Tratto da roundrobin.info
La multinazionale Eni da sempre nel mondo è il simbolo dell’imperialismo italiano: stavano a difendere i pozzi dell’Eni i carabinieri a Nassiriya, stanno proteggendo un grosso affare Eni i militari a difesa della diga di Mousul, stanno tutulando gli interessi dell’Eni le truppe inviate poche settimane fa in Niger. E per tutelare gli interessi dell’Eni, che partecipa al Tap in Salento, polizia e carabinieri non hanno esitato a costruire recinzioni, manganellare, denunciare chi si oppone. Il 31 gennaio l’ad di Eni Desclazi ha inaugurato un nuovo impianto di gas in Egitto in compagnia del dittatore Al Sisi, il quale ha affermato che l’omicidio di Giulio Regeni è stato architettato per rovinare gli affari italiani in Egitto. (nella foto Descalzi e Al Sisi)
Insomma, come minimo, l’Eni porta sfiga.
E siccome da questa estate la Snam e l’Eni vogliono costruire un gasdotto lungo l’Appennino, non è che arrivano le truppe anche qui?