Da qualche settimana sulla costa occidentale della Sardegna si sta tentando di procedere all’installazione di quattro radar militari, definiti “anti-migranti”, le località interessate (Sant’Antioco – Capo Sperone; Fluminimaggiore – Capo Pecora; Tresnuraghes – Tinnias; Sassari – Argentiera).
Le installazioni dovrebbero essere 17 o 18 in tutta Italia, di cui 4 in Sardegna, una sicuramente già realizzata ma non funzionante a Siracusa, un’altra autorizzata a Gagliano del Capo in provincia di Lecce, le altre dovrebbero concentrarsi (si vocifera) tra la Liguria (dove uno dovrebbe già essere realizzato) e le coste Adriatica e Ionica. Tutte fanno parte del progetto dell’Unione Europea di potenziamento delle frontiere esterne della “Fortezza Europa” in difesa dai flussi migratori provenienti dal Nord Africa.
La ditta appaltatrice è ALMAVIVA del gruppo FINMECCANICA mentre l’opera nel complesso è affidata alla GUARDIA DI FINANZA.
In Sardegna ad oggi tutti e quattro i cantieri, partiti quasi in contemporanea, sono bloccati e presidiati. La popolazione, prima a Sant’Antioco, poi a Fluminimaggiore, quindi a Tresnuraghes e Argentiera-Sassari, si sta opponendo, all’ennesimo “ordigno” militare calato dall’alto.
I militari e i tecnici, già presentatisi più volte, in diversa foggia, con ruspe, elicotteri, sedicenti esperti, e carabinieri che identificano i manifestanti, sono stati finora respinti con successo.
Ma i tentativi continueranno, e, passato l’entusiasmo iniziale, molti, tanto più se si è pochi, saranno presi da stanchezza e scoramento.
Ciò che sta avvenendo è cosa rara e bella. Si dice no ad un’installazione militare che fa male da molti punti di vista. Facciamo che non muoia e che non rimanga un problema delle comunità locali.
Per informazioni e partecipazione:
noradarcaposperone.blogspot.com