Riceviamo e diffondiamo:
Raccogliamo l’appello alla solidarietà internazionale per i prigionieri politici curdi e per denunciare i crimini di guerra di cui il governo turco continua a rendersi responsabile nel Kurdistan siriano, turco e iracheno. Saremo in piazza anche per rilanciare la solidarietà con il popolo palestinese e alla sua Resistenza, contro le mire annessioniste di Israele.
SABATO 27 GIUGNO
ORE 17
PIAZZA WALTHER – BOLZANO
SOLIDARIETA’ INTERNAZIONALISTA ALLA RESISTENZA CURDA E PALESTINESE
TOGLIAMO IL RESPIRO A GUERRA E REPRESSIONE
LIBERTA’ PER I PRIGIONIERI POLITICI CURDI E PALESTINESI
FERMIAMO I BOMBARDAMENTI TURCHI IN KURDISTAN
NO AL PIANO TRUMP PER LA PALESTINA
DENUNCIAMO LE COMPLICITA’ ITALIANE ED EUROPEE NELLA VENDITA DI ARMI A GOVERNI
RESPONSABILI DI CRIMINI DI GUERRA
L’emergenza COVID non ha fermato i piani di oppressione di tiranni più o meno democratici. Mentre in Turchia Erdogan, con il tacito assenso dell’Unione europea e degli altri paesi della NATO, continua la persecuzione dell’opposizione politica e del popolo curdo, in Israele il governo di estrema destra Netanyahu-Gantz si prepara ad annettere, dal 1° luglio, ampie parti della valle del Giordano, in Palestina, seppellendo definitivamente ogni possibilità di “dialogo”.
La maschera è tolta e tutti, eccetto chi non vuole vedere, capiranno in cosa consistono i “progetti di pace” turco come quello israeliano: nella sistematica oppressione ed eliminazione di ogni forma di Resistenza nonché nella pulizia etnica di ampie parti di territorio abitato da popolazione ostile allo status quo.
I palestinesi, come i curdi, costituiscono un’umanità in “eccedenza” rispetto ai piani colonialisti turchi e israeliani, e anche per l’opinione pubblica occidentale (qualsiasi cosa tale parola significhi) possono essere sacrificati sull’altare degli interessi economici capitalisti, con buona pace di opinionisti capaci di indignarsi solo per difendere le statue di schiavisti confederati del Ku Klux Klan o di personaggi ambigui come Montanelli, ma silenti e complici di fronte alle peggiori ingiustizie della nostra epoca, come quelle inflitte a palestinesi e curdi, per esempio.
La mobilitazione internazionale sviluppatasi in seguito all’assassinio di George Floyd da parte di 4 poliziotti americani ci dimostra come esistano grandi parti di popolazione perseguitate ed oppresse solo per il colore della propria pelle o per la propria religione: come gli afroamericani negli Stati Uniti, i curdi in Turchia, i palestinesi in Israele oppure gli africani subsahariani in Libia.
Ancora una volta, mentre milioni di uomini e donne vengono perseguitati, il governo italiano, come altri governi europei e occidentali, continua a fare affari, vendendo armi e tecnologie militari a Erdogan e altre dittature militari come quella di Al-Sisi in Egitto, responsabile della tortura e dell’omicidio di innumerevoli oppositori politici, fra cui anche Giulio Regeni e Patrick Zaki.
Ricordiamo come il governo turco, dietro il pretesto dello Stato di emergenza dichiarato da Erdogan in seguito al tentato golpe del luglio 2016, oltre all’arresto di oltre 5000 militanti dell’HDP (Partito democratico del Popolo), fra cui numerosi sindaci ed altri eletti nelle istituzioni, sta continuando vaste operazioni militari contro i militanti del PKK attivi nelle montagne sul confine turco-iracheno, provocando la morte, fra gli altri, di centinaia di civili. Gli ultimi di una lunga serie dopo i crimini di guerra commessi nella Siria del Nord dove truppe di mercenari al soldo di Ankara si sono rese responsabili di massacri e ogni sorta di violenze contro la popolazione e le donne curde, le stesse che fino a poco tempo prima venivano glorificate da riviste patinate e trasmissioni televisive.
Soltanto la lotta può cambiare le cose. Gli interessi che provocano guerre e massacri, le banche che finanziano il commercio di armi (Unicredit e Intesa per esempio) e profitti sporchi di sangue sono qui.
Libertà per i prigionieri politici curdi e palestinesi
No agli accordi economici e politici fra Unione Europea e Turchia
Fermiamo la vendita di armi a Turchia e Israele
A fianco della Resistenza curda e palestinese
NO al piano Trump per la Palestina