Val di Susa: Contro la militarizzazione della frontiera

Nelle ultime settimane le condizioni climatiche in alta Val di Susa sono diventate molto rigide, ciononostante tutti i giorni continuano ad arrivare decine di persone disposte a perdere la vita per tentare di oltrepassare la frontiera.

La maggior parte di loro prova a passare per vie senza dubbio meno pericolose, come il treno o il bus, ma vengono fermati dalla gendarmerie, caricati sulle camionette e riportati alla stazione di Bardonecchia che spesso non è la stazione da cui sono partiti.

Questo macabro gioco di persone che, dopo sentieri estenuanti, vengono prese e scaricate in alta val di Susa può portare ad un epilogo drammatico da un momento all’altro.

Una maggiore militarizzazione della zona porterebbe unicamente a rendere ancora più clandestino il passaggio, aumentando ulteriormente il rischio per chi è disposto a dare la vita per passare.

Non è militarizzando ulteriormente il confine che si evitano i morti, ma unicamente non lasciando solo i turisti a poter decidere liberamente quali montagne poter visitare.

Chi va realmente fermato è colui che in divisa pattuglia la frontiera francese e ancor di più chi dal caldo del parlamento europeo è il cinico responsabile di questo teatrino.

Per un mondo di uguali nelle mille differenze.


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