Trento: Volantino sui fatti di Bruxelles

Le loro guerre, i nostri morti
Dopo Parigi, Dopo Bruxelles

Non solo i potenti esportano la loro splendida civiltà bombardando interi paesi per i propri interessi economici e geopolitici, ma per imporre il loro potere si servono di qualsiasi alleato. Per destituire Assad, al fine di avere un controllo diretto sui giacimenti di gas e sui gasdotti, Stati e capitalisti d’Occidente hanno armato e finanziato le forze islamiste, preoccupati che la sollevazione popolare contro il regime siriano li tagliasse fuori dai giochi.
Quella guerra – assieme alle altre – ha provocato un esodo di massa, in parte diretto in Europa. E cosa trovano questi profughi giungendo nell’Eldorado democratico? Barriere, filo spinato, militari, campi d’internamento. Dopo gli attentati di Parigi e di Bruxelles i jihadisti sono diventati il Male assoluto, contro cui dovremmo unirci tutti, poveri e ricchi, oppressori e oppressi. Ci accorgiamo della guerra e delle sue stragi solo quando queste tornano indietro. Intanto l’Unione Europea offre tre miliardi di euro al regime fascista di Erdogan, colluso con l’Isis e massacratore dei resistenti curdi – che alle milizie islamiste si oppongono davvero –, per fermare i profughi sotto il suo tallone di ferro. Intanto, mentre anche il più imbecille dei giornalisti ammette che non c’è controllo militare che possa fermare chi è disposto a farsi esplodere davanti a un ristorante o in una metropolitana, gli Stati ne approfittano per sguinzagliare divise ovunque e approvare in fretta e furia le leggi più liberticide (“terrorista” ormai è chiunque non la pensi come la polizia…).
Intanto, braccata dalla miseria e frustrata da una vita senza prospettive, una parte della gioventù immigrata (e non solo) trova nell’Islam radicale una promessa di redenzione – dopo che ogni ipotesi rivoluzionaria è stata schiacciata dalla repressione e annegata nel conformismo.
Intanto il governo italiano si appresta a intervenire in Libia per difendere gli interessi dell’Eni, aggravando la sorte della popolazione di là e esponendo quella di qua a probabili rappresaglie. Tutti gli Stati (repubbliche, monarchie o califfati) banchettano con la nostra libertà e, all’occorrenza, con le nostre ossa.
Il programma non si cambia: continuare la guerra, militarizzare la società contro la minaccia jihadista e blindare le frontiere… in una spirale assassina e suicida. Per spezzare questo maleficio sociale, occorre innanzitutto sottrarsi alla propaganda e dissociarsi dalle guerre fatte in nome nostro. Abbattere i muri che dividono i popoli (a partire dalla frontiera del Brennero) e sconvolgere la pace sociale che unisce le classi. Ma per far questo non ci servono opinioni vendute all’ingrosso o al dettaglio né passioni striminzite. Ci occorrono l’odio per l’oppressione e l’amore per la libertà.
Ce l’abbiamo? Ce l’avete?
Trento, 29 marzo 2016

Anarchici e Antimilitaristi


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