Trento: Per gli alpini nulla

Tratto da Saperi Banditi
Improvvisamente la città si tappezza di bandierine issate in alto, striscioni ovunque, nuovi negozi aperti,strade rifatte, nuovi gadget in vendita, il tutto in un tetro tono alpino che veicola e fomenta l’ assimilazione in un’identità preconfezionata, nella più totale italianità, nella più radicata passività e nel patriottismo di merda.
La città si riempirà di cori, gente, alcol, insomma quel che comunemente viene definito come degrado, viene promosso e agevolato dalle stesse istituzioni che normalmente non si fanno alcun problema a sanzionare ogni atteggiamento non conforme al “buon senso civico”. Assistiamo dunque alla sospensione di norme in funzione di un accrescimento dell’economia trentina che usa i suoi soldi per un’urbanità ad uso e consumo del cittadino benestante, conservatore , civile, inquadrato, moderato, meschino, banale, civile, tradizionalista, benpensante, conformista e perbenista.
E’ incredibile come si sia mobilitata la città di Trento (e non solo: Rovereto, Riva e tutte le valli da qui al Veneto e Lombardia) per accogliere questi alpini… nell’immaginario comune essi vengono rappresentati con tutta quella carica folkloristica che si impregna di tradizione italica, come degli innocui vecchietti che voglion solo far baldoria, e mal che vada, se proprio devono lavorare, assumono una connotazione assistenzialistica in veste di “protezione civile”.
Diciamo come stanno le cose: oltre al benevolo apparire, gli alpini sono un corpo militare a tutti gli effetti e come tutti i corpi militari, sono coinvolti in tutto quell’orrore che la guerra comporta, che sia presentata come opera di peace keeping, di salvataggio, come missioni umanitarie o chicchessia.
Nascono come corpo nel 1872 e non lascia trascorrere molto tempo prima di legarsi a doppio filo con il nascente fascismo. Essi hanno infatti partecipato alle atrocità della Guerra in Libia del 1911, prendendo poi parte ai massacri ed alla conquista dell’Etiopia nel 1935. Nello stesso anno nasce inoltre la preghiera dell’alpino, che nella sua forma originale ha riferimenti espliciti al Duce.
Sempre a braccetto con Mussolini gli alpini hanno partecipato alle invasioni di Francia nel 1940, di Grecia e Jugoslavia nel 1941 e dell’Unione Sovietica nel 1942, con tutti i crimini annessi e connessi. Gli alpini insieme al resto dell’esercito fascista non si sono quindi mai sottratti ai crimini contro l’umanità perpetrati in maniera volontaria di quegli anni. Nemmeno davanti agli ordini più odiosi vi è mai stato dissenso ed ammutinamento da parte del corpo degli alpini.
Come tutto quello che ha a che fare con il colonialismo italiano, i fatti perpetrati in quei anni non sono mai stati raccontati onestamente, le atrocità sono state taciute o fatte passare come necessarie ed inevitabili.
Attualmente, sono coinvolti in una delle più grandi missioni militari in Afghanistan. Dal 2002 infatti essi sono presenti nel territorio afghano a fianco della NATO e non l’hanno più abbandonato. Dal 2009 inoltre hanno iniziato a fare da supporto e da addestramento alle truppe locali note per gli stupri e violenze sulle donne.
Crediamo sia giusto e doveroso rendere esplicita la nostra opposizione alle pratiche di normalizzazione della guerra che la città di Trento e la sua università propone. Ci rifiutiamo di assistere passivi ad una sfilata che porta con sé una scia indelebile di sangue, e lo facciamo a cominciare dalla riappropriazione di uno spazio che ci appartiene.
Saperi Banditi

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