Asti: Alpini ubriachi derubati

Si è conclusa ad Asti l’ennesima adunata nazionale degli alpini. Cappelli con piume, medaglie colorate, facce gonfie di vino, mani arroganti che si allungano verso le giovani delle città che li ospitano, retorica patriottica, sono il condimento di un’adunata di migliaia di uomini che hanno scelto di essere buttati nel fango delle guerre di ieri e di oggi. In questi momenti esprimono quello che hanno imparato durante la naja e le guerre: il vile macismo cameratesco, il sentirsi padroni di luoghi a loro sconosciuti. Prima saccheggiavano quello che trovavano durante le guerre, ora hanno lo sfogo annuale nelle città ospitanti. In quei tre giorni danno il peggio di loro stessi, lontano dagli occhi di mogli, figlie, ecco che impuniti vengono a molestare tutti e tutte. Il vino dà coraggio per le loro miserie, il gruppo si auto-difende anche quando il singolo esagera nei toni e nei gesti. Ma ad Asti qualcosina è andato storto. Ignoti, approfittando della baldoria dei medagliati e della loro sbornia, derubano durante la notte i poveri alpini dei loro averi. Cose che non devono succedere è il coro unanime, il furto con destrezza fa diventare piccoli piccoli quegli uomini che carichi di vino si sentono grandi grandi. Ben gli sta diciamo noi! Sarebbe buona cosa che ad ogni adunata ci fossero i più svariati gesti contro questi uomini con la divisa di assassini. Far sentire la propria città inospitale, ostile, che approfitta della notte per umiliare i “difensori” della patria, queste si che sono buone cose per tenere le nostre città ospitali agli uomini e alle donne giusti, a coloro con la coscienza che gli alpini non sono i benvenuti.  Ci si vede nel 2018 a Trento.


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