Volantino distribuito il 3 dicembre a Trento, durante una manifestazione studentesca
La ricetta del ministro Gelmini e quella dell’assessore provinciale Dalmaso sono simili. La logica che le muove è la stessa: tagliare i fondi all’istruzione.
Il ministro e l’assessore ritengono che, fatta salva la specializzazione per pochi tecnocrati, l’istruzione media sia un ferro vecchio, un’inutile zavorra per questa società in cui governano le merci e la televisione.
Gli si può forse dar torto?
Serve davvero pensare, approfondire criticamente i problemi, conoscere la storia per essere cittadini di questa meravigliosa democrazia?
Serve davvero imparare un mestiere degno di questo nome per entrare nel mondo del lavoro che ci aspetta: tre mesi in un call center, un anno come pony-express, due anni da Mc Donald’s?
I soldi per la guerra, invece, non mancano mai. Miliardi e miliardi di euro. Missioni all’estero, armamenti sempre più micidiali, soldati nelle strade: ecco le priorità della politica.
Per questo la Provincia di Trento vuole
finanziare con 400 milioni di euro la costruzione di una base militare su 30
ettari di terreno a Mattarello.
L’esercito, altro che la scuola!
È con l’esercito che si difendono gli interessi degli industriali e delle multinazionali (non dimentichiamo che i carabinieri in Iraq erano schierati a difesa dei pozzi dell’ENI).
È con l’esercito che ci si prepara ad imporre opere inutili e osteggiate dalla popolazione (TAV, inceneritori, centrali nucleari).
E intanto dàgli all’istruzione, alla sanità, ai salari, alle pensioni… alla pausa pranzo!
LA LORO GUERRA VOGLIONO FARLA PAGARE A NOI.
Dalle scuole, dai luoghi di lavoro, dalle piazze rispondiamo: Signornò!
NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO.
NOI LA GUERRA NON LA PAGHIAMO.
Assillo in movimento contro la base di Mattarello
(per approfondimenti sulla guerra e la base di Mattarello: romperelerighe.noblogs.org)