Riceviamo e pubblichiamo:

L’Unione Europea ha dato avvio all’intervento della marina militare davanti alla costa della Libia

Junge Welt 8 maggio 2020

L’Ue ha iniziato il suo nuovo intervento marino riguardo alla sorveglianza disposta dall’ONU sull’impedimento del trasporto-consegna delle armi. Come ha comunicato ieri il quartier generale, che ha sede a Roma, già dall’inizio della settimana una fregata francese e un naviglio militare del Lussemburgo, sorvegliante sui voli aerei, sono già disposti a prendere parte alla prova della marina militare europea chiamata “Irini”. Altre forze, anche della Germania, in breve si uniranno. Il parlamento tedesco giovedì 7 maggio ha deciso che per la partecipazione tedesca è necessaria per il mandato (dell’Ue). Le forze armate tedesche prendono parte con un aereo da ricognizione del tipo “P-3 C Orion”, come pure con 300 soldati.

La missione marina deve principalmente attivare lungo la costa marina libica, l’impedimento del traffico di armi disposto dall’Onu, attraverso gli aerei, i satelliti e le navi in mare.

Scopo fondamentale della “missione” è la stabilizzazione della Libia come pure il sostegno condotto dall’ONU del processo politico verso la pace. Certamente però sarebbe più efficiente impedire la fornitura d’armi alle parti che si affrontano in Libia, che continuano ad essere tra i principali clienti delle esportazioni di armi tedesche, come affermato nella proposta di risoluzione del gruppo parlamentare Die Linke (La Sinistra) del 6 maggio sulla posizione di voto ambigua avanzata dal governo federale.

Ambiguità la cui conseguenza reale è che i paesi che prendono parte alla guerra in Libia: Turchia, Egitto, Emirati Arabi Uniti (EAU) e Qatar dal 2011 vengono efficacemente armati dal governo tedesco. All’Egitto dal 2011 ad oggi sono state consegnate armi per un valore di oltre 2,3 mld di euro; a EAU 1,5 mld euro; al Qatar, 2,6 mld di euro e alla Turchia circa 580 milioni – sempre di euro.