di Antonio Mazzeo:
Un’aggressione sanguinosa ai danni della popolazione kurda, l’ennesima, e un’escalation autoritaria e repressiva che ha colpito soprattutto negli ultimi tre anni migliaia di intellettuali, docenti e studenti universitari, giornalisti, attivisti politici in tutta la Turchia. Non sembrano conoscere limiti le nefandezze del regime del sultano Erdogan, ma soprattutto sono davvero poche le voci autorevoli oggi in Italia, specie in ambito accademico, pronte a denunciare le conseguenze immediate e i pericoli globali a medio termine dell’attacco sferrato dalle forze armate turche nella Siria nord-orientale. Di contro sono ben ventisette le università italiane che continuano a mantenere stabili relazioni di cooperazione alla ricerca e collaborazione scientifica (anche in ambiti militari) con gli atenei della Turchia, nonostante la campagna governativa che ha colpito l’intero sistema educativo del paese, con illegittime condanne, arresti, ingiuste detenzioni, torture, licenziamenti e sospensioni di rettori, docenti, ricercatori e allievi.
Tra i disattenti (o cinici) partner italiani degli atenei turchi c’è l’Università degli Studi di Messina. Continue reading