tratto da nobordersard:
Il vice premier Di Maio l’aveva annunciato qualche giorno fa via social, da oggi è ufficiale. Lo stato italiano ha imposto uno stop di 18 mesi alle esportazioni belliche con i due principali partner commerciali della RWM.
Non si capisce perché siano solo 18 mesi, se per una questione legale, cioè si tratti di un periodo che eventualmente potrebbe essere rinnovato, o se sia una scelta con la speranza che qualcosa sui fronti bellici cambi e fra 18 mesi si riaggiorneranno. L’impressione – ma ci si potrebbe sbagliare – è che sia il solito provvedimento che non è né carne né pesce. Nel senso che probabilmente fra 18 mesi questo governo non ci sarà più, o sarà comunque in una fase molto diversa da quella attuale, e chissà Di Maio e i 5S dove saranno. L’impressione quindi è quella di aver voluto fare ora una mossa per provare a ritrovare un pò di consenso nella base dell’elettorato pentastellato assai delusa dai vari dietro front su questioni come NOTAP, NOTAV e via dicendo. Poi quando scadrà si vedrà, se il governo sarà caduto diventerà l’ennesimo cavallo di battaglia per criticare la maggioranza.
Questi ragionamenti sono stati fatti non tanto per psicanalizzare questo governo o questo o quel politico, ma per provare a renderci conto tutti quanti che questo Stop non si può considerare una vittoria, e che anzi forse proprio ora bisognerebbe provare a forzare la mano sulla questione dell’industria di guerra in Sardegna, cercando quell’efficacia (quindi andare dove a toccare dove più nuoce, sul denaro) che purtroppo nonostante tanti e generosi tentativi non si è quasi mai raggiunta. Ora il fianco è più scoperto.
La RWM dal canto suo ha bloccato le assunzioni previste e attraverso il suo direttore generale ha fatto sapere che: “Una decisione non dovuta a scelte aziendali né al mercato e che va serenamente accettata nel rispetto delle Leggi dello Stato. Inizia oggi un periodo non semplice che richiede la collaborazione di tutti affinché l’azienda prosegua nella razionalizzazione degli investimenti strategici, mantenga la propria posizione di mercato e si faccia trovare pronta a riprendere al termine della sospensione”.
Sgarzi parla anche di cercare nuovi partner commerciali e di adoperarsi al meglio per mantenere tutto il personale assunto tra Ghedi e Domusnovas.
Quello che succederà a oggi quindi non è chiaro, speriamo che nei prossimi giorni emergano maggiori dettagli anche nel merito del blocco per capire quali siano i termini precisi.
Ci sarà da capire anche se i dirigenti proveranno a trovare dei cavilli o sotterfugi vari per aggirare questo blocco (esattamente come ha fatto la Germania per l’Arabia saudita proprio con la RWM), e se riusciranno in breve tempo a trovare nuove guerre da cui trarre profitto.
Di sicuro per la RWM si tratta di un brusco stop, proprio nel pieno delle grandi manovre di espansione dello stabilimento e delle varie tipologie di produzione.