Nelle ultime settimane, lo Stato turco si è reso responsabile di un feroce attacco contro l’autonomia del Rojava, che ha avuto come risposta l’ipocrisia degli Stati e la solidarietà internazionalista di chi, pur mantenendo una prospettiva vigile e critica, ritiene fondamentale difendere la rivoluzione in atto in quell’area del mondo.
Anche all’interno dei confini turchi c’è chi continua ad organizzarsi per dare del filo da torcere alla superpotenza guidata da Erdogan, dimostrando così che non si tratta di un’entità invulnerabile. Riportiamo qui di seguito una serie di azioni rivendicate da gruppi armati curdi o facenti parte della resistenza contro lo Stato turco, le sue forze armate, i suoi finanziatori, avvenute fra il settembre e il novembre 2019.
[contenuti tradotti, riassunti e riadattati a partire da Anarchistworldwide]
Turchia, provincia di Adana. Forze Armate dei Poveri e degli Oppressi (FESK) rivendicano attacco contro autobus della polizia antisommossa
Le forze Armate dei Poveri e degli Oppressi (FESK), gruppo armato facente riferimento al Partito Marxista Leninista Comunista (MLKP), hanno rivendicato un attacco contro la polizia nella provincia di Adana. Il 25 settembre, un ordigno esplosivo è stato fatto detonare in prossimità di un autobus della polizia antisommossa che avrebbe dovuto trasportare le forze di sicurezza. Il mezzo è stato pesantemente danneggiato dall’esplosione e cinque persone sono rimaste ferite, secondo varie fonti giornalistiche. La dichiarazione delle FESK sottolinea che l’attacco è una risposta al “sistematico terrore di Stato contro gli oppressi, i poveri e la classe lavoratrice” e che nasce dal desiderio di “vendicare i compagni ed i rivoluzionari caduti nella lotta per la libertà”. Spiegano inoltre come il regime turco sia preoccupato persino dalla più piccola e democratica dimostrazione di dissenso: “Incontri, raduni, proteste, manifestazioni, eventi artistici e culturali, persino riunioni di giornalisti vengono attaccati dalla polizia del potere fascista […] è inevitabile ed imperativo per gli oppressi ed i poveri difendere sé stessi dal regime con mezzi militari. Perché in nessun luogo al mondo vi è mai stato successo contro il fascismo senza una resistenza politica e militare. Perché fascismo significa regime basato sul terrore e la menzogna”.
Le FESK hanno giurato che continueranno ad adempiere ai propri doveri rivoluzionari nella forma della guerriglia urbana e della lotta contro fascismo e colonialismo, chiamando lavoratori, donne e giovani ad unirsi alle loro fila e a consolidare la rivoluzione.
Turchia. Unità di Vendetta rivendica sabotaggio con esplosivo del 75th Anniversary Selatin Tunnel*
*Nota di traduzione: il 75th Anniversary Selatin Tunnel è un tunnel autostradale situato nell’ovest della Turchia. Inizialmente battezzato col nome del villaggio vicino al quale è stato costruito (Selatin), è poi stato ribattezzato col nome attuale in memoria del 75° anniversario di fondazione della Repubblica Turca (1923)
“Come parte delle azioni di autodifesa portate avanti dalle Unità di Vendetta, l’Unità di Vendetta intitolata a Şehit Çiyager – Şehit Zeryan ha portato a termine un’azione contro il 75th Anniversary Selatin Tunnel, il 12 ottobre, usando degli ordigni autoprodotti. Quest’azione è una risposta agli attacchi e all’invasione del Rojava da parte dello Stato turco genocida. Conseguentemente alla nostra azione, l’autostrada Izmir-Aydin è rimasta chiusa per ore. Fino a che i barbari invasori dello Stato turco continueranno a compiere massacri e bombardamenti in Kurdistan, le metropoli turche non saranno in grado di condurre una vita normale. Questa è una guerra di genocidio lanciata dallo Stato turco contro le genti curde: mentre queste ultime resistono all’occupazione con la loro rabbia e determinazione noi, come combattenti per l’autodifesa del popolo curdo, promettiamo di andare avanti negli attacchi, nella rappresaglia contro gli invasori nei loro posti di lavoro, nelle loro case e in strada, in qualsiasi luogo e ad ogni ora”.
Turchia. Bambini del Fuoco rivendicano attacco incendiario ad Istanbul e nella provincia di Karabük
Un nuovo gruppo di guerriglia in Turchia, i Bambini del Fuoco, si è formato per combattere contro lo Stato turco e in difesa della rivoluzione in Rojava, ed ha rivendicato degli attacchi incendiari contro alcune fabbriche nella provincia di Karabük e ad Istanbul.
Il 16 ottobre la Yenice Forest Products Industry Factory è stata data alle fiamme; al suo interno si sono verificate così delle esplosioni che l’hanno distrutta interamente. Sempre il 16 ottobre, un mobilificio è stato dato alle fiamme e distrutto.
Turchia, Izmir. Unità di vendetta porta a termine attacco incendiario in risposta all’invasione del Rojava
Dichiarazione dell’Unità di Vendetta Şehit Çiyager – Şehit Zeryan: “Nelle azioni da noi compiute contro l’invasione genocida del Rojava da parte dello Stato Turco occupante e fascista, il magazzino di una fabbrica e una centrale elettrica nel quartiere di Uzundere sono stati distrutti mediante sabotaggio […] I membri dell’Unità hanno portato a termine con successo due attacchi nella sera del 16 ottobre, nel distretto di Karabağlar a Izmir, nell’ambito della nostra incessante azione di autodifesa. Le azioni sono andate lisce come l’olio”. La dichiarazione prosegue spiegando che il magazzino distrutto faceva parte di un’azienda appartenente ad un membro dell’AKP.
Turchia, provincia di Konya. Bambini del Fuoco distruggono fabbrica il cui proprietario finanzia l’AKP
27 ottobre 2019. I Bambini del Fuoco hanno rivendicato un attacco incendiario contro la fabbrica di biscotti Lark, nella zona industriale organizzata di Konya. L’attacco è stato compiuto con una speciale tecnica che ha portato alla totale distruzione dello stabilimento. La fabbrica era stata aperta con un investimento iniziale di 150 milioni di lire turche; il proprietario è Abdurrahman Zade, cittadino iracheno, conosciuto per la sua vicinanza all’AKP e per il suo ruolo di finanziatore dei progetti di guerra del partito. Il presidente fascista Erdogan gli aveva promesso la cittadinanza in cambio di questi investimenti. La dichiarazione dei Bambini del Fuoco riporta: “Abbiamo distrutto gli investimenti di questo individuo che ha fornito supporto finanziario al massacro dei curdi, riempiendo gli sporchi forzieri di guerra della repubblica turca. Tutti coloro che finanziano la guerra dello Stato turco in Kurdistan faranno questa fine”.
Turchia, Van. Unità di Vendetta attaccano pattuglia di polizia con un ordigno esplosivo, e danno fuoco all’auto di un membro del AKP
L’Unità di Vendetta Şehit Savaş Amed ha rivendicato due azioni compiute in memoria di Şehit Beritan (Gülnaz Karataş)* nella città di Van, nella Turchia dell’est. Dalla loro dichiarazione:
“Il 29 ottobre, abbiamo portato a termine un attacco con un ordigno artigianale contro un veicolo della polizia di pattuglia nel distretto di Ipekyolu, a Van. In seguito all’attacco, il nemico è intervenuto con l’uso di gas urticante ed ha bloccato il quartiere per un po’. Le nostre unità sono riuscite a lasciare la zona in sicurezza.
Il 29 ottobre, un’auto appartenente ad un membro dell’AKP è stata data alle fiamme nel distretto di Sabaniye, a Van. Il mezzo è stato reso inutilizzabile.”
*Nota di traduzione: Şehit Beritan (Gülnaz Karataş) è stata una combattente del PKK. Nata in una famiglia di curdi Aleviti di Dersim, ha frequentato la scuola primaria e secondaria a Elazığ. Nel 1989 ha cominciato gli studi presso il dipartimento di economia dell’università di Istanbul. Viene riportato che, fino al 1990, non fosse a conoscenza della propria identità curda. Nel ’90 ha avuto modo di conoscere alcuni gruppi del PKK ed è stata arrestata, per poi essere rilasciata poco dopo nel ’91. Il 9 maggio del ’91 è entrata nel PKK, sulle montagne Cudi, vicino a Sirnak. Il 25 ottobre del ’92 ha combattuto contro i peshmerga, alleati dell’esercito turco, nel Kurdistan iracheno. Nel ’92 è stata inviata a Şemdinli come capo di un piccolo gruppo. La leggenda vuole che abbia combattuto fino all’ultimo proiettile; il comandante dei peshmerga la chiamò perché dichiarasse la resa, ma lei si gettò in un precipizio per non venire catturata. È diventata dunque un’icona della storia del PKK, molte canzoni sono state scritte in suo onore e molte bambine portano il suo nome. Halil Uysal ha prodotto un film sulla sua vita nel 2006. I suoi resti sono stati trovati nel 2005 e trasferiti in un’area controllata dal PKK perché avesse sepoltura.
Turchia, Van. Unità di vendetta attaccano pattuglia di polizia con ordigno esplosivo durante la Giornata Mondiale della Resistenza in Rojava
L’Unità di Vendetta Şehit Numan Amed ha rivendicato un attacco mediante ordigno artigianale contro una pattuglia di polizia dello Stato turco occupante nella data del 3 novembre, nel quartere d Ipekyol, a Van. Un video dell’attacco è stato diffuso insieme alla rivendicazione. L’attacco, avvenuto nella Gionata Mondiale della Resistenza in Rojava, ha causato significativi danneggiamenti al veicolo e ferito i poliziotti al suo interno.