Iraq: Sovranità ferita, gli USA vogliono trasferire (altre) truppe

Riceviamo e diffondiamo:

(junge welt 5 febbraio 2019)

 Soldati, soldatesse stazionat* in Siria non faranno ritorno in patria, ma piuttosto verranno trasferit* in Irak. La presenza di quelle truppe si basa su un accordo fra i due stati, in breve, dovrebbe valere “soltanto per la lotta contro il terrorismo”, ribatte Salih, il neo-eletto presidente dell’Irak.

Per il vero gli Usa oggi attribuiscono essenzialmente maggior significato alla lotta contro l’Iran, per questo decidono il trasferimento delle truppe in Irak, dove dispongono, nell’ovest del paese, ad Al-Asad, di un “punto d’appoggio” per i caccia.

L’Iran è “il vero problema” ha detto Trump in una recente intervista. Considerazioni respinte dal governo iracheno, in particolare da Salih: “La costituzione irachena non permette l’impiego dell’Irak come punto d’appoggio per attaccare un paese vicino. … Interesse fondamentale del paese piuttosto è, intrattenere buoni rapporti con l’Iran e gli altri stati vicini.”

Va considerato che in Irak oltre la metà della popolazione segue l’islam sciita che tradizionalmente si sente alleata ai fratelli, alle sorelle del medesimo credo religioso abitanti in Iran. Un rafforzamento del contingente USA, il cui unico scopo è intimidire l’Iran, è di conseguenza difficilissimo comunicarlo e quindi realizzarlo.

Hassan Al-Kaabi, neo-presidente del parlamento derll’Irak, precisa che, accettare la richiesta USA sarebbe “un’eclatante e aperta offesa della sovranità e della volontà nazionale”. Altri parlamentari si sono posti il compito di promuovere “una legge che limiti l’impiego delle basi militari da parte degli USA e che metta fine presto alle concessioni loro fornite.

A Natale Trump si è portato sul “punto d’appoggio” ricavato dagli USA in Irak (reso possibile dal rapporto di occupanti da loro assunto in seguito al loro ruolo nella guerra all’Irak che contrastava i loro interessi in medio oriente …) dove lui voleva avvenisse l’incontro con il primo ministro iracheno Al-Mahdi. Incontro che invece è naufragato perchè Trump non voleva recarsi a Bagdad e Al-Mahdi non voleva entrare nel “punto d’appoggio USA” dove stazionano 5.200 loro militari, il cui compito è formare l’esercito iracheno.


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