Berlino: Azione contro la ditta produttrice di software PSI Ag

Tratto da contrainfo

27 gennaio 2017

Ieri notte abbiamo sottoposto a un lifting con martelli e vernice l’area d’entrata della produttrice di software PSI AG, imprimendo in grandi lettere la scritta “BL(A)CKOUT” e spaccando circa venti vetri.

PSI produce software per fornitori d’energia, imprese industriali e gestori d’industria, cura un tessuto d’imprese con partner industriali produttori di armi come SAP e Thyssenkrupp, che per i loro affari con la polizia e i militari hanno già subito vari attacchi anti-militaristi. Il PSI partecipava come espositore già all’annuale congresso europeo di polizia.
Con quasi il 18% il gruppo dell’energia RWE è uno degli azionisti più importanti di PSI e nel contempo tra i clienti più fedeli. RWE è, tra l’altro, gestore delle mine di lignite nella foresta di Hambach, dove da anni c’è resistenza contro il gruppo e le sue macchinazioni distruttive e tuttora sono occupate parti del terreno.

Con quest’azione vogliamo esprimere la nostra vicinanza ax ribelli della ZAD e con tuttx color che lottano contro la determinazione aliena e l’attacco della tecnologia alle nostre vite. Con questo diamo seguito agli appelli contro il vertice G20, contro le ditte, le istituzioni e l’infrastruttura che contribuiscono al perfezionamento dell’architettura di sicurezza e al mantenimento dell’ordine sociale.

L’impresa PSI è forza propulsiva per lo sviluppo e la ricerca della “industria 4.0” perseguita dal governo federale e dal lobbismo, che ha come obiettivo il frequente impiego di robot, la produzione industriale e l’intrecciamento della tecnica d’informazione e di comunicazione con i sistemi digitali intelligenti. È una “rivoluzione” dall’alto della quale con l’ausilio dell’intelligenza artificiale, dell’“Internet delle cose” e della digitalizzazione e del collegamento in rete delle macchine sperano di ottenere un’ottimizzazione e efficienza nella produzione che promette lauti guadagni.

L’uomo diventa sempre di più un problema e un fattore che con le sue esigenze, mancanze e imperfezioni ostacola la massimizzazione del profitto. Ecco perché adesso e sempre di più dovrebbe essere sostituirlo dai robot automatizzati. Come conseguenza milioni di operaix saranno estromessx dalle fabbriche e dichiaratx superflux. Non per rimpiangere il lavoro alienato alla catena di montaggio, ma è certo che questi sviluppi corrispondono totalmente agli interessi del capitale e che non è affatto beneficenza dei boss industriali per liberare l’umanità dal moloc fabbrica. Le sorti e il benessere di chi dipende da un salario non importano.

Ma la robotizzazione non si fermerà entro le mura della fabbrica, si espanderà su tutti gli ambiti della vita. L’“internet delle cose” trasforma il nostro rapporto con la tecnica e procura, con il collegamento in rete grazie ai chips, tags ed ai sensori, alle cose un posto nuovo nel mondo. Questi sviluppi ci sono già nel nostro quotidiano e si crea una dipendenza che porta a un dominio totale della tecnologia sulle nostre vite. Per tante persone già ora una vita senza smartphones è impensabile. Sono continuamente in rete e sottomesse all’auto-ottimizzazione coatta per esistere nel mondo digitale e poter concorrere con le macchine.

Come anche il nostro ambiente, dove sotto il nome di smart city si progettano dei concetti di sviluppo con l’obiettivo di fare le metropoli più efficaci e tecnologicamente progredite. Ma anzitutto, con la raccolta dei dati mediante la telematica, i sistemi video, le camere IP, il riconoscimento facciale e gli algoritmi intelligenti, creano un’infrastruttura che supera di tanto lo Stato di sorveglianza Orwelliano.

Tutto questo in nome del progresso ci viene spacciato per soluzione dei problemi globali. Sotto il mantellino dell’ecologia, i profittatori di questi sviluppi si sentono dalla parte giusta. Ma se andiamo a guardare bene possiamo constatare molto facilmente che questi problemi sono inesorabilmente collegati al capitalismo e alla conseguente logica della crescita continua.

Chi rifiuta questa realtà e s’arricchisce con la distruzione del pianeta ed i suoi esseri viventi, come nemico della libertà e di una vita autodeterminata diventa l’obiettivo della nostra rabbia.

Contro il dominio della tecnologia
Sabotare il G20 – attaccare il capitalismo

Gruppo Autonomo SpA BL(A)CKOUT

 


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