Un contributo da Bolzano

“TUTTI SULLA STESSA BARCA” UN CAZZO!

La retorica patriottica, il “siamo tutti sulla stessa barca” e gli “andrà tutto bene” servono solo a far dimenticare che le condizioni materiali di vita sono tutt’altro che uguali per tutti, a maggior ragione in questa situazione. Per molti, a casa senza stipendio e in parecchi casi senza prospettive di accesso alle elemosine istituzionali, pagare l’affitto e fare la spesa è già un problema.

C’è chi una casa dove restare semplicemente non ce l’ha. Chi è recluso in galere sovraffollate, praticamente senza assistenza sanitaria, e ora senza colloqui, mentre il virus viene portato dentro dai secondini. Per molte donne la prospettiva di stare in casa è tutt’altro che rassicurante. E anche, banalmente, i metri quadri a disposizione non sono certo gli stessi per tutti.

“FURBETTI” E ASSASSINI
Mentre si riempiono le città di sbirri e militari e si incoraggia una massa di delatori a denunciare i “furbetti” che fanno una passeggiata come se fossero loro la causa del diffondersi del virus – e si sperimentano nuovi strumenti tecnologici di controllo sociale –, i padroni con l’avallo dei sindacati costringono a lavorare ammassati senza alcuna sicurezza anche in attività tutt’altro che indispensabili. All’Iveco di Bolzano – dove ora c’è la notizia di una positività al virus – si è continuato a lavorare per produrre blindati per i marines USA e per l’esercito brasiliano…

QUALE NORMALITÀ?
Nessuno può dire quanto questa situazione durerà e se avrà una fine, o se la prospettiva sarà quella di uno stato d’emergenza a tempo indeterminato. In ogni caso, siamo sicuri di voler tornare alla normalità di una società che ha sempre anteposto il profitto anche alla salute e che farà pagare sempre ai più poveri, con nuovi sacrifici imposti con le minacce, anche la crisi economica che si profila?
Sapranno deviare la rabbia di chi si trova senza un soldo nella solita guerra tra poveri, solo più feroce che in passato, o sapremo individuare il nemico?
Autorganizzarsi per far fronte ai propri bisogni senza aspettare le elemosine dello stato e il controllo che comportano, tutelare la propria salute estendendo gli scioperi che ci sono già stati nei giorni scorsi a tutte le attività non veramente necessarie, organizzarsi per non pagare affitto, bollette, spesa – come qualcuno ha già provato a fare, tanto che in alcune zone reparti antisommossa sono stati schierati preventivamente davanti ai supermercati…

Il coprifuoco porta all’estremo la tendenza all’isolamento. Se vuoi condividere – ovviamente anche in forma anonima – la tua rabbia nei confronti di padroni, sbirri e spie, carcere e altre istituzioni, episodi che ti sono accaduti o dei quali sei stato/a testimone o semplicemente la tua sofferenza in questa situazione, puoi scrivere all’indirizzo e-mail bolzanocontro@canaglie.org o alla pagina facebook Bolzano Contro. Nessuno può promettere nulla, ma rompere l’isolamento è l’inizio di una riscossa possibile.


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