Monthly Archives: Settembre 2020

I ribelli dell’Adriatico. L’insurrezione di Valona e la rivolta di Ancona del 1920

Segnaliamo l’uscita di questo libro per conto delle edizioni Zero In Condotta:

Luigi Balsamini e Marco Rossi

I RIBELLI DELL’ADRIATICO

L’insurrezione di Valona e la rivolta di Ancona del 1920

pp.160 EUR 10,00

ISBN 978-88-95950-65-5

Giugno 1920: il Primo conflitto mondiale è terminato da due anni, ma navi da guerra della Marina militare italiana sparano cannonate sulle due sponde dell’Adriatico.

Davanti a Valona bombardano le posizioni degli insorti albanesi che stanno assediando la città per mettere fine all’occupazione coloniale italiana. Ad Ancona, invece, tirano granate sul popolo insorto a fianco dei bersaglieri che si rifiutano d’essere mandati a Valona.

La stampa borghese parla di “moti anarchisti”, ma nonostante il lavoro di agitazione contro il militarismo svolto, sin dai tempi della guerra di Libia, dagli anarchici, dai sindacalisti rivoluzionari dell’USI e dai socialisti “disfattisti”, la rivolta armata di Ancona – largamente spontanea – sorprende tutti e sarà uno dei momenti di più alta conflittualità del cosiddetto Biennio rosso.

La repressione statale ad Ancona causa oltre trenta vittime proletarie, ma il governo italiano è costretto a ritirare le truppe dall’Albania.

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La guerra quale costruttrice di città

Tratto da https://finimondo.org/node/2504

La guerra quale costruttrice di città

Lewis Mumford

 

Lo sviluppo intensivo dell’arte delle fortificazioni trasferì l’energia costruttiva dal piano dell’architettura a quello dell’ingegneria, dall’estetica del disegno a calcoli materiali di peso, numero e posizione: preludio alla più ampia tecnica della macchina. In special modo essa trasformò il quadro urbano dal mondo ristretto della città medievale con i suoi itinerari pedonali, le sue vedute chiuse, il suo spazio a mosaico, all’ampio mondo della politica barocca con il suo fuoco di artiglieria a lunga portata, i suoi veicoli a ruote, il suo crescente desiderio di conquistare spazio e di estendere la propria influenza.

Una buona parte del nuovo sistema di vita ebbe origine in un impulso verso la distruzione: distruzione a largo raggio. La fede cristiana e la cupidigia capitalistica si allearono per lanciare i nuovi conquistadores attraverso i mari a saccheggiare l’India, il Messico, il Perù: mentre il nuovo tipo di fortificazione, il nuovo tipo di esercito, il nuovo tipo di officina industriale, di cui troviamo il miglior esempio nei vasti arsenali e nelle fabbriche d’armi, congiurarono per sconvolgere i sistemi su base relativamente cooperativistica della città protetta. La protezione si mutò in sfruttamento spietato: invece di sicurezza gli uomini cercarono espansione avventurosa e conquista. E il proletariato era sottoposto in patria a una forma di governo non meno spietata e autocratica di quella che distrusse le civiltà indigene del Nord e del Sud America.

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