Le parole e i fatti

Continua la pantomima della finta opposizione alla base militare di Mattarello.

A fine settembre, 7 consiglieri provinciali hanno presentato una mozione in cui si chiedeva maggiore trasparenza sul progetto, una Valutazione di Impatto Ambientale, la soppressione del segreto militare e la sospensione dei lavori per verificare delle alternative. Il ministero della guerra vuole realizzare – in accordo con la Provincia di Trento – una base militare a Mattarello. Cosa vuol dire “progetto alternativo”? Costruire la base diversamente? Farla più piccola? Farla altrove?

Ma non ha nemmeno senso porsi la domanda perché la mozione, emendata in seguito all’intervento di Dellai, prevede ora solo l’impegno della Provincia a informare la popolazione sulle varie fasi dei lavori (grazie) e la richiesta di costruire le “nuove caserme” secondo le norme della bio-edilizia. Immaginiamo la soddisfazione di afghani, libanesi e africani nel sapere che le operazioni di guerra contro di loro partiranno da una base militare ecologica…

Invece di rispondere che queste sono prese per il culo, una componente del comitato “Caserme a Mattarello? No grazie”, in una lettera su “l’Adige” del 5 ottobre, si dichiara soddisfatta del fatto che, grazie alle 1600 firme raccolte, la questione della base sia di nuovo approdata in consiglio provinciale.

Tutto questo mentre i lavori preliminari per la base continuano, e dopo che il comitato si è dissociato da tutte le iniziative reali per impedirne la costruzione.

Fermare questo progetto di morte è ancora possibile. E le occasioni in futuro non mancheranno.

Allora si vedrà chi è contro la base militare nei fatti e chi lo è solo a parole.

Arrivederci.


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