L’esercito israeliano si esercita in Sardegna

Tratto da https://www.maistrali.it/2021/06/15/lesercito-israeliano-si-esercita-in-sardegna/

La sorte sembra veramente farsi beffe di noi, noi chi? Tutti quelli che l’altro giorno erano a Teulada, e tutti quelli che mal sopportano la presenza dei militari in Sardegna, a maggior ragione se israeliani.

A poche settimane dai bombardamenti su Gaza di cui tutto il mondo ha parlato, contro cui tante parole sono state spese dalle istituzioni, dai media, dai partiti, dai cittadini eccetera, eccoci servito il conto dell’inconsistenza del rapporto tra le nostre idee&pratiche e della falsità di quelle di tanti figuri.

Nelle settimane scorse abbiamo letto e sentito posizioni di rabbia e solidarietà contro l’ennesima aggressione israeliana, contro le morti di Gaza, proprio nel 73° anniversario della Nakba, incitamenti alla resistenza palestinese, invocazioni all’internazionalismo e alla solidarietà fra popoli.

Alcuni di questi interventi ci avevano messo un po’ in imbarazzo, non perché non li condividessimo, ma perché ci sembra che troppo sterile urlare in un microfono la propria rabbia e indignazione per un massacro, e poi non essere disponibili a far nulla contro o perché questo non accada più.

Senza nascondersi il riferimento è al presidio di Piazza Garibaldi del 14 Maggio, dove non si è riusciti nonostante un’ottima partecipazione nemmeno a bloccare il traffico per dieci minuti.

Se sforzandosi si riesce a comprendere perché insorgano dubbi a fare dei blocchi del traffico a Cagliari a migliaia di km di distanza da Gaza, da qualche giorno abbiamo un interrogativo ben più complicato a cui dare risposta: perché l’esercito israeliano si esercita indisturbato in Sardegna?

La nostra isola ci mette in una posizione particolare, da una parte ci offre la possibilità di urlare in faccia ai nostri odiati nemici tutto il nostro disprezzo, ci offre l’opportunità di contrapporci concretamente alla guerra, di dare il nostro contributo alla resistenza palestinese, togliendo la polvere che negli anni si è depositata sull’internazionalismo e la solidarietà fra i popoli.

Allo stesso tempo questa opportunità se non viene colta ci rende in parte responsabili di una silenziosa complicità, la stessa che viene denunciata nei presidi di tutto il mondo a favore di Israele, e che è ancora più amara da masticare se condita da esagerati proclami a cui non si prova neanche ad essere conseguenti.

Queste parole – sicuramente dure – a molti non piaceranno, ma purtroppo rappresentano la spiacevole condizione in cui siamo ridotti e parzialmente autoconfinati, ma non per questo vogliono essere un funerale, anzi.

Come abbiamo scritto nelle considerazioni sulla giornata del 2 Giugno, il percorso di liberazione che ci prefiggiamo è lungo e tortuoso, ma non per questo dobbiamo arrenderci, anzi dobbiamo incessantemente cercare il modo di rendere le nostre pratiche incisive.

Le critiche e autocritiche contenute in questo articoletto vanno nella direzione di stimolare la diffusione di iniziative e proposte che siano il più possibile efficaci viste le possibilità-responsabilità che abbiamo a pochi chilometri dalle nostre case, e visto che come ben sappiamo il popolo palestinese muore e soffre per mano degli stessi che in questi giorni si addestrano al PISQ.

Necessaria precisazione tecnica: Da ieri (6 giugno ndr) è iniziata l’esercitazione militare “Falcon Strike,” che durerà fino a metà giugno. Insieme all’aviazione italiana, USA e UK, per la prima volta partecipa anche la squadra “Adir,” che fa parte dell’Israel Defense Forces, l’esercito israeliano. L’annuncio è stato dato anche dall’IDF su Twitter.

L’esercitazione ha come base l’aeroporto di Amendola, a Foggia, e si svolge sul golfo di Taranto a Est, e il mar Tirreno e il canale di Sardegna a Ovest. Secondo quanto riporta il Times of Israel citando l’IDF, all’esercitazione parteciperanno sei F-35 israeliani per “simulare raid su obiettivi oltre linee nemiche e missioni di supporto alle forze di terra.” Un ufficiale ha dichiarato in forma anonima che ciò avverrebbe in funzione anti-Iran.


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