Category Archives: Contributi antimilitaristi

Cineforum antimilitarista al Tavan (Trento)

cineforum


ICT Days: fuori la guerra dalle università

In occasione degli ICT Days (manifestazione di discussione e propaganda delle Tecnologie di Informazione e Comunicazione che si svolge a Trento, organizzata da professori universitari e sponsorizzata anche da Finmeccanica), un gruppo di antimilitaristi ha voluto contestare la presenza di Lorenzo Fiori, direttore tecnico di Finmeccanica.

Nonostante la presenza di digos, carabinieri e polizia, gli antimilitaristi sono entrati nell’area del convegno con uno striscione (“Eledia, RS lab, FBK: l’università in guerra”), volantini, interventi e lo slogan: “Fuori la guerra dall’università”.

Volantino distribuito


No MUOS: intervista a un compagno sulla lotta in corso in Sicilia

Ascolta l’intervista di Radiocane

Per maggiori informazioni: www.nomous.info


Volantino distribuito a Rovereto nel mese di febbraio contro la guerra in Mali

Volantino guerra in Mali


Droni USA in Niger per le guerre africane

di Antonio Mazzeo

 L’Africa sarà la nuova riserva di caccia degli aerei senza pilota delle forze armate Usa. Il governo del Niger ha autorizzato il dispiegamento dei droni del Dipartimento della difesa e della Cia per le operazioni di sorveglianza ed intelligence contro le diverse milizie filo-al Qaeda attive nella regione nordoccidentale del continente. La richiesta di creare una base operativa in Niger era stata formalizzata una decina di giorni fa dall’ambasciatore statunitense Bisa Williams durante un incontro con il presidente Mahamadou Issoufou.

 

Secondo quanto rivelato dai principali quotidiani statunitensi, i droni saranno privi di armamento ma non si esclude la possibilità che in futuro possano essere utilizzati per eseguire raid missilistici “contro la crescente minaccia terroristica”. Le missioni di spionaggio e strike potranno essere concordate con le forze armate francesi che dall’11 gennaio 2013 operano nel conflitto in Mali e saranno dirette da US Africom, il comando statunitense per le operazioni di guerra in Africa con sede a Stoccarda (Germania). I velivoli senza pilota saranno stazionati molto probabilmente in una base aerea della regione desertica di Agadez, prossima ai confini con Mali e Algeria.

Continue reading


Presentazione del libro “Carnefici e spettatori”

Manifesto Dal Lago 2


Guerra e università: Al fianco del popolo palestinese – ostacoliamo le collaborazioni tra Italia e Israele.

Questo volantino è stato distribuito nel corso della contestazione attuata da un gruppo di antimilitaristi anarchici al laboratorio denominato “Embedded Electronics and Computing Systems” dell’università d’ingegneria di Trento, che ha collaborato con l’IAI (il più grosso complesso di produzione militare israeliano) fino al 2011.

Sabotiamo il meccanismo della guerra, fermiamo le collaborazioni di morte.

Al fianco del popolo palestinese


MUOS

Il MUOS (Mobile User Objective System), la cui costruzione è cominciata a Niscemi (Caltanisetta) e sta incontrando le prime forme di resistenza pratica, è uno dei quattro terminali terrestri USA per il controllo dei droni Global Hawk. Si tratta di una megarete di antenne e di satelliti per la telecomunicazione globale, “perfetta” non solo per azionare e controllare gli aerei senza pilota, ma anche missili all’uranio impoverito e armi atomiche in miniatura.
Il MUOS, collegato con la base militare di Sigonella da cui partono già i droni Predator e Reaper, è allo stesso tempo una calamità locale e un flagello globale. Propaggine della base militare di Niscemi (attiva dal 1991), non solo devasterebbe la “zona protetta” della “Sughereta”; non solo estenderebbe la colonizzazione di terreno agricolo a 1 milione e 660 mila metri quadrati; non solo esporrebbe la popolazione, per 20 km di raggio, al rischio di malattie gravi e permanenti, compresa la necrosi dei tessuti, per via delle onde elettromagnetiche; non solo rischierebbe, per via delle interferenze generate dalle antenne, di innescare accidentalmente gli ordigni trasportati dai velivoli (come è già successo il 29 luglio 1967 nel Golfo del Tonchino), motivo per cui il Pentagono ha scelto Niscemi e non Sigonella, troppo vicina all’aeroporto; non solo aggraverebbe la militarizzazione della Sicilia e il potere della cricca politico-affaristico-mafiosa cresciuta su di essa; ma farebbe di Niscemi uno dei quattro terminali della cyber-guerra mondiale (gli altri sono nelle Hawaii, in Virginia e in Australia). In simili strutture, seduto davanti a qualche schermo e qualche lucetta, un burocrate del Pentagono può portare distruzione e morte in ogni parte del pianeta, senza combattere, senza agire, con un semplice “azionare” privo di alcun riflesso sulla propria coscienza (e su quella della cosiddetta opinione pubblica, altrettanto lontana degli “obiettivi” visibili sul monitor). Continue reading


Di Paola va dove porta la guerra

Antonio Mazzeo
Il pomeriggio del 16 novembre 2011 quando giurarono fedeltà alla Costituzione i ministri-tecnici del primo Governo Monti, lui non c’era.

“L’ammiraglio Giampaolo Di Paola, alla difesa, è in missione in Afghanistan per conto dell’Alleanza atlantica”, giustificò il premier. Da quel momento in poi il ministro con le stellette non si è fermato un attimo, sempre in giro per il mondo a promuovere la grandeur dell’Italia e l’efficienza del suo complesso militare industriale.

La prima visita ufficiale dell’ex Capo di stato maggiore ed ex presidente del Comitato militare della Nato – tredici giorni dopo l’insediamento – era a Berlino nel nome del ritrovato asse italo-tedesco per lo sviluppo dei missili e dei droni. Poi, una dietro l’altra, le missioni in Mauritania, nuovamente in Afghanistan, Gran Bretagna, Libano, Albania, Tunisia, Belgio, Russia, Stati Uniti (faccia a faccia con il Segretario alla difesa, Leon Edward Panetta, per predisporre il supporto logistico italiano alla missione Onu in Siria e parlare di scudo antimissile Nato e Afghanistan), Giordania, Giappone, Filippine, Francia, una seconda volta in Germania e Libano, Algeria, Lituania, Lettonia, ancora Afghanistan, Cipro, il Comando Nato di Bruxelles per il vertice dei ministri dell’Alleanza, Armenia e, a fine ottobre, a Gerusalemme per il “terzo vertice intergovernativo Italia–Israele” a riprova di una partnership sempre più fatta di esercitazioni congiunte, in Sardegna e nel Tirreno, nel deserto del Negev e nel golfo di Haifa, e di import-export di caccia, missili, satelliti e velivoli spia. Infine, qualche giorno fa, i bis in Algeria e in Francia (più correttamente a Parigi per la riunione con i ministri della difesa e degli esteri di Germania, Francia, Polonia e Spagna). Continue reading


Patto militare Italia-Israele. Un accordo scellerato e illegale

di Antonio Mazzeo

 Il Medio oriente è in fiamme. La Siria è in ginocchio, migliaia di profughi fuggono in Libano, in Turchia, in Giordania. Tel Aviv mobilita le forze terrestri, aeree, navali. Minaccia d’intervenire in Golan e di lanciare i suoi missili e i suoi caccia contro decine di “obiettivi strategici” in Iran. Intanto cannoneggia la striscia di Gaza e schiera carri armati e blindati alla frontiera con il Libano. Scenari di guerra che non sembrano intimorire più di tanto le forze politiche e il governo italiano. Quest’ultimo, anzi, trova pure il tempo d’inviare a Gerusalemme una delegazione d’eccezione, il premier con sei ministri, per il terzo summit intergovernativo in meno di due anni. Per rafforzare la partnership politica e militare e moltiplicare affari e scambi commerciali. Il comunicato ufficiale emesso lo scorso 25 ottobre è come sempre laconico. “In occasione del vertice Italia-Israele, al quale ha partecipato il Presidente del Consiglio, Mario Monti, il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola ha incontrato il suo omologo dello Stato di Israele, Ehud Barak. A conferma dei solidi rapporti di amicizia e di collaborazione esistenti tra i due Paesi, sono stati approfonditi i temi inerenti alla cooperazione industriale nel settore della Difesa”.

Il faccia a faccia tra i ministri della guerra è stato preceduto da una serie d’incontri tra i massimi rappresentanti delle rispettive forze armate. Il 7 e l’8 febbraio 2012, il sottocapo di Stato maggiore israeliano, generale Nimrod Sheffer, ha incontrato a Roma i responsabili dell’Aeronautica italiana per “approfondire i processi di trasformazione in atto nelle due aeronautiche, le esperienze maturate nei rispettivi teatri di operazione e le future attività addestrative”. Il successivo 14 giugno è stato il comandante delle forze aeree israeliane, generale Ido Nehushtan, a giungere in Italia in missione ufficiale. Continue reading