Il 15 Luglio del 1992 venne varata dallo stato italiano una delle più imponenti operazioni di militarizzazione interna degli ultimi decenni. L’operazione Forza Paris, che portò in Sardegna migliaia di soldati di leva, principalmente concentrati nel nuorese.
La scusa ufficiale era mettere un freno alla diffusione della criminalità in alcune zone della Sardegna, dove proprio pochi giorni prima era stato rilasciato dopo 7 mesi Farouk Kassam (in circostanze ancora oggi poco chiare, in particolare il ruolo ricoperto da Mesina nella trattativa tra lo stato e i rapitori). Le motivazioni con il passare del tempo cambiarono, i vertici militari dichiararono che si trattava di una vastissima esercitazione militare, che nel suo svolgersi avrebbe aiutato le forze dell’ordine a presidiare dei territori che ancora sfuggivano al controllo capillare dello stato. I soldati avrebbero imparato a muoversi in un territorio selvaggio, avrebbero aiutato l’istituto geografico militare a ritracciare le mappe e i sentieri di montagna, quei sentieri dove “i banditi” si muovevano con precisione e destrezza umiliando la lenta goffaggine delle divise italiche.
Il 15 Luglio sbarcarono quindi i primi 4000 soldati che andarono a sistemarsi in campi alle periferie di piccoli paesi del centro Sardegna. Di li a poco l’operazione prese corpo, le zone del centro Sardegna divennero un pullulare di brufolosi soldatini spaesati e confusi.
Quest’operazione fu seguita immediatamente dopo da una analoga in Sicilia (i vespri siciliani) in seguito alla strage di via D’Amelio, negli anni recenti abbiamo visto situazioni simili ad esempio a L’Aquila subito dopo il terremoto del 2009. Nonostante la distanza geografica e di tempo queste operazioni militari hanno tutte dei tratti comuni, è lo stato che mostra i muscoli, a volte contro se stesso(vedi la mafia), a volte contro un nemico che non esiste, più spesso per portare con la forza quello che la democrazia non riesce imporre, in Sardegna in particolare il riconoscimento individuale e collettivo, nello stato e dello stato.
L’operazione Forza Paris, definibile in tutti i suoi aspetti un’operazione coloniale, fallì miseramente. Il 22 Settembre del ’92 i militari si rimbarcarono con la coda tra le gambe, senza aver ottenuto alcun risultato se non l’inamicizia, o a volte qualcosa di più, delle genti sarde. I due mesi e poco più di presenza dei contingenti militari furono costellati da una miriade di piccole e grandi azioni di ostilità nei confronti delle divise. Senza una logica riconoscibile e catalogabile ovunque e in ogni modo fu fatto capire ai militari che non erano graditi. Nel giro di poche settimane la missione divenne un incubo per i soldati di leva, che avevano paura ad allontanarsi da soli o in pochi dai campi, che non riuscivano a dialogare con la gente del posto. La diffusione e l’imprevedibilità degli attacchi mise in crisi l’esercito, che non era pronto ad essere attaccato in queste forme così asimmetriche e che chiaramente erano condivise e coperte da buona parte della popolazione. Si potrebbe scrivere moltissimo su quanto interessanti furono quei due mesi dell’estate del ’92, queste poche righe chiaramente non bastano, ma sperano di far ricordare o scoprire una pagina di antimilitarismo recente, troppo spesso rimasta nascosta.
Per concludere un breve elenco dei principali attacchi ai militari durante l’operazione Forza Paris:
21 Luglio, Lula, alcune bombe a mano e diverse fucilate contro le abitazioni del sindaco e vicesindaco, spiegate con la scritta “no a sos militares”, i due amministratori si erano esposti a favore dell’operazione militare.
22 Luglio, Belvì, incendiata una littorina delle ferrovie complementari, rivendicata con “Fuori l’esercito dalla Sardegna”.
8 Agosto, Mamoiada, fucilate intimidatorie contro un gruppetto di militari.
16 Agosto, Lula, bomba SRCM lanciata in mezzo a un gruppetto di militari, feriti lievi. Rivendicata da “sos istentales”.
20 Agosto, Lula, dopo aver fatto saltare un traliccio ENEL viene fatto saltare il municipio, rivendica “Fronte per l’indipendenza della Sardegna”.
27 Agosto, Iglesias, viene rinvenuto un ordigno inesploso nei pressi della caserma, nei giorni precedenti c’erano stati momenti di altissima tensione tra i ragazzi del posto e allievi carabinieri.
30 Agosto, Cagliari, bomba al comando militare di Via Torino. Rivendicata da “Sos istentales e Fronte popolare per l’indipendenza della Sardegna”.
Vi furono decine di altri attacchi di varia entità, le indagini portarono a delle perquisizioni, risultate poi inutili.
Per approfondire “Forza Paris, fallimento di un’operazione coloniale. Dossier Sardegna il conflitto nascosto” Ed. Arkiviu Bibrioteka T. Serra.