Un treno di scorie nucleari e una prima resistenza

Da una settimana girava voce di un passaggio, fra il 6 e l8 febbraio, di un treno Castor in Piemonte, in direzione della Francia. Nella giornata di domenica sono arrivate informazioni più precise che individuavano il passaggio del treno nella notte.

Si è cercato di divulgare la notizia più rapidamente e diffusamente possibile ed è stato convocato un presidio a partire dalla mezzanotte alla stazione di Chiusa Condove (Valsusa).

Erano presenti al presidio circa quaranta persone di cui la maggior parte anarchici e qualche valligiano. Nel giro di poco tempo il presidio è stato circondato da un gran numero di sbirri, circa 200.

Alle tre e mezzo, in prossimità dell’arrivo del treno, la DIGOS ha cercato di allontanarci dalla linea ferroviaria.

Nonostante l’inferiorità numerica, abbiamo provato a bloccare i binari con dei copertoni e la polizia ha subito caricato da diversi lati il gruppo. Abbiamo ritenuto fosse necessario azzardare e tentare comunque di opporci, ben coscienti di quello cui andavamo incontro, spinti da una giusta tensione etica.

Alcuni compagni sono rimasti feriti e sono state fermate tre persone. Nella mattinata due dei fermi si sono tramutati in arresto.

Per più di due ore la polizia ha sottoposto l’area a un completo controllo militare, tenendo in stato di fermo 29 presidianti, poi identificati, perquisiti e denunciati, e chiudendo le statali di accesso alla zona.

Alle quattro e trenta circa è passato un primo convoglio a velocità sostenuta, composto di motrice elettrica, vagoni passeggeri vuoti e fra essi il contenitore delle scorie. Verso le cinque è arrivato un secondo convoglio che ha sostato in stazione fino alle sei. Questo secondo convoglio era formato da una motrice diesel e vagoni passeggeri con a bordo vigili del fuoco, tecnici e agenti antisommossa. In coda, un vagone aperto portava qualcosa che somigliava a un’antenna.

Durante la sosta i tecnici sono scesi in modo concitato dal treno e hanno esaminato attentamente i binari.

Alle ore sei il secondo treno è tornato indietro. Secondo informazioni che abbiamo ricevuto, anche il primo avrebbe fatto lo stesso. Infatti, tra il passaggio del primo e del secondo treno, pare ci siano stati almeno due blocchi con materiale incendiato sui binari.

I treni sono ripartiti in mattinata e, secondo il sito “sortir du nucléaire”, arrivati con 4 ore di ritardo alla frontiera. Anche il traffico ferroviario della mattinata ha subito delle ripercussioni.

Questi trasporti di materiale altamente radioattivo, dei quali la popolazione è tenuta all’oscuro, proseguiranno per circa un anno tra il deposito di Saluggia (Vercelli) e la Bretagna.

Esprimiamo solidarietà ai nostri compagni arrestati, Guido e Arturo, da sempre impegnati nella lotta contro le nocività e contro questo miserabile esistente.

Riteniamo che questa lunga notte di lotta sia servita a evidenziare la costante presenza del nucleare nelle nostre vite e nei nostri territori e a dimostrare che anche in pochi è possibile agire.

Ci auguriamo che questa sia un’occasione per tanti di prendere coscienza della gravità della situazione e dell’urgenza di opporvisi, confidando, quindi, di essere in molti di più la prossima volta.


Comments are disabled.