Tratto da nobordersard
Ieri la pioggia mi ha aiutata a districare i pensieri che il vento a CapoFrasca ha mischiato con molte cose.
La giornata di mercoledì lunga e intensa lascia un segno forte di lotta che non smette mai, che oggi rileggendo la cronaca sul giornale di ieri trovo quasi tutta irreale: dunque analizzo, leggo e rileggo e mi rendo conto che raccontare l’accaduto, quello vero sia indispensabile.
Il potere della narrazione di alcuni giornalisti è davvero incredibile, sono le domande delle interviste ad essere “FUORI” e le risposte seguono senza dubbio la stessa linea:
* Chiedere al questore se ad una manifestazione di protesta, l’ennesima contro le basi militari, ci si aspettano scontri è come chiedere a qualcuno appena uscito dal parrucchiere se si è tagliato i capelli.
* Chiedere perché ci sono state le cariche è come chiedere a chi c’era perché tagliare le reti.
* Dire che l’obiettivo era far degenerare la situazione è far finta di non sapere cos’è una manifestazione di protesta, dispiacersi per come è andata a scapito dei pacifisti è dimenticarsi di chi ha incominciato a picchiare.
* Chiedere qual è il segnale dato dal taglio delle reti e far finta di non capire che essere contro presuppone un’ azione per lo meno di disturbo, vuol dire far finta di non sapere cosa è già successo a Teulada l’anno scorso a novembre e a Capo Frasca due anni fa.
* Stupirsi perché alcune cesoie erano state portate negli zaini potrebbe voler dire che la prossima volta le troveremo in loco?
* Infine riprendo esattamente dal quotidiano “la provocazione: una donna oltrepassa la rete divelta”; una donna, senza volto coperto, con il megafono e un bel cappello rosso, una donna che non si può lasciare sola a cui ci si avvicina tutti con la propria faccia e che viene attaccata pesantemente da chi, fra gli altri, poi dovrebbe essere stato ferito in volto. Parte la carica e solo dopo la sassaiola. Solo dopo la sassaiola, lo confermano tutti i video che ho visto. Lo confermo io che c’ero.
* La seconda carica non si fa attendere e davvero c’è chi è ferito e sanguina.
La storia della giornata finisce con un lungo corteo, arriviamo dove si vede il mare.
Abbiamo tagliato le reti perché è l’unico modo per riprenderci ciò che appartiene a tutti noi, la terra.
Torneremo alle reti, non solo quelle di Capo Frasca.
25 nov. 16
un’altra donna alla manifestazione