Il 24 novembre alla Meccanica del Sarca si è svolto uno sciopero dei lavoratori (FIOM-CGIL-FIM) per il nuovo contratto integrativo. I lavoratori dell’azienda della valle del Sarca sono 120, e chiedono il rinnovo del contratto bloccato dal 2014. Oltretutto, visto che il lavoro non manca mai, l’azienda ha anche assunto 20 persone tramite le agenzie interinali.
Qualche anno fa alcuni anonimi protestarono davanti alla fabbrica (del Gruppo Beretta) (vedi articolo). Denunciavano le responsabilità dell’azienda riguardo alla sua produzione: calci per le pistole Beretta (multinazionale delle armi di piccolo calibro) che finiscono nelle mani degli agenti. Quel giorno i lavoratori si sorpresero per l’ostilità ricevuta nei loro confronti e verso un’azienda che porta sicuri posti di lavoro.
Ebbene, noi non esprimiamo nessuna solidarietà con la vertenza di questi lavoratori, sfruttati sì ma anche complici di una delle aziende che arma le mani di migliaia di poliziotti e poliziotte in tutto il mondo, che arma eserciti, e che non si fa scrupoli di fronte a niente e nessuno. Ricordiamo che la polizia americana, che ammazza sistematicamente centinaia di persone ogni anno (con una media di ottanta morti ammazzati al mese, quasi mille all’anno), sopratutto di colore e poveri, spara con pistole Beretta. L’ipocrisia è tanta in queste faccende: un caso simile riguarda i lavoratori della Fincantieri (azienda che produce navi da guerra per mezzo mondo) che, qualche tempo fa, sono entrati in sciopero a Monfalcone. Non possiamo dare nessuna solidarietà a chi è responsabile del massacro.
Non un bullone, non un ingranaggio deve essere costruito per i massacratori.
Non una misera busta paga, non la paura giustificano la complicità con l’industria bellica.
Nessuna solidarietà a questi operai ed operaie.
Diserzione delle fabbriche di guerra e sabotaggio sono la nostra proposta.