Base militare cinese a Gibuti

Tradotto da junge wellt 

Stati poveri, deboli e piccoli non hanno tante possibilità di dare sicurezza alla loro indipendenza: possono chiudersi e puntare sull’autarchia – o, se non vogliono aver vincoli unilaterali, vendersi alle grandi potenze. Questa soluzione ha scelto Gibuti, un ospizio per poveri in Africa che conta 850 mila abitanti. Il Paese sottosviluppato, grande 23000 kmq (poco meno della Lombardia ndr), si trova però in una posizione geografica strategica, cioè a sud del Mar Rosso sullo stretto di Bab Al-Mandab, Cono d’Africa). Ogni nave che deve percorrere il Canale di Suez passa da quello Stretto.

A questo hanno pensato anche Francia, Arabia Saudita, Giappone e gli USA quando qui hanno eretto loro basi militari. E adesso la Repubblica Popolare della Cina ha una sua nave da guerra nello stretto di Gibuti. Due anni fa è stata pianificata la costruzione di una piccola base militare della marina cinese, impegnata a movimentare la flotta di navi petroliere cinesi che percorrono questa via marina in cui transita la metà dell’importazione petrolifera della Cina.

La sicurezza nello stretto è data da truppe dell’ONU. La base cinese è ampia 0,16 kmq (circa 16 campi da calcio), conta comunque alcune centinaia di soldati. La vicina base militare USA è invece ampia 2 kmq e conta 4.000 soldati, uno stormo di droni e un ‘Commandoantiterrorismo’.

A differenza e in contrasto con i cinesi gli americani in fin dei conti sono in guerra con alcuni Paesi vicini (con l’Iran soprattutto). Ciononostante la Repubblica Popolare, vorrebbe stabilire con tutte le basi militari estere qui installate un “Comando globale”. La base viene considerata “segno di una nuova strategia militare cinese, diretto a significare distacco dal principio del Non-intervento”, scrivono alcuni giornali tedeschi. Un principio che la RFT non segue e non si allontanerà mai (come tutti gli stati-Nato, Italia compresa, ndr). Del resto è lì presente dal 2002, condizione che i media tedeschi non vogliono ricordare. Piuttosto oggi scrivono che “la Cina è così giunta alla predisposizione di un’influenza militare sull’Africa e da anni ha corteggiato Gibuti con progetti infrastrutturali”…


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