli armamenti utilizzati, ancora oggi mietono vittime.
Proprio la Brigata Alpina Taurinense è intervenuta militarmente in Bosnia ed Erzegovina, Kosovo, Macedonia, Afghanistan, Iraq e Mozambico, parte attiva in quelle missioni ‘di pace’ che sappiamo essere guerre di conquista con tutto ciò che la guerra comporta: bombardamenti, rappresaglie sui civili, uso di armi chimiche, distruzione, torture, stupri.
Da qualche anno gli alpini sono utilizzati anche nelle strade di molte città per compiti di controllo del territorio assieme a Polizia e Carabinieri e per reprimere lotte in difesa del territorio, come in Campania quando la popolazione si oppose alla costruzione di discariche o tutt’oggi in Valsusa nell’opposizione al treno ad alta velocità.
Un quadro, quindi, che non deve lasciare indifferenti.
Si aggiungono a tutto questo le esercitazioni che i militari fanno nei territori nei quali viviamo, nella zona del pinerolese e in Val Chisone dove gli alpini si preparano per l’intervento in scenari di guerra in montagna.
Da sottolineare poi che proprio in Val Chisone da lunedì 25 a venerdì 29 gennaio si terranno i Ca.STA (Campionati Sciistici delle Truppe Alpine), una vera e propria esercitazione internazionale, in parte camuffata da evento sportivo, in parte candidamente presentata così: “In effetti, il termine ‘Campionato’ tradisce il significato dei Ca.STA in quanto i valori sportivi interessano solo marginalmente. Scopo primario è invece la verifica del livello addestrativo raggiunto dai reparti nel corso dell’attività invernale, con particolare riguardo alla capacità di sopravvivenza, alla mobilità ed efficienza operativa in ambiente innevato. […] l’agonismo è la molla fondamentale per formare il combattente individuale e renderlo idoneo ad operare nelle più avverse condizioni ambientali” (dal sito internet dei Ca.STA).
Parole che non hanno bisogno di ulteriori commenti, non un evento sportivo ma una vera e propria preparazione alla guerra.
Per fare il punto sugli attuali contesti di guerra interna ed esterna e su alcune esperienze di lotta, invitiamo a partecipare ad un incontro pubblico che si terrà a Pinerolo (TO) domenica 24 gennaio 2016, alle ore 15.30 (Sala dei Cavalieri, Viale Giolitti 7/9).
Interventi:
* La disintegrazione dell’Iraq e della Siria, il dilagare di scontri settari, guerre civili, pulizie etniche, la minaccia dello Stato islamico… Lo stato di guerra permanente in cui, ogni giorno di più, stiamo precipitando è la diretta conseguenza delle politiche coloniali che le potenze occidentali hanno condotto e conducono in giro per il mondo, nel Medio Oriente in particolare, a cura di Daniele Pepino;
* Intervento di alcuni compagni francesi circa lo Stato d’emergenza decretato in Francia all’indomani dei fatti di Parigi (intervento da confermare);
* Presentazione di un opuscolo sulla presenza militare nelle valli del pinerolese, a cura di Alpi Libere;
* Panoramica delle servitù militari in Sardegna e aggiornamenti sulla lotta antimilitarista sarda, a cura della Rete No basi, né qui né altrove;
* Resoconto delle lotte in Trentino contro il progetto di costruzione di una base militare e contro la presenza all’Università di Trento di laboratori di ricerca finanziati dallo stato di israele, a cura dei redattori del blog rompere le righe.
Alpi Libere