“Hub per il Sud”: i falchi NATO per la guerra preventiva

Tratto da radioblackout

Alla riunione del Consiglio Nord Atlantico, i Ministri della Difesa della Nato hanno approvato la costituzione di un “Hub per il Sud” presso il comando alleato congiunto di Napoli (Joint Force Commando-Naples), con quartier generale a Lago Patria e un personale di circa 100 militari, con l’obiettivo di coordinare le attività e le informazioni relative alla sicurezza dell’area. L’”Hub” costituirà la base operativa per la proiezione di forze terrestri, aeree e navali in un’area estremamente estesa, dal Nordafrica al Medioriente, ma anche aree al di là di queste. Avrà in dotazione aerei-spia Awacs e droni, che diverranno presto operativi a Sigonella. Inoltre, per le operazioni militari è già pronta la “Forza di risposta” della Nato, aumentata a 40mila uomini, tra cui la “Forza di punta ad altissima prontezza operativa”, che può essere proiettata in 48 ore “ovunque in qualsiasi momento”.

Nelle parole di Stoltenber, l’”Hub per il Sud” accrescerà la capacità della Nato di “prevedere e prevenire le crisi”. Detto altrimenti, verrà legittimata la possibilità per la Nato di effettuare operazioni militari “preventive” qualora venga “prevista” una crisi in Nordafrica, Mediorente o Altrove, in piena sintonia con la nota dottrina Bush sulla “guerra preventiva”. Ai comandi sarà l’ammiraglia statunitense Michelle Howard, la quale è anche comandante delle Forze navali Usa per l’Europa e delle Forze navali Usa per l’Africa: appare evidente come l’”Hub per il Sud” rientrerà pienamente nella catena di comando USA.

Qui sotto l’intervista ad Antonio Mazzeo:


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