junge Welt 19 febbraio 2018
Ieri, domenica, nel centro di Monaco si è svolta una manifestazione partecipata da oltre 4.000 persone, come indica l’ “Alleanza d’azione contro la Conferenza Sicurezza NATO” (SiKo dalle iniziali in tedesco, che l’ha organizzata), aperta dallo striscione “La guerra non conosce vincitori”. Le ragioni della manifestazione erano condensate nella parola d’ordine: “scioglimento dell’Alleanza per la Difesa promossa dalla NATO, mettere fine all’esportazione di armi tedesche e agli interventi all’estero della Bundeswehr (forze armate della RFT).
Alla manifestazione hanno preso parte anche numeros* kurd* per protestare contro l’invasione delle truppe turche nella regione kurda di Afrin nel nord della Siria e contro la fornitura di armi tedesche al regime del presidente Recep Tayyip Erdogan. La polizia ha arrestato le/i manifestanti che innalzavano cartelli, striscioni con simboli delle forze di autodifesa YPG, nonostante il tribunale amministrativo avesse annullata la “disposizione” della polizia.
Gli interventi nel corso della manifestazione si sono occupati in particolare dell’aggressione turca su Afrin e della nuova ‘Cooperazione Militare dell’Unione Europea’ PESCO (Permanent Structured Cooperation). In proposito, SiKo sottolinea che in qella guerra viene compiuta una rottura del diritto dei popoli, in particolare nella fornitura di armi tedesche (*v. sotto) decisa dal governo di Berlino. E’ rimasta senza alcuna risposta anche la richiesta, sempre di SiKo, riguardo al ritiro delle armi atomiche USA giacenti in territorio RFT.
Intanto fra gli alleati si fa largo una forte tensione. Per esempio, al convegno NATO il ministro degli esteri turco ha dichiarato che sarebbe “scandaloso e inaccettabile”, che gli USA nella lotta contro la milizia jihadista (IS), in Siria prosegua nell’alleanza con l’ “organizzazione terrorista” kurda YPG. Nella stessa SiKo il primo ministro turco ha difeso anche l’impegno dei carri armati tedeschi ‘Leopard’ nella “difesa” della Turchia in Siria – ed ha richiesto il sostegno delle aziende tedesche nella fabbricazione del carro armato turco “Altay”. Bundeswehr, senza condizioni , fra il 2006 e il 2011 in totale ha fornito alla Turchia 354 ‘Leopard 2’. In gennaio, dopo l’inizio dell’offensiva in Siria, il governo tedesco ha comunicato di bloccare la fornitura di carri armati anti-mina (distinzione che non blocca niente).
Alla stessa SiKo ha preso parola anche Netanjahu, capo del governo israeliano, particolarmente bellico nei confronti dell’Iran. Ha mostrato un drone frantumato lanciato dall’Iran come “prova di aggressione iraniana nei confronti di Israele”.
A lato della SiKo il ministro degli esteri della RFT si è incontrato con il suo collega russo Lawrow che ha esposto il problema dell’abbattimento delle sanzioni contro la Russia ed ha ribattuto la proposta avanzata da Putin un anno mezzo fa, di dare sicurezza ad un armistizio in Ucraina orientale attraverso l’impiego di caschi blu dell’ONU.
(*) Rheinmetall, azienda tedesca produttrice di armi, ha assunto la direzione del progetto avanzato dall’UE sull’uniformazione dell’armamento dei soldati. Il progetto è parte dell’Unione della Difesa Europea concordata alla fine del 2017. In concreto si tratta di sintonizzare in maniera reciproca la produzione di sensori, applicazioni tecnologiche nei sistemi di comunicazione della fanteria dei Paesi dell’UE. Rheinmetall fornisce già sotto lo slogan “Fanteria del futuro” sistemi tecnologici pilota alle truppe terrestri della Bundeswehr, impiegati dal 2013 in Afghanistan.