Riceviamo e pubblichiamo:
Aggressione al Venezuela
Junge Welt 8 maggio 2020
Otto morti e almeno 13 arresti – questo è il saldo dell’ “Operation Gideon” (*). Sulla base di un tentativo di invasione dell’ultra-destra, in alleanza con mercenari in Venezuela, vengono alla luce sempre più dettagli. Maduro, presidente del Venezuela, in conferenza stampa ha esposto ogni nuovo particolare sul tentativo di invasione contro il Venezuela.
Domenica (3 maggio) è stato respinto un tentativo di sbarco in Colombia di motoscafi veloci diretti verso la costa-nord del Venezuela. Nello scontro a fuoco sono stati uccisi otto invasori, due gli arrestati. Lunedì è fallito un altro tentativo di invasione. Pescatori locali hanno arrestato otto uomini e altri tre nei giorni seguenti.
Già lunedì posti di blocco venezuelani comunicavano che fra gli arrestati c’erano anche gli americani Usa: Aaron Berry e Luke Denman. Mercoledì durante una video-conferenza stampa Denman ha dichiarato che obiettivo dell’azione era il rapimento-dirottamento di Maduro negli Usa. Per questo in gennaio, nella missione del gruppo mercenario Silvercorp di Jordan Goudrau, hanno viaggiato verso la Colombia, anche ex-soldati Usa, dove avevano addestrato oppositori venezuelani. Il loro compito poggiava sulla “sicurezza” dell’aeroporto di Caracas, da dove Maduro doveva essere portato negli Usa.
“Trump è il diretto responsabile di questa invasione”, ha affermato Maduro – quel che ha confermato anche Denman nell’interrogatorio. Ci sono anche inesattezze: nella stessa domenica Goudreau, aveva esposto a diversi media di aver pianificato l’ “Operation Gideon”, assieme a Juan Guaidò, politico dell’opposizione venezuelana e a Juan Josè Rendòn “politico stratega” della destra venezuelana. Mentre Guaidò ha negato ogni responsabilità, Rendòn ha invece dichiarato, in un’intervista pubblicata da CNN, web site in lingua spagnola, che certamente esiste un accordo, però scaduto, non più in forza dal novembre 2019.
Su quanto accade in Venezuela non c’è comunque dubbio dei rapporti del gruppo Silvercorp in Germania. Denman ha dichiarato di aver assolto il suo servizio militare a Stoccarda dove ha incontrato, conosciuto Goudreau.
(*) Scelto da Dio
Gedeone era il figlio di Ioas, secondo il racconto biblico «il più piccolo nella casa di [suo] padre». Abitava ad Ofra, un villaggio all’interno di una delle più piccole divisioni della tribù di Manasse. Passava per uomo di grande fede nel Dio di Israele.
Dopo quaranta anni di pace apportate dalla vittoria di Debora e Barac contro i Cananei, gli israeliti si allontanarono di nuovo dai comandamenti di Dio e dalla sua protezione. Dio li lasciò alla mercé degli attacchi dei Madianiti e degli Amaleciti, due popoli pagani ed oppressivi nei confronti degli israeliti. Gedeone venne poi scelto da Dio per salvare il popolo e per rimuovere l’idolatria. Timoroso, Gedeone chiese un segno a Dio, temendo di non essere in grado di affrontare i feroci oppressori di Madian. L’angelo di Dio si palesò facendo consumare la totalità del sacrificio offerto da Gedeone (un capretto e molti pani non lievitati) per mezzo di un fuoco sprigionato dalla roccia (cfr. Giudici 6,11-21).
Seguendo l’ordine divino, Gedeone distrusse di notte l’altare in onore di Baal costruito nella città. Quando gli abitanti seppero quello che aveva fatto vennero a reclamare che Gedeone fosse consegnato a loro, ma il padre Ioas intervenne replicando sprezzantemente che se Baal era un dio avrebbe potuto difendersi da solo (cfr. Giudici 6,25-32).
Gedeone riunì in seguito gli uomini della tribù di Manasse, della tribù di Aser, della tribù di Zabulon e della tribù di Neftali per combattere gli invasori di Madian e di Amalek. …