Dopo la debole smentita da parte delle forze armate, ecco che arriva la conferma ufficiale. Riportiamo le parole di A Foras, raccolte da Contropiano.
A Foras: «Ora è ufficiale: a fine aprile riprendono le esercitazioni a Quirra e Capo Frasca. La smentita dell’Aeronautica è durata solo un paio di giorni. Dopo Pasqua lanceremo una mobilitazione e una campagna per chiederne lo stop immediato e il reinvestimento dei soldi risparmiati nel potenziamento della sanità pubblica. Stiamo a casa, ma non stiamo zitti»
Qualche giorno fa avevamo denunciato il rischio che riprendessero in Sardegna le esercitazioni militari, anche approfittando dell’azzeramento del traffico aereo civile sui cieli dell’isola. Dall’Aeronautica Militare era arrivata, a mezzo agenzia, una secca smentita.
Ieri la conferma definitiva: le esercitazioni ci saranno. Dal 22 al 30 aprile si sparerà nel Poligono di Quirra e sono già state rese note le ordinanze di sgombero. Dal 20 al 30, la notizia la apprendiamo dalla stampa ma ancora non sono state pubblicate le relative ordinanze, a Capo Frasca. Probabilmente l’attività nei due poligoni si svolgerà in coordinamento, grazie all’istituzione dei tre corridoi aerei da cui è partita la nostra denuncia dei giorni scorsi.
Quest’atteggiamento è del tutto irrispettoso nei confronti della crisi sanitaria ed economica che sta colpendo la Sardegna in queste settimane e delle quali, al momento, non è possibile intravvedere la fine.
Centinaia di migliaia di euro verranno sperperati, per giocare alla guerra con i caccia e i bombardieri sulle nostre teste. Mentre centinaia di migliaia di sardi rischiano di perdere il lavoro e di sprofondare nell’abisso della crisi economica più nera.
Non siamo stupiti, sappiamo che per i vertici militari italiani questa terra non è altro che uno scacchiere dove addestrare le truppe ed esercitare la propria potenza distruttiva. Ma non staremo zitti, neanche stavolta.
Da dopo Pasqua lanceremo una campagna per chiedere l’immediato stop delle esercitazioni e il reinvestimento dei soldi risparmiati nel potenziamento della sanità pubblica isolana. Invitiamo fin da ora tutti i sardi e le realtà politiche che hanno a cuore il destino di questa terra a tenersi pronti, perché non possiamo lasciar passare sotto silenzio questo ennesimo affronto.