Tradotto da AnarchistsWorldWide
Nel cuore di Easton, accanto ad una scuola, in un’affollata area residenziale compresa fra una stazione ferroviaria e un’autostrada, si trova sufficiente carburante aereo da causare un’enorme esplosione. Questo carburante contiene più di 2000 diverse sostanze chimiche: una volta incendiato, si rivela ben più distruttivo della benzina e può bruciare molto più a lungo. A Bristol se ne trovano sei cisterne bianche, lunghe 18 metri ciascuna.
Veniamo spesso etichettati come “terroristi”, ma se lo fossimo, allora… boom! Ciao ciao! Invece, abbiamo deciso di attaccare queste cisterne con della vernice blu scuro.
Nel compiere questo piccolo atto di ribellione speriamo di evidenziare la loro esistenza ed il pericolo che rappresentano. Questo scherzo è stato fatto anche per aggiungersi al dibattito e alle campagne in atto rispetto all’espansione dell’aeroporto di Bristol. La grossa quantità di carburante aereo è mantenuta come scorta in caso di carenza nell’aeroporto. La realtà è che l’esistenza di queste cisterne mette a rischio ogni giorno le vite di molte persone, soltanto per far sì che le compagnie possano proseguire nei loro affari come hanno sempre fatto, a qualsiasi costo.
Se dovesse succedere qualcosa all’aeroporto di Bristol, le scorte verrebbero trasportate presso il campo di aviazione di Filton, attualmente utilizzato dal servizio aeronautico nazionale di polizia per i voli in elicottero (i residenti di Bristol sono fin troppo familiari con questa oppressiva presenza). Filton è anche il luogo in cui si trova un grande stabilimento della Airbus, occupato nel 2018. Airbus rifornisce il regime turco con missili, componenti per jet militari ed altre tecnologie. Bristol Cable ha in passato messo in luce queste connessioni. Il porto di Bristol ha una lunga storia di profitto derivante dalla schiavitù, dall’apparato militare e, più di recente, dalla distribuzione di carburante.
Q8 Aviation ha recentemente celebrato il passaggio di più di 10 milioni di tonnellate da questo porto. Esiste una grossa rete di gasdotti che parte da Bristol e che è stata utilizzata durante la cosiddetta “seconda guerra mondiale” per trasportare il carburante. Il comico Mark Thomas ha commentato l’instabilità e precarietà di questo sistema: i gasdotti formano una rete lungo tutta quest’isola. Thomas ha sottolineato l’uso di segnaletica nei terreni agricoli del South West per disincentivare gli scavi (a causa della presenza dei condotti sotterranei). Questi cartelli sono ancora visibili vicino ad Avonmouth e al Seven Estuary, e quei gasdotti sono un incidente che attende di accadere.
L’aeroporto di Bristol ha presentato dei piani di espansione, e vorrebbe raddoppiare la propria capacità (fino a 12 milioni). Ha adottato pratiche di green washing per legittimare questo, pubblicando una ‘Carbon Roadmap’ e sostenendo che eliminerà l’uso di carbone entro il 2025. L’Amazzonia va a fuoco e noi procediamo come sonnambuli in un disastro ecologico senza precedenti. La pretesa di essere “liberi dal carbone” da parte di qualsiasi azienda è una pessima barzelletta raccontata alle spese del pianeta.
Questo non è il tempo della compensazione.
Non siamo XR [NDT: si fa probabilmente riferimento al movimento Extintion Rebellion], non chiediamo nulla, non facciamo richieste. Rendiamo conto solo a noi stessi. Non pensiamo che la nostra azione cambierà chissà cosa, ma speriamo che porti le persone a riflettere.
Solidarietà con gli indigeni Mura, a Canutama, Brasile, che combattono la distruzione dell’Amazzonia. Inoltre, solidarietà (tardiva) con i Prigionieri Anarchici (sulla scia della settimana di azione del 23-30 agosto), in particolare con i “tre della panchina del parco”.