Da informa-azione.info:
Il prossimo maggio verrà processato Carlo un compagno di Genova accusato di istigazione a commettere reati con finalità di terrorismo per aver criticato la presa di distanza dall’azione dei compagni Alfredo Cospito e Nicola Gai che hanno attaccato, ferendolo alle gambe, l’allora amministratore delegato dell’Ansaldo Nucleare una delle più efficienti fabbriche di morte italiane.
In un clima di pesante repressione e militarizzazione creato ad hoc all’indomani delle stragi di Parigi e Bruxelles, in vari tribunali di tutt’italia si stanno svolgendo procedimenti penali nei confronti di vari compagni con lo scopo di reprimere e scoraggiare varie manifestazioni di solidarietà nei confronti di chi si ribella contro un sistema che si nutre di guerra attraverso le cosiddette missioni di pace che hanno provocato e tutt’ora provocano migliaia di morti e milioni di profughi.
E così, nel nome di una maggiore sicurezza, aumentano gli interessi economici dei vari signori della guerra e, di contro, sul fronte interno il controllo e la repressione.
Contro tutti coloro che vivono di guerra come ad es. FINMECCANICA che proprio in questi giorni, guidata da Mauro Moretti, brinda per la vendita di 28 caccia Eurofighter al Kuwait o come l’RWM di Domusnovas che produce le bombe che vengono vendute ai paesi in guerra, ribadiamo la necessità di rafforzare la solidarietà nei confronti dei compagni e delle compagne colpiti dalla repressione per avere attaccato il dominio e i suoi piani di morte e sfruttamento.
Il potere che gestisce una società in via di decomposizione rapida vuole che si chiudano gli occhi, che ci si divida, che si abbia paura. Per questo si moltiplicano le denunce contro compagn* rei di scritti di solidarietà con chi agisce, si dividono i processi in filoni in maniera tale da spezzare l’unità dei compagni prigionieri già a partire dal processo, e si affidano alla DIA le indagini antimafia. Cresce in maniera esponenziale l’uso punitivo (ma nel contempo premiale) degli articoli 41-bis e 14 bis nelle carceri per spezzare la resistenza di chi non ha ceduto fuori dal carcere almeno all’interno del carcere.
La solidarietà è la nostra arma più forte, rivendicare la nostra presenza in ogni azione che cerca di minare nelle fondamenta questa società nell’attesa di spazzarle via definitivamente.
Individualità Anarchiche Sarde