Monthly Archives: Luglio 2009
A chi sente il ticchettio
Materiali dal convegno
antimilitarista di Trento
(2 maggio 2009)
La guerra è sempre di più il cuore di un mondo senza cuore.
Guerra all’esterno per accaparrarsi le risorse e imporre il controllo geopolitico di intere regioni.
Guerra all’interno per forgiare e difendere una società ogni giorno più precaria, razzista, irreggimentata.
Due forme di guerra che si intrecciano e si condizionano a vicenda, dalla produzione bellica alla propaganda, dalla presenza dei militari nelle strade e nelle scuole alla militarizzazione dei cantieri delle Grandi Opere. Continue reading
Un inferno a portata di mano
L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se
ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che
formiamo vivendo insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. II primo riesce
facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non
vederlo più. II secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento
continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è
inferno, e farlo durare, e dargli spazio.
Italo Calvino, Le città
invisibili
L’inferno della guerra, della devastazione, dei
campi profughi sembra così lontano dalle nostre città, dal nostro tran-tran
quotidiano. Si bombarda anche in nome nostro, eppure la cosa non sembra
turbarci. Ma non si può pensare che uno Stato in guerra (come il governo
italiano, il quale ha le proprie truppe in ventuno Paesi del mondo) non
inauguri prima o poi dei metodi militari contro la popolazione anche
all’interno dei propri confini. Non si può pensare che corsa agli armamenti,
nuovi basi militari, missioni con l’esercito in mezzo mondo non abbiano
ricadute su di noi. Continue reading
Dai campi militarizzati de L’Aquila
I CAMPI DEI TERREMOTATI DE L’AQUILA: UN PEZZO DI GUERRA DIETRO L’ANGOLO
La questione de L’Aquila è davvero emblematica di come la condizione di sfollati di guerra possa varcare le frontiere della democrazia e di come le “emergenze” siano un’ottima occasione per assuefare la popolazione alla presenza dell’esercito. I terremotati sono infantilizzati e resi passivi per impedire ogni forma di autorganizzazione, ma già si vedono i primi segni di insofferenza e di rabbia. Spezzare il silenzio su questa ignobile situazione ci sembra una forma di solidarietà.
Durante il campeggio antimilitarista a Trento è emersa la proposta, per il 10 o 11 luglio (a seconda delle disponibilità dei compagni), di organizzare delle iniziative nella varie città contro la militarizzazione dei territori e in particolare contro il ruolo della Protezione Civile nella gestione concentrazionaria dei campi de L’Aquila.
Qui sotto potete trovare una prima selezione di testimonianze da e sui campi.
- L’Aquila: vietato contestare
- Sciacalli d’Italia (da Napoli)
- Le testimonianze in formato pieghevole
- Volantino distribuito a Messina
- Volantino distribuito a Lecce
- Tendopoli: braccialetto al polso e divieto di accesso ai giornalisti
- Abruzzo, quei morti di cui nessuno ci parla
- Ancora dall’inferno delle tendopoli
Altro materiale è reperibile su:
- www.epicentrosolidale.org (sezione “corrispondenze”)
- www.3e32.com (sezione “diario aperto”)
- femminismorivoluzionario.blogspot.com (dove poter scaricare un “dossier terremoto”)
- abruzzo.indymedia.org
Un resoconto del campeggio antimilitarista
Dal 25 al 28 giugno si è svolto, a Trento, il primo campeggio antimilitarista contro la base militare di Mattarello. Ne tracciamo un resoconto per trarre in seguito alcuni spunti per il proseguo della lotta.
Giovedì 25 si è tenuto, davanti alla stazione dei treni di Trento, un presidio con mostra, striscioni e interventi per accogliere i compagni in arrivo per il campeggio. All’inizio i poliziotti hanno identificato chi scendeva dai treni. L’intervento dei compagni nell’atrio della stazione – con megafono e volantini – ha fatto sì che le identificazioni smettessero.
Ci si è in seguito spostati verso il parco del Gocciadoro – il parco più grande della città, dove dalla mattinata i compagni avevano cominciato ad allestire il campeggio. È stata occupata ed attrezzata la parte alta del parco perché – come spiegato nel volantino di presentazione dell’iniziativa – non volevamo chiedere al Comune di Trento (responsabile anch’esso del progetto militare di Mattarello) il permesso di contrastare la base di guerra.
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