Trentino: Protesta alla Meccanica del Sarca

Nella tarda mattinata di mercoledì 23 novembre, in concomitanza con il corteo in Sardegna contro il poligono militare di Capo Frasca, un gruppo di compagni si è recato a Pietramurata, nel basso Trentino.

Il traffico è stato bloccato lungo la statale all’altezza dello stabilimento delle officine Meccanica del Sarca: striscioni, fumogeni, interventi al megafono, volantini e infine lancio di palloncini di vernice sul muro dell’azienda. Poi i manifestanti se ne sono andati.

Perché Meccanica del Sarca? Perché l’azienda fa parte del gruppo Beretta, “uno dei principali produttori di armi leggere al mondo”. Gli striscioni appesi dai manifestanti dicevano: “Officine Meccaniche del Sarca-Gruppo Beretta produce armi da guerra” e “Dal Trentino alla Sardegna blocchiamo la guerra”. Nel volantino, dal titolo Meccanica del Sarca produce morte. Blocchiamo la guerra e ciò che la alimenta e firmato “antimilitariste e antimilitaristi”, si legge che “alla Meccanica del Sarca si fabbricano componenti (sia il calcio in legno sia parti metalliche) per pistole e fucili Beretta. Come Meccanica del Sarca dichiara sul suo sito Internet le armi alla cui produzione collabora l’azienda di Pietra Murata sono sia da caccia sia ‘da difesa’. Massacro di animali, massacro di esseri umani”. “Strumenti di morte usati in numerose guerre”, nonché “dalle peggiori dittature”, dalle “forze di sicurezza egiziane” e dal “regime fascista di Erdogan”.

Solo un mondo ingiusto fa sì che alcuni lavoratori campino sulla morte di altri esseri umani”.

Su “l’Adige” del 24 novembre leggiamo: “Entrare alla ‘Meccanica del Sarca’ è un po’ come varcare il confine di un piccolo fortino: cancelli controllati dalla vigilanza, telecamere lungo tutto il percorso e disposte a poca distanza una dall’altra, e metal detector nel passaggio pedonale”.

E poi questa intervista (tra il viaggio della falsa coscienza e il ritorno sul Pianeta Terra): “Ho ancora le gambe che mi tremano – dice M.B., da più di vent’anni una dipendente della Meccanica – Ero dentro che lavoravo e al momento non mi sono accorta di niente: ma quando sono uscita ho visto tutto questo dispiegamento delle forze dell’ordine, i carabinieri con i giubbotti antiproiettile, ed ho davvero temuto che potesse accadere qualcosa di brutto. È strano, lavoro con le pistole, ma vederne usa pronta ad essere usata mi terrorizza”.

A seguito il volantino distribuito e riportato sui giornali:

MECCANICA DEL SARCA PRODUCE MORTE

La Meccanica del Sarca lavora per il gruppo Beretta, uno dei principali produttori di armi leggere al mondo.

Alla Meccanica del Sarca si fabbricano componenti (sia il calcio in legno sia parti in metallo) per le pistole e i fucili Beretta.

E poi Meccanica del Sarca dichiara sul suo sito Internet (dove il gruppo Beretta appare ben visibile), le armi alla cui produzione collabora.

Massacro di animali, massacro di esseri umani.

Non solo le pistole e i fucili Beretta sono impiegati nelle polizie di mezzo mondo, ma suoi sono gli strumenti di morte usati in numerose guerre.

Oltre agli eserciti NATO, Beretta vende le proprie armi ad alcune delle peggiori dittature, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Bahrein… il gruppo industriale della Val Trompia non si fa mancare nulla. Anzi, in barba alle stesse leggi che vietano la vendita delle armi a Paesi dove sono in atto conflitti sanguinosi. Beretta, grazie alla complicità delle istituzioni, ha visto incrementare i propri profitti negli ultimi anni proprio grazie agli affari con Paesi come l’Egitto e la Turchia.

Avete presente le lacrime dei politici e le solenni condanne per il brutale omicidio di Giulio Regeni? Sappiate che le forze di sicurezza egiziane continueranno a girare armate di pistole Beretta.

Avete visto quella che i dissidenti curdi e i dissidenti turchi stanno subendo da parte del regime fascista di Erdogan? Sappiate che anche la polizia, esercito e servizi segreti turchi sono armati “Made in Italy”, anzi “Made in Val Trompia”.

Questo mercato esiste anche grazie a Meccanica del Sarca. Il legame tra le lavorazioni eseguite a Pietra Murata e la guerra e lineare e diretta, come uno sparo.

Solo un mondo ingiusto fa si che alcuni lavoratori campino sulla morte di altri esseri umani.

Mentre in Sardegna oggi una manifestazione cerca di bloccare le esercitazioni di enorme poligono militare, siamo davanti a una fabbrica di morte a dire:

BLOCCHIAMO LA GUERRA E CIÒ CHE LA ALIMENTA

antimilitariste e antimilitaristi


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