fonte: anarkistan.com
Un appello diretta e speciale ai nostri compagni Anarchici e Libertari di lingua araba.
No allo Stato, No alla guerra. Sì all’autogestione e alla rivoluzione sociale.
Per anni, noi anarchici e libertari del Kurdistan iracheno, dell’Europa e di ogni paese abbiamo scritto e dichiarato di essere per l’autogestione ovunque e per tutti i territori, ma non per lo Stato.
Facciamo sentire la nostra voce contro il Governo Regionale del Kurdistan (KRG) ed il suo recente scenario costituito dal referendum per uno “Stato curdo indipendente”. Siamo sicurissimi che altri anarchici tra gli Arabi, i Turchi, gli Assiri ed altri fratelli condividano il nostro atteggiamento. Lo stesso pensiamo sia per i nostri compagni anarchici in tutto il mondo nel dire no allo Stato, no all’autorità, no al nazionalismo ed essere contro i nazionalisti e contro la guerra pro-fascista.
Il “Kurdistan” iracheno sta attraversando un periodo molto difficile dall’ottobre 2015. Gli stipendi dei lavoratori del settore pubblico sono stati ridotti a meno dell metà, il numero dei disoccupati è aumentato sensibilmente, i prezzi di qualsiasi cosa sono cresciuti, le attività ed i servizi governativi sono stati drammaticamente tagliati. Tutto questo si è sommato alla guerra contro l’Isis ed alle dispute tra il KRG ed il governo centrale riguardo ai finanziamenti ed ai territori controversi come la città di Kirkuk ed altre.
In questi ultimi due anni ci sono stati diversi scioperi, manifestazioni ed attività di boicottaggio. In alcuni casi sono durati per alcune settimane e persino per mesi. Il KRG invece di risolvere tutti questi problemi ha cercato di spostare l’attenzione popolare dai veri problemi annunciando nel luglio scorso il referendum per l’indipendenza dello Stato del Kurdistan il 25 settembre.
Masoud Barzani il capo del KRG ha stabilito la data del referendum senza consultare l’Iraq, i paesi confinanti, gli USA ed i paesi europei. Una volta indetto il referendum, tutti lo hanno respinto e gli hanno detto che non lo avrebbero appoggiato in nessun modo.
Dopo il referendum del 25 settembre, i governi di Iraq, Iran e Turchia si sono coalizzati ed hanno minacciato il KRG di sanzioni economiche. Il governo iracheno ha chiesto al KRG di annullare gli effetti del referendum e di ritornare in seno alla costituzione irachena quale fonte di ogni decisione. Haider al-Abadi , il Primo Ministro dell’Iraq ha avvertito Barzani che se non fa un passo indietro, il governo iracheno assumerà il controllo dei pozzi petroliferi della provincia di Kirkuk che allo stato attuale sono sotto il controllo del KRG.
Tre giorni fa il governo iracheno ha inviato numerose forze di polizia, dell’esercito e della Hishdi Shaibe [il gruppo paramilitare sciita] con diverse armi pesanti per prendere posizione nei dintorni della città.
E’ ora imminente una guerra civile tra i Peshmarga, le forze del KRG, contro le forze del governo centrale.
Chiediamo sostegno e solidarietà da parte di tutti i compagni anarchici perchè protestino, facciano documenti contro questa guerra, mostrino la loro rabbia contro la guerra e la loro solidarietà al popolo iracheno.
Noi siamo contro lo Stato perchè siamo contro l’attuale sistema politico. Siamo contro la politica partitica e contro l’ideologia autoritaria di destra e di sinistra, perchè siamo contro la superiorità di classe, contro la proprietà privata e contro lo sfruttamento del lavoro. Nella storia tutte le guerre sono successe per proteggere la superiorità di classe, la proprietà privata e lo sfruttamento del lavoro.
Siamo contro la guerra, contro le armi e l’odio tra culture differenti e tra le minoranze etniche. La guerra produce sempre morte e schiavitù. L’esito di qualsiasi guerra non porta alcun beneficio all’inizio di una rivoluzione sociale, anzi danneggia ed indebolisce il fronte rivoluzionario. Nel frattempo, la guerra offre una grande opportunità all’enorme mercato della compravendita delle armi ed alla distruzione dell’ambiente. La guerra rende i poveri più poveri e la superiorità di classe più duratura.
Noi siamo contro la guerra, ma siamo molto favorevoli all’autogestione popolare ovunque le persone vivano in modo comunitario e lavorino collettivamente. Siamo certamente consapevoli che ovunque esiste lo Stato non c’è alcuna libertà, che ovunque c’è un partito politico non vi è alcuna indipendenza individuale e di pensiero. Ovunque comandino gli uomini d’affari ed il denaro, c’è la schiavitù salariale e lo sfruttamento delle persone.
Nel “Kurdistan” iracheno c’è stata una forte autorità negli ultimi 26 anni, c’è stata la borghesia al potere. Per 26 anni le persone sono state deprivate della loro vera libertà e del potere di decidere in prima persona. Per lungo tempo chi comanda ha fatto ben poco per il popolo del “Kurdistan” in termini di fornitura di servizi. Hanno incoraggiato le persone ad abbandonare le zone rurali per andare a stare nelle città, hanno quindi stipulato contratti d’affari con le compagnie petrolifere estere e con le grandi imprese per trarne profitti, hanno venduto il suolo pubblico e molto di più. In breve, il “Kurdistan” è diventato la casa di molte compagnie multinazionali, di istituzioni finanziarie e delle reti di spie dei paesi vicini e di altri. Da allora agisce come uno Stato vero e proprio nel fare quello che vuole. Allora cosa dovremmo aspettarci di diverso dalla costituzione di uno “stato indipendente” e di meglio per il popolo rispetto a come è stato finora?
Chiediamo a tutti i compagni anarchici di sostenerci e darci solidarietà per impedire questa guerra. E’ vero che la vostra opposizione al militarismo ed alla guerra nazionalista in Iraq, se dovesse scatenarsi, non sarebbe efficace quanto la nostra opposizione in loco, tuttavia la vostra solidarietà sarebbe cruciale ed enormemente apprezzata.
Chiediamo nuovamente a tutti i compagni anarchici, specialmente Arabi, Persiani, Turchi ed Assiri di far sentire le loro voci e di agire per fermare questa guerra vischiosa che è contro gli interessi della classe lavoratrice e della povera gente in Iraq ed in “Kurdistan”. Essere silenti o sottovalutare la questione sarebbe direttamente o indirettamente fare un servigio ai politici, alle grandi imprese ed al sistema capitalistico. Dunque non abbiamo nessun’altra scelta che combattere il sistema, le sue azioni e la sua guerra. Auspichiamo inoltre che altri anarchici si schierino con noi con fermezza a sostegno dei bambini, degli anziani e dei disabili in Iraq.
No alla guerra
No allo Stato
No al nazionalismo ed al patriottismo
No al sistema capitalistico
Sì alla solidarietà ed all’unità contro la guerra
Sì all’auto-organizzazione
Sì alla lotta sociale
Sì alla rivoluzione sociale
Sì alla rivolta sociale
Sì all’autogestione
Kurdish-Speaking Anarchist Forum (KAF)
15 ottobre 2017